Chi trova un amico (teoricamente) trova un tesoro. Un detto cosi inflazionato che spesso e volentieri lo associamo erroneamente a relazioni che con l’amicizia non hanno nulla a che fare. A parte che ultimamente l’unico vero amico, quello che ti segue ovunque, che non ti molla mai e soprattutto che ti dice sempre le cose come stanno è il tanto caro libro di testo. In periodo di Sessione Estiva (non per il clima naturalmente, visto che fino a qualche giorno fa il simpatico messinese-tipo voleva ritirare fuori il piumino) c’è cosi poco tempo per rilassarsi, pensare ad altro, spammare qualcosa su Facebook per sentirsi intelligenti (vorrei ma non posto). Ad ogni modo a distrarci un po’ sono arrivati i tanto agognati Europei di Calcio, seguiti con grande partecipazione sulle scale del Rettorato: censuriamo ovviamente il lancio omicida di birre (simpatico si, ma occhio alla mira) e la luce del proiettore dietro lo schermo che, siamo convinti, abbia causato qualche problema visivo per alcuni giorni ai malcapitati, il sottoscritto in primis. Per fortuna oltre alla nostra Nazionale, volata agli Ottavi di Finale da prima in classifica, a renderci più allegri è arrivato il Cda, che qualche giorno fa ha ridotto la tassa di conguaglio della principesca percentuale del 6%. Ma guarda un po’, che gentile concessione: tenendo conto del servizio offerto agli studenti, sbottonarsi un po’ di piu male non avrebbe fatto. Cosi scopriamo il motivo per il quale il Sole24Ore ci posiziona al 32esimo posto per “giudizio dei laureandi su corsi di studio”. Forse l’immagine che meglio di qualsiasi parola può esprimere questo paradosso è l’imponente mole di residuati informatici e non, ammassati sul retro della Sede Centrale. Roba da far piangere Steve Jobs, Renzo Piano, Madre Teresa e Green Peace al completo. Nessuno nega (e noi a maggior ragione) che la riduzione sia comunque un beneficio per gli studenti, ma chiedere uno sforzo maggiore all’istituzione accademica non è reato, anzi, è un suggerimento di cui fare tesoro. E se si vuole, proprio noi siamo i primi a dare l’esempio: mentre dal sotterraneo dei locali ex SUS (ora Scienze Politiche e Giuridiche) è emersa una quantità abnorme di spazzatura rimasta li a marcire da anni e finalmente smaltita qualche settimana fa, nel plesso accanto sono state aperte le nuove aule studio. Poca roba si dirà, ma ad aiutare gli operai sono stati innanzitutto gli studenti, che si sono occupati della sistemazione dei tavoli e della pulizia delle stanze, lavoro per il quale c’è gente pagata, perché era prima di tutto “loro” interesse creare uno spazio vivibile per la vita universitaria. Siamo sicuri che gli studenti, “questi” studenti, meritino solo il 6% in meno di tasse? Noi lanciamo dei sassi, moniti e osservazioni, molto umilmente, sperando di vedere qualcosa di più. Qui ci starebbe il detto “la speranza è l’ultima a morire”, ma noi preferiamo il termine “fiducia”.
Non si può non chiudere questo Editoriale salutando e ringraziando il nostro Paolino da Londra (altro che Mentana e Damilano) che ci ha offerto uno spaccato originale della situazione post-Brexit, con il Regno Unito che saluta (pare ancora senza rimpianti) e se ne va per i fatti suoi (ce ne faremo una ragione). Probabilmente è stata fatta l’Europa ma non gli Europei. Se è stata una ossa sbagliata, se la pagheranno solo loro o la pagheremo tutti, solo il tempo lo dirà, cosi come il tempo ci saprà dire se lo studente è ancora al centro dell’Università, e non un suo antiquato accessorio.
Shalom!