Lo scienziato che morì irriso ed esiliato per averci detto di lavarci le mani

Nel 1846 Ignác Semmelweis, appena laureato in Ginecologia, divenne assistente effettivo del dottor Joann Klein, che dirigeva il reparto di ostetrica dell’Ospedale Generale di Vienna. Luogo di avanguardia per tutta l’Europa dell’epoca.

Il reparto di Ginecologia era stato per tanti anni affidato al dottor Bartch, che, durante i trent’anni della sua direzione, aveva fatto scendere la mortalità delle partorienti intorno all’1%. Risultato sorprendente per l’epoca quasi da poter essere confrontato con statistiche attuali di alcune realtà del terzo mondo. Nel 1823 il reparto cambiò direzione e l’incarico fu affidato al dottor Klein. Egli affidò ai suoi assistenti numerosi altri incarichi. Infatti essi dovevano, oltre effettuare le normali visite alle partorienti, eseguire fino a 15 autopsie al giorno nella clinica di Anatomia Patologica. Il reparto di maternità era costituito da due divisioni: nella prima lavoravano gli assistenti del dottor Klein, tra cui Semmelweis, mentre nella seconda le partorienti venivano accudite interamente dalle ostetriche. Il giovane Semmelweis si accorse che la mortalità delle donne ricoverate nelle seconda divisione era fino a 15 volte inferiore della prima. Inoltre tutte le pazienti morivano con gli stessi caratteri anatomo-patologici, e questo fece pensare che la causa sottostante le morti fosse la stessa.

 

L’intuizione

Furono molte le tesi proposte dai medici e professori in merito alle morti delle pazienti, tutte molto fantasiose ma lontane dalla realtà. Solo il giovane Semmelweis ebbe l’intuizione giusta. Un giorno mentre effettuava una delle sue numerose autopsie ad una delle partorienti morte, un suo collega e amico, Kolletschka, si ferì gravemente e pochi giorni dopo morì. Semmelweis si occupò di effettuarne l’autopsia e si meravigliò delle caratteristiche anatomo-patologiche in comune tra le partorienti morte ed il suo amico. A questo puntò fu illuminante per Semmelweis capire che la malattia si diffondesse per contatto con i cadaveri delle partorienti. Semmelweis mise in atto una modernissima disposizione: i medici che effettuavano l’autopsia, prima di visitare le pazienti, doveva lavarsi le mani. Da quel momento in poi Semmelweis continuò a raccogliere i dati sulle morti delle partorienti e osservò che queste stavano raggiungendo i valori della seconda divisione della maternità.

Il problema era stato risolto e Semmelweis aveva trovato una soluzione semplice ed economica.

Le Critiche

La tesi di Semmelweis fece rabbrividire tutti i medici ed i professori.

Con questa tesi si sottintendeva che i medici fossero gli “untori” e la causa scatenante le morti, e questa offesa non poteva essere tollerata. Tra gli esponenti di maggior prestigio che criticava l’operato di Semmelweis, c’era Rudolf Virchow, pioniere della patologia cellulare, famoso per la “Triade di Virchow”, ovvero le tre grandi categorie di fattori di rischio della trombosi.

Il dottor Semmelweis venne licenziato dall’ospedale di Vienna, nonostante i positivi risultati, per aver dato disposizioni senza averne l’autorità. Tornato in Ungheria applicò lo stesso metodo all’ospedale di San Rocco a Pest, ottenendo anche qui un abbassamento significativo della mortalità. Fu proprio in Ungheria che 10 anni dopo, nel 1861, scrisse il suo testo storico: “Eziologia, concetto e profilassi della febbre puerperale”. La comunità scientifica dell’epoca gli si scagliò contro e Semmelweis finì per essere ricoverato in manicomio, dove morì poche settimane dopo, nel 1865, a causa delle percosse subite forse dalle guardie dell’istituto.

Approvazione scientifica della teoria

La teoria di Semmelweis verrà accettata dalla comunità scientifica solo nel 1879 grazie ai lavori di Louis Pasteur. Fino ad allora nessuno credette alla tesi del giovane medico, a parte un suo fedelissimo amico Ferdinand von Hebra, il quale un giorno scriverà: “Quando qualcuno scriverà la storia degli errori umani ne troverà pochi più gravi di quello commesso dalla scienza nei confronti di Semmelweis.”

 

“Sepoltura di Semmelweis presso lo Kerepesi temető di Budapest”

Francesco Calò

 

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