Sarà colpa di noi selvaggi coi tatuaggi

Una oziosa serata di una oziosa domenica estiva, forse la prima senza esami. Avrete sicuramente passato la giornata a mare, con la famiglia, con gli amici a fare selfie imbarazzanti e godervi l’estate, oppure siete tra quegli studenti che devono ancora terminare la sessione estiva. 11117013_897372300323510_574339505_n

Che apparteniate all’una o all’altra categoria, dopo aver dipinto una classica domenica stereotipata (guarda un po’, abbiamo già stravolto il senso della rubrica dopo poche righe..) speriamo di alleviarvi la giornata con un nuovo viaggio tra gli stereotipi più discussi: LE PERSONE TATUATE.

Prima di procedere con le nostre antitesi, vi consigliamo di dare un’occhiata alle uscite precedenti:
Le 5 cose che il taglio di capelli NON vuol dire,
5 miti da sfatare sugli aspiranti giornalisti.

Oggi vi presentiamo una lista di ben 8 affermazioni, miti, stereotipi, da sfatare in merito alle persone tatuate.

  • I tatuaggi non rendono i ragazzi dei galeotti. O almeno non sempre. Ce ne ho messo di tempo per spiegarlo a mia mamma: una scritta o un disegno sul mio corpo non mi trasferiranno automaticamente a Gazzi.
    In realtà, abbiamo semplicemente trovato un compromesso: non tatuerò mai sulla mia schiena le tamarrissime ali di Djibril Cissè.

 

  • Le uniche donne che si tatuano sono le prostitute. Perchè, epoche che furono, le donne si tatuavano per far intendere che potevano essere abusate. Si parla degli ultimi anni dell’800. Quando mia madre mi disse se avevo deciso di divenire una battona rimasi rincretinita per qualche secondo: non penso che noi tatuate abbiamo velleità di questo tipo (con, per carità, tutte le eccezioni del caso). Comunque, per bypassare il problema, evitate di tatuarvi frasi tipo ‘‘Sono in Vendita”.

 

  • Non è una perversione di chi prova piacere con il dolore. Oh ma fa male? Da uno a dieci? Da mille a diecimila? Da mignolo contro il mobile a braccio amputato?”. Calmi, non vi angosciate. A meno che non il vostro tatuaggio non sia di un metro, o in zone particolarmente sensibili (o le ali di Cissè..), non vi farà così male. Poi, è chiaro che il dolore sia soggettivo, e non è prevedibile quanto una persona possa soffrirne.
    In caso chiedete ad Elena, non credo abbia la perversione per il dolore.

 

  • Te Ne Pentirai. “Ricordati che devi morire”. Scontatamente tutti noi tatuati ce ne pentiremo. Arriverà, sembra, un giorno della nostra vita in cui ci guarderemo allo specchio e inizieremo a strapparci con un coltello la pelle. Ve lo giuro che siamo tutti in grado di intendere e volere, sappiamo tutti che stiamo andando a fare una cosa indelebile ma, quanto meno, è una cosa bella al contrario della vostra stupidità (anch’essa indelebile). E siamo anche consapevoli del fatto che diventeremo vecchi e rugosi. Cosa faremo? Nulla. Come dice il mio tatuatore ” noi non abbiamo paura del per sempre”.

 

  • I concorsi pubblici. Questa, invece, l’ho dovuta spiegare a mio papà, partendo da un presupposto importante: NON FARO’ MAI CONCORSI PUBBLICI IN VITA MIA. A furia di ripeterlo, mi è sembrato che si fosse convinto anche lui. Sì, poi in realtà ho anche usato la mia spavalderia e il mio orgoglio di cartone, riferite alla potenziale mancata tolleranza di un ipotetico datore di lavoro: “Intanto voglio essere il datore di lavoro di me stesso, e poi non accetterei mai lavoro da chi mi giudica per una scritta sul corpo”, o magari due, tre, un dragone, le ali di Cissè. tattooed-elderly-people-cover-526x268

 

 

 

  • Ma quindi non sei una persona seria. Ah, che belli gli stereotipi. Etichettati tutti come pochi di buono per dei disegni. A me , durante questi 5 lunghi anni di Medicina, non so quante volte è stato ribadito che non posso fare il medico. E così, non si può fare l’avvocato, il notaio, il politico (fossero i tatuaggi il problema). Posso parlare a nome di tutti i tatuati quando dico che gli unici aghi che utilizziamo sono per colorarci e non per drogarci.

 

  • Il significato. Quasi tutti i tatuaggi hanno un significato. Non tutti i tatuati vogliono rivelare il significato del proprio.
    E sfatiamo questo mito: se non voglio rivelartene il significato non è correlato alla mia ex: i tatuaggi, spesso, sono una cosa intima. Lo sono e devono restarlo.
    Anche se spesso mi chiedo il significato delle ali di Cissè.

 

  • Il numero dispari è solo una scusa. La leggenda vuole che il marinaio che partiva per la prima volta, si tatuasse nel porto di partenza, poi una seconda volta nel porto di destinazione e, infine, una terza volta fatto ritorno di nuovo a casa. E la storia si ripeteva per i viaggi successivi. Il marinaio, quindi, si trovava nella situazione di avere un numero pari di tatuaggi solo quando era giunto nel porto di destinazione, cioè nel punto più lontano da casa, quando la nostalgia della propria terra si faceva sentire di più. Una volta tornato a casa quella situazione veniva immediatamente cancellata con un nuovo tatuaggio, che riequilibrava, ecco perchè il numero dispari.

Quindi la prossima volta che penserete che i tatuaggi dispari sono solo una scusa, ricordatevi che noi che utilizziamo la nostra pelle come una tela abbiamo dentro un lungo percorso interiore, ci sentiamo un po’ come i marinai. Poi, se voi andaste per mare e non tornaste più non sarebbe malaccio.

Un abbraccio.

Elena Anna Andronico

Alessio Micalizzi

di Redazione UniVersoMe

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