Recensione in anteprima “Tuo, Simon” (Senza Spoiler)

Simon Spier (Nick Robinson) è un normalissimo adolescente di 17 anni, che come tutti i ragazzi della sua età  frequenta il liceo. Ha anche una vita sociale attiva, grazie al suo gruppo di amici composto da Leah Burke (Katherine Langford), sua amica d’infanzia, Nick Eisner (Jorge Lendeborg Jr.), un ragazzo afroamericano con la passione per Cristiano Ronaldo e Abby Suso (Alexandra Shipp), ragazza appena trasferitasi in città integrata nel gruppo con estrema facilità. Inoltre, segue un corso di teatro dopo le lezioni e proviene da una famiglia benestante e “da sogno”. Sembra una vita piena e meravigliosa, tuttavia nasconde un grande segreto: la sua omosessualità. Nonostante il contesto familiare favorevole e amici comprensivi, Simon non riesce a rivelare ciò che realmente è, a causa di quella che ritiene possa essere paura per le conseguenze che il suo coming out possa provocare e l’insicurezza di rivelarsi “altro dal normale”, pur riconoscendo che il suo orientamento sessuale non è anormalità e non vi è vergogna nell’essere tale. Oppresso da questa sua situazione dalla quale non sembra trovare una via d’uscita, improvvisamente la vita gli pone davanti un’opportunità. Sulla piattaforma social inerente all’istituto da lui frequentato, viene pubblicato un messaggio anonimo di un ragazzo che dichiara la sua omosessualità, ammettendo che nella realtà non potrebbe mai fare una cosa simile. Ispirato dalle parole del ragazzo sconosciuto, il giovane protagonista decide di rispondere al messaggio in maniera anonima, allo stesso modo del mittente, rivelando anch’egli la sua omosessualità e l’impossibilità di uscire allo scoperto…

Tuo, Simon” diretto da Greg Berlanti, è un film adattamento del romanzo “Non so chi sei, ma io sono qui (Simon vs. the Homo Sapiens Agenda)”, in uscita il 31 maggio nelle sale italiane.
Il film si rivela essere esattamente quello che ci si aspetta: un prodotto rivolto al pubblico adolescenziale – “teen movie” per i più – trattante tematiche tipiche dei ragazzi di quell’insieme di età, oscurando problemi gravi e pesanti, se non anche troppo stereotipati, quali droga e sesso.
Ed è probabilmente questa la chiave che rende la pellicola spensierata e per nulla dura all’occhio dello spettatore, poiché riesce a concentrarsi su un’unica problematica, ovvero l’accettazione dell’omosessualità soprattutto in contesti scolastici, senza neanche gravare troppo su di essa e, per certi versi, dimenticandosene facendo risaltare la normalità di un adolescenze che “se proprio è necessario saperlo”, è anche omosessuale.

Nonostante quanto detto finora, il film non si distacca mai dalla sua identità, rimanendo stereotipato -anche se in maniera positiva ed, in fondo, accettabile – prevedibile e quasi scontato, soprattutto creando un distacco dallo spettatore che quell’età l’ha ormai superata (risultato comprensibile, ma non per questo conseguenza necessaria).
Nella totalità “Tuo, Simon” è un buon modo per lanciare un messaggio importante di accettazione sociale, senza eccessi né grosse pretese, servito in maniera leggera e fruibile a tutti, rendendolo un film piacevole e ottimo per una serata dedicata alla visione con amici, soprattutto se vorrete tornare adolescenti nuovamente per quasi due ore.

Giuseppe Maimone

di Saveria Serena Foti

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