STAMPANTE 3D, IT’S NOT JUST FOR FASHION!

A seguire le innovazioni scientifiche spesso si rimane sbalorditi. Nessuno, almeno del nostro giro (studio/divertimento), fino a qualche mese fa, avrebbe mai immaginato di costruire una protesi – e che protesi!- con una stampante. Certo, si tratta di una stampante 3D, ma pur sempre una stampante.

La stampa in 3D rappresenta la naturale evoluzione della stampa in 2d, quella che ormai tutti comunemente utilizziamo. Delle tante possibili definizioni, questa è sicuramente la più banale perché di per sé il dispositivo è in grado di realizzare qualsiasi modello tridimensionale attraverso un processo di produzione additiva, ovvero partendo da un oggetto disegnato tramite software è possibile replicarlo nel mondo reale con l’ausilio di appositi materiali che sostituiscono l’inchiostro. La procedura prevede solitamente il posizionamento di uno strato sopra l’altro, continuando poi per sezioni trasversali. Se la descrizione risulta difficile da capire, pensate a quando da piccoli vi mettevate a costruire qualcosa con i mattoncini LEGO: inizialmente posavate i pezzi per comporre la base, poi continuavate ad incastrarli verso l’alto in modo da ottenere il profilo voluto.

Certo che quando, negli anni ottanta, si riuscì ad ottenere il primo prodotto di una stampa 3d (una coppa), Chuck Hull, il nostro artefice, non avrebbe mai potuto immaginare quanto lontano sarebbe arrivata la sua idea. Idea che, tra l’altro, all’inizio venne accolta con sufficienza, quasi come si trattasse di una fantascienza ( dai, era il periodo di “Guerre Stellari”- comprensibile…)

Dopo più di trent’anni sappiamo, oggi, che dei ricercatori del New Castle college, battendo la concorrenza di altri centri di ricerca, sono riusciti a realizzare in pochi minuti una cornea umana che potrebbe di fatto, costituire una soluzione alle lunghe liste d’attesa per il trapianto.

Una cornea umana su misura e senza donatore, il massimo per i trapiantologi.

Infatti, in questo specifico settore della medicina, ormai, il problema principale, a parte il rigetto tenuto abbastanza sotto controllo, sono i donatori: sempre inferiori alle necessità. Ma proprio questa scoperta dei ricercatori della Newcastle University, potrebbe offrire un’efficace soluzione, quantomeno per i trapianti di cornea, che sono almeno 10 milioni l’anno in tutto il mondo e con oltre 5 milioni in lista d’attesa.

Il “bio-inchiostro” della stampante è una miscela di alginato, collagene e cellule staminaliprovenienti dalla cornea di un donatore sano. Con questo gel che costituisce la base del bio-inchiostro, la stampante inizia a produrre la cornea a cerchi concentrici impiegando appena 10 minuti e permette alle cellule staminali di essere coltivate e proliferare direttamente sulla cornea artificiale e non separatamente in altra sede. Il prof. Connor – coordinatore della ricerca- ha affermato che il particolare Gel mantiene le staminali vitali e produce un materiale che è al tempo stesso resistente a sufficienza per mantenere la sua forma e morbido quanto basta per fuoriuscire dalla testina di una stampante 3D. Per di più, nel caso specifico, attraverso una scansione dell’occhio, gli studiosi hanno garantito una maggiore capacità di adeguamento della cornea alle caratteristiche del paziente da trapiantare.

Certo la ricerca necessità di ulteriori sperimentazioni per dimostrare l’efficacia della tecnica e valutare eventuali effetti indesiderati, ma le basi per “stampare” organi su misura sono ormai state gettate. In molti nel panorama scientifico cominciano a pensare che questa soluzione permetterà in futuro di poter creare una riserva di tessuti, perché no auto-compatibili, e porre così fine alla cronica mancanza di organi da trampiantare.

L’abstract della ricerca è consultabile al link:

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0014483518302124

Link all’esperimento

Ivana Bringheli

di Redazione Scienza&Salute

Rubrica di divulgazione scientifica dalle curiosità di tutti i giorni alle ultime scoperte.

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