Libera a Messina. D’Arrigo, Bindi e Accorinti in esclusiva per UniVersoMe

In 30mila hanno accolto l’invito di Don Luigi Ciotti e Libera in un giorno di grande festa all’insegna della legalità e del ricordo. In occasione della XXI° Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie Messina è divenuta la capitale della lotta alla criminalità organizzata ospitando una manifestazione che ha visto la partecipazione di numerose associazioni culturali, politiche, sindacali e soprattutto di migliaia di studenti provenienti da ogni parte d’Italia.

Sono proprio le nuove generazioni, protagoniste della nuova primavera dell’antimafia, al centro del discorso pronunciato da Don Ciotti dal palco allestito in una Piazza Duomo gremita, i giovani e quell’opera di rinnovamento auspicata anche da Giacomo D’Arrigo, direttore Generale dell’Agenzia Nazionale Giovani, intervistato dai nostri collaboratori durate la cerimonia: “Come agenzia ci impegniamo per avere un doppio ruolo: sia di supporto, come oggi, all’associazione Libera e nelle giornate dedicate alla celebrazione della morte di Giovanni Falcone, sia un sostegno concreto a livello operativo ad una serie di iniziative minori. Questo è il terzo anno che partecipiamo alla manifestazione di Libera a testimonianza che per noi questo è un impegno valoriale, un messaggio chiaro alle nuove generazioni. Mi sento però di invitare tutti i giovani a non fermarsi alle giornate celebrative come oggi ma continuare questo impegno ogni giorno in tutti i settori”.

Una giornata simbolo del desiderio di cambiamento provato da tutta l’Italia. Il Sindaco Renato Accorinti nel descrivere l’opportunità garantita da Libera di poter svolgere la manifestazione proprio nella sua Messina parla della realizzazione di un sogno, il punto di partenza dal quale poter costruire giorno dopo giorno, attraverso la partecipazione quotidiana, una nuova società: “Mi commuove l’atteggiamento delle famiglie delle vittime della mafia, avevano due possibilità: chiudersi nel dolore, oppure usare questa forza interiore, a volte devastante, e farla diventare energia positiva verso gli altri. Noi insieme a loro cerchiamo di fare questo cammino , poi bisogna avere la lucidità di farlo diventare un progetto politico, senza limitarsi a seguire la foga di questo tipo di manifestazioni e poi tornare alla routine di tutti i giorni. Con chiarezza tutti noi chiediamo allo stato investimenti forti sul piano educativo che è la cosa più potente che l’uomo ha per cambiare le nuove generazioni. Una scuola vera, con insegnanti preparati, che pensano in primis a sviluppare nei ragazzi spirito critico e coscienza alta oltre dei professionisti competenti , questo è il futuro! Già ora le scuole hanno cambiato pelle, ho fatto l’insegnate per 39 anni e gli studenti di oggi sono molto più informati ed educati al tema rispetto a quelli di prima, oggi è più facile, una volta era più complicato, era vietato questo, io stesso ho rischiato il mio posto di insegnante per parlare di argomenti del genere. Seconda cosa, a riguardo del sud. Questo accostamento Sicilia-Mafia non ha senso, ad una criminalità organizzata bisogna contrapporre una società civile organizzata. Il cambiamento però arriva con le infrastrutture che non ci hanno mai dato perché ci sono due Italie, se non hai le infrastrutture, se non c’è lavoro sei bloccato, allora ci servono investimenti come quelli dati al nord, e non li dobbiamo chiedere con il cappello in mano, li chiediamo per far ripartire l’economia. Se questa è devastata la mafia va nei quartieri ghetto e raccoglie a piene mani la manovalanza perché un popolo senza prospettive è alla mercé di chi ti profila un guadagno facile. Tutti gli uomini possono cambiare, a qualsiasi latitudine grazie all’educazione e ad una solida economia”. Accorinti soddisfatto particolarmente dalla risposta fornita dalla cittadinanza messinese: “Abbiamo incontrato mille persone, incontri di tutti i tipi. C’è stato un entusiasmo per preparare questa giornata ovunque da parte di giovani e meno giovani. Ormai, abbiamo vinto, è cambiata la rotta e perciò si va avanti. Il gestire la città senza se e senza ma… Servire la città e lavorare 25 ore al giorno, per me, è un grande piacere. Sono fiero di poterlo fare a nome di tutti i cittadini che subiscono una violenza inaudita sotto tutti i punti di vista; ricostruire è un problema, soprattutto in una città dove abbiamo mezzo miliardo di debiti, questo però non mi scoraggia. È importante imboccare una strada nuova, poi chi verrà dopo avrà il compito di mantenerla. Anche nelle scuole c’è una risposta fortissima da parte dei giovani e delle loro famiglie. C’è stato uno scambio di energie spaventoso. Oggi qua è uscita la parte positiva di tante persone su un argomento che è delicatissimo, una cosa molto complicata. La mafia ti fa venire la voglia di abbandonare la terra e invece tanta gente vuole rimanere in questa terra, io sono rimasto apposta. Sono voluto rimanere in questa terra per lavorare giorno per giorno da cittadino (è la prima volta questa che ho un incarico istituzionale) e lo continuo a fare”.

Un evento ospitato orgogliosamente dalla città dello Stretto. Concorde con l’entusiasmo del primo cittadino il contenuto delle dichiarazioni rilasciate dalla Presidentessa della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi ai nostri microfoni. “È stata un’iniziativa molto bella e partecipata. Vogliamo interpretare il silenzio intorno con grande rispetto nei confronti di queste migliaia di persone che hanno sfilato, hanno letto i nomi, hanno riflettuto, studiato e continueranno a farlo questa sera e credo che la città tutta saprà fare tesoro di questo, lo potranno fare i giovani, le scuole, le associazioni, le istituzioni perchè non passa invano una giornata così, nessuno si illuda che finita la festa tutti se ne andranno e si ricomincerà da capo, i semi di questi giorni frutteranno sicuramente”. La necessità di una legislazione più completa, capace di fornire gli strumenti idonei per contrastare efficacemente il germe mafioso: “Noi oggi – conclude la parlamentare- dobbiamo rafforzare quello che Don Ciotti chiama il nostro limite e che è diventato la vera forza della mafia, alcuni settori della legislazione vanno cambiati: pensiamo agli appalti, alla corruzione, al riciclaggio, occorrono strumenti internazionali e una società più consapevole. Nessuno deleghi a questa piazza e alle tante piazze d’Italia la lotta alle mafie poichè, malgrado costituiscano una grande testimonianza, questa mafia si combatte se ciascuno giura sulla Costituzione e avverte l’incompatibilità assoluta tra l’essere cittadino e il voltarsi dall’altra parte quando ci si accorge che le mafie sono arrivate fino a noi, nel nostro mondo. Occorre una lotta che dai movimenti e le associazioni che hanno fatto tanto in questi anni insieme alla magistratura e alle forze dell’ordine coinvolga tutti i cittadini del nostro Paese”.

Alessio Gugliotta,Paolo Vinci

di Alessio Gugliotta

Nato a Messina, classe 1993, giornalista pubblicista, neolaureato in Medicina e Chirurgia. Ho militato in diverse testate giornalistiche tra cui: "Tempostretto" ed “Il Cittadino di Messina”. Sono un appassionato del corpo umano e amante della Pallacanestro e della musica Hip-Hop. Sono editorialista e cofondatore di UniVersoMe, dove dal 2016 al maggio 2020 ho ricoperto la carica di Coordinatore generale. Il mio obiettivo in questo progetto è la creazione di un’interfaccia fra lo studente e la sua università, che quindi fornisca gli strumenti per orientarsi in quella che è la realtà universitaria nella Città di Messina.

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