Dal lungometraggio animato "Lilli e il Vagabondo" ©Disney

Le cinque parole dell’amore

“Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce”
-Blaise Pascal

Con queste parole Pascal voleva semplicemente dimostrare che quando si parla di amore non si può assolutamente far ricorso alla ragione. Non si può decidere razionalmente di innamorarsi o meno di una persona. Molti studiosi si son soffermati molto su quali fossero i meccanismi fisiologici, interessate nel causare questa sensazione d’innamoramento generale, che tutti o quasi, corrisposti o meno, hanno provato. Sono cinque le sostanze che fanno da protagonista nel generale questa risposta del nostro organismo. Ovviamente il tema è molto discusso e c’è ancora molto da scoprire, tuttavia è possibile fare questa breve panoramica della situazione.

DOPAMINA

All’interno del nostro encefalo c’è uno specifico circuito, chiamato “della gratificazione” che viene attivato ogni qual volta si ha la sensazione di piacere. Questa è una via dopaminergica, ovvero che provoca il rilascio di dopamina all’interno dello spazio sinaptico. Uno dei protagonisti principali di questa via è il nucleo accubens septi, attivato dal mesencefalo. Droga, alcol, fumo e amore attivano, a loro modo, questa via. La sua funzione è quella di creare un circolo virtuoso che alimenti costantemente la voglia di ricercare la fonte di piacere. Non a caso chi fa uso di droga, ne richiederà sempre di più, come chi è innamorato va alla ricerca della presenza del partner. Ne risente il bisogno, la mancanza e la voglia di stare assieme.

NORADRENALINA e ADRENALINA

L’ipotalamo dell’innamorato stimola il sistema simpatico, che a sua volta induce la midollare del surrene a secernere noradrenalina, per il 20%, e adrenalina, per l’80%. Questi ormoni favoriscono l’aumento del battito cardiaco (provocando quel tipico arrossamento sulla pelle), la respirazione, e la pressione sanguigna. E’ questa aumentata attività cardio-respiratoria che ci fa vivere un profondo stato di felicità, eccitazione e di euforia.

OSSITOCINA

L’ipofisi produce Ossitocina, un ormone secreto durante l’orgasmo, la stimolazione dei genitali e durante l’allattamento. Nell’uomo è anche responsabile del periodo refrattario che segue l’eiaculazione. Viene chiamato ormone dell’amore perché si ritiene che generi atti affettivi e protettivi nei confronti del compagno/a: baci, carezze, abbracci e tutto il resto.

Dopo un po’ l’innamoramento perde notevolmente la sua carica iniziale e si affievolisce. Molte coppie non superano questa fase: si litiga, si commettono tradimenti e ci si lascia. Tuttavia questo non è il destino di tutte le coppie. Alcune sono nate per durare, ed ecco che entrano in gioco le ultime protagoniste di questo bellissimo viaggio: le endorfine.

ENDORFINE

Queste sostanze, simili per struttura alla morfina, hanno un’azione rilassante, calmante, analgesica ed entrano in gioco più avanti, quando l’innamoramento gradualmente si trasforma, se ci sono i presupposti, in una relazione meno passionale e più affettiva. Secondo molti esperti questa fase di passaggio è molto variabile e può durare dai 18 mesi fino ad un massimo di 4 anni.

 

 

Francesco Calò

di Redazione UniVersoMe

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