Nessuno come noi: un tuffo nel passato prima di tuffarsi nello studio

L’estate è finita e con lei gli ultimi attimi di libertà, quindi si torna sui libri a sgobbare … ma non così velocemente. Perché non prendersela ancora un po’ comoda leggendo un libro? 

Io, ad esempio, non ho resistito, ho letto “Nessuno come noi” di Luca Bianchini, ambientato nella Torino degli anni ’80, senza smartphone o connessione, quando si aspettava davanti al telefono fisso pregando che suonasse e gli sms erano bigliettini scambiati in classe. L’autore ci descrive l’ amore giovanile, non ricambiato, di Vincenzo per Caterina. Frequentano la stessa classe, ma lei non sembra quasi accorgersi di lui, se non come amico: la ragazza s’innamora praticamente di tutti tranne che del povero Vincenzo, il quale soffre. Caterina non fa che appoggiarsi emotivamente a Vincenzo per le sue questioni di cuore, chiedendogli continuamente consigli su come fare con i ragazzi. Insomma, quella che oggi chiamiamo comunemente “friendzone”.

A osservare questo strano rapporto tra i due è Spagna, una giovane dark dai buoni sentimenti, per cui io simpatizzo parecchio. Spagna sa cosa prova Vincenzo ed è un’amica fidata che lo consola. Lei fa parte, insieme a Vincenzo e Caterina, di un trio inseparabile che i compagni di scuola chiamano i “Tre cuori in affitto”.

Improvvisamente appare a scuola Romeo, un ragazzo ricco e bello, più che altro prepotente, sconvolgerà il trio conquistando inaspettatamente la fiducia di Vincenzo, lui finirà per aiutare Romeo con la scuola e passerà parecchio tempo a casa sua, la loro amicizia cresce di giorno in giorno, l’unico ostacolo è che Vince non ha nessuna intenzione di invitare Romeo nella sua casa a Nichelino (piccola cittadina torinese), una casa pulita e accogliente ma molto più piccola e povera della casa di Romeo.

La gita scolastica che fanno a Vienna è un capitolo che mostra tutta la bravura di Luca Bianchini capace di ricordare, fin nei minimi dettagli, tutto quello che gli studenti fanno quando sono in gita all’estero.
Al ritorno emerge la consapevolezza che il padre di Romeo ha una storia sentimentale con la sua professoressa d’italiano, Betty Bottone, un amore imprevisto, che fa battere il cuore anche se non dovrebbe.

Come finirà, poi, tra Cate e Vince?

Questo è stato un libro in cui io (ventenne, universitaria) ho vissuto come una narrazione di un mondo lontano che non è fatto di cuoricini scambiati su face book o whatsapp, dove ci si parlava faccia a faccia, o al massimo per lettera. Un libro che, molto probabilmente, i cinquantenni vivranno come un tuffo nel passato.

Una volta chiuso il libro, ci si rende conto di come Luca Bianchini, conosciuto per Io che amo solo te, ha saputo fotografare momenti dell’esistenza di ognuno di noi, momenti in cui abbiamo pensato che un amico o un amore fosse per sempre. È per questo che lo considero un libro degno di successo: perché riesce a raggruppare emozioni che colpiscono tutti quanti, che siano cresciuti negli anni ottanta o che siano cresciuti con lo smartphone.

Serena Votano

di Redazione UniVersoMe

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