Di cosa parliamo quando parliamo di spread

Le notizie delle ultime ore e delle ultime giornate segnalano uno spread in rialzo di oltre quota 300. Ma, sostanzialmente, cos’è lo spread? Come funziona?

“Spread è una parola inglese che è tipicamente usata in Italia, nel linguaggio politico o finanziario (the difference in price between related securities), per indicare la differenza di rendimento tra titoli di stato italiani e tedeschi.” Definizione di Wikipedia.

Quindi, nella pratica, se un titolo di Stato tedesco rende l’1% e un analogo titolo di Stato italiano rende il 3%, si dice che lo spread è del 2%, cioè la differenza tra i due valori. In termini tecnici e burocratici si dirà “lo spread è di 200 punti base”.

I titoli di Stato sono il modo in cui i Paesi chiedono in prestito dei soldi: quando uno Stato emette titolo, chi li compra fa un prestito a quello Stato, che dovrà restituire i soldi alla scadenza, pagando periodicamente degli interessi. Inoltre, chi compra non è obbligato ad aspettare la scadenza per rientrare dall’investimento.

Se trova qualcun altro che vuole acquistarlo, può venderglielo. È il cosiddetto “mercato secondario”. Lo Stato rimborserà il titolo a chi lo avrà in mano quando arriverà la scadenza. Chiunque può comprare titoli di Stato e chiunque può sbarazzarsene se pensa che non valga la pena tenerseli. L’Italia ha il 70% dei suoi debiti con banche, imprese e cittadini italiani. Il 30% è invece stato prestato dall’estero. Una fetta dei titoli che l’Italia dovrà rimborsare è in mano alla Banca Centrale Europea (circa 340 miliardi) che tramite la Banca d’Italia negli ultimi anni ha “rastrellato” sul mercato i titoli di Stato.

Nel mercato secondario si formano i prezzi dei Btp, più le quotazioni scendono – perché come accade in queste ore molti stanno vendendo i titoli italiani per paura di quello che potrebbe accadere – più lo spread sale.

Come con ogni prestito, quando compriamo titoli ci interessa capire quanto rischiamo di perderli. Lo spread aiuta in termini di affidabilità: se c’è uno spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi significa che chi compra quei titoli pensa che la Germania sia più affidabile dell’Italia. Se aumenta lo spread, significa che aumenta la “diffidenza” sull’Italia. Se gli investitori non si fidano, si sbarazzano dei titoli italiani. Più li vendono, più lo spread sale.

In tutto ciò, la domanda che mi sono posta è stata “Cosa succede se lo spread sale? Perché è così importante?

Più lo spread sale, meno gli investitori saranno disposti a comprare titoli. Ma lo Stato deve comunque vendere titoli e dovrà offrire interessi sempre più alti per attrarre gli investitori, e ogni anno si accumulano nuovi costi che per lo Stato potrebbero diventare insostenibili.

A questi effetti di impatto si deve sommare una frenata della crescita economica, minori opportunità di impiego per i giovani e meno reddito per le famiglie in un contesto geopolitico incerto. Insomma, uno di quei meccanismi a catena che solo a pensarci fa venire l’ansia e non c’è ancora nessuno in grado di “prendere il toro per le corna”.

Serena Votano

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