Quattro stagioni e quattro lezioni di vita da Bojack Horseman

“Back in the ’90s / I was in a very famous TV show”

Comincio proprio dalla sigla finale per parlarvi di questa serie tv animata creata da Raphael Bob-Waksberg, marchiata Netflix, che vede come protagonista BoJack Horseman, un attore frustrato e semi-alcolizzato. Negli anni ’90 è stata la star di una delle sit-com più seguite dell’epoca, Horsin’ Around, incentrata su tre orfanelli finiti sotto la custodia di un simpatico cavallo scapolo.

Il bello di questa serie tv è il modo in cui, raccontando la carriera quasi decaduta di un cavallo hollywoodiano (o per meglio dire hollywooiano), le sue ansia, paure, sfighe, riesce a parlare di noi.

 1. Cosa vuole BoJack?

Ce lo chiediamo alla fine della prima stagione quando, dopo aver firmato un autografo, guarda Los Angeles dall’alto dell’osservatorio di Griffith, in un triste silenzio. Una riflessione amara e malinconica sulla differenza fra successo e soddisfazione.

In un modo o nell’altro riesce sempre a ottenere quello che vuole, ma questo lo rende davvero felice? Ed è proprio allora che si sente pronto per il film che ha sempre desiderato, per interpretare il cavallo da corsa Secretariat, da sempre il suo idolo.

2. Discorso da star.

Ogni qualvolta pensiamo di essere arrivati al capolinea della nostra vita, di aver fallito in tutti i campi e non essere riuscita a realizzare i nostri sogni, tutti abbiamo bisogno di un “discorso da Star”, lo stesso discorso che Princess Caroline (agente di BoJack), si sente fare dal collega Rutabaga.

“Sei la star di un film e questa è la parte del film in cui hai il cuore spezzato, dove il mondo ti mette alla prova e le persone ti trattano come una merda. Ma deve succedere in questo modo. Altrimenti, la fine del film, quando ottieni tutto ciò che vuoi, non ti sembrerà altrettanto gratificante. Ci sono degli stronzi là fuori, ma alla fine, non contano. Perché questo film non riguarda loro. Non è mai stato su di loro. Per tutto questo tempo, il film è stato su di te”

Beh, cos’altro aggiungere … la vita è un percorso pieno di salite ma di altrettante speranze, l’importante è continuare e andare avanti, come dire, “the show must go on”.

 

3. “È l’avverarsi di un sogno”

Nella prima puntata della terza stagione vediamo Bojack in una serie di interviste in cui risponde a ogni giornalista “è l’avverarsi di un sogno” descrivendo l’emozione che prova per il film in cui ha recitato, Secretariat. La sua corsa all’Oscar e il suo splendido momento che sta vivendo, tutto sembra destinato a finire.

“-Nessuno completa nessuno. Non è un concetto reale, se hai la fortuna di trovare qualcuno che riesci a sopportare, stringilo forte e non lasciarlo più.

-Allora dovrei accontentarmi?

-Sì, esatto. Accontentarti. Perché altrimenti diventerai vecchia, e cinica, e sempre più sola. E farai di tutto per riempire quel vuoto con gli amici e la tua carriera, e del sesso insignificante. Ma quel vuoto non si riempirà mai. E un giorno ti guarderai allo specchio e ti renderai conto che ti amano tutti ma che in realtà non piaci a nessuno.”

L’amore e la felicità personale, si rende conto che sono questi piccole cose ad essere fondamentali nella sua esistenza, eppure sembrano così lontane. Quante volte ci siamo trovati nella stessa situazione, fissando quel bicchierino di tequila o quel cucchiaino di nutella, pensando a quanto siamo “fuori dai binari”, per così dire, perché non importa quanto il nostro lavoro possa gratificarci (o non), niente vale più di un complice della vita che ti aspetta la sera a casa. Ed ecco la lezione più bella che ci dà il nostro equino con tendenze autodistruttrici.

4.“La vita non è altro che una serie infinita di occasioni mancate”

Bojack, dopo essere scomparso per più di un anno, fa ritorno alla sua abitazione, e nel controllare la posta afferma che

“Sembra che mi sia perso un’occasione da Pottery Barn. La vita non è altro che una serie infinita di occasioni mancate, alcune riguardano Pottery Barn

Ok, pessimo scherzo, non è questa l’ultima lezione che in questa quarta stagione ho imparato. Più di tutte mi sono rimaste impresse queste sue parole “devo dirti da subito di smettere di cercare l’abbastanza, perché niente sarà mai abbastanza.”
Ovviamente ci sono tante altre cose che possiamo imparare, e ci sono tanti altri personaggi che qui non sono riportati.

Consiglio la visione di Bojack Horseman a tutte quelle persone sole, che vivono tra la rabbia e il risentimento, inseguendo sogni che forse porteranno la felicità, ma che sono una catena di insoddisfazioni. Alla fine, quel cavallo alcolizzato sarà lo specchio della vostra zavorra emotiva.

Serena Votano

di Redazione UniVersoMe

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