Seminario articolo scientifico: processi di peer review

Relatori – ©GiuliaGreco, Aula Cannizzaro 2019

Grande opportunità, tenutasi il 26 febbraio, per gli studenti del sesto anno di medicina e psicologia e i dottorandi di ricerca, che hanno seguito il seminario sulla revisione dell’articolo scientifico, curato dal Prof. Salvatore Settineri (Editor in Chief della MJCP) e trasmesso in diretta streaming a livello nazionale.

Una ricchezza di contenuti e qualità, concentrati in pochissime ore.
Strumenti utili sono stati forniti ai giovani appassionati di ricerca scientifica, comunicando la bellezza di una scienza aperta, raccontando le diverse figure e i molteplici aspetti di una produzione scientifica e del ruolo del revisore.
Un incontro di eccellenza animato dall’entusiasmo di giovani ricercatori, l’esperienza di una rivista internazionale e Open Journal come la MJPC (Mediterranean Journal of Clinical Psychology), a cui partecipano anche i funzionari del sistema bibliotecario di ateneo. La Mediterranean Journal of Clinical Psycology è una delle poche riviste Open Journal. Numerosi sono gli spunti di riflessione forniti in relazione ai vari momenti e ai vari interventi dell’incontro, che verranno analizzati e illustrati di seguito.

All’apertura il professor Settineri ha invitato a riflettere sull’approccio in merito ai metodi con cui si svolge questo genere di lavoro.

Racconta che editare una rivista parte tutto da un sogno. Quando era giovane per lui le riviste importanti erano attaccate sulle pareti, era difficile reperirle, e cercare un articolo era come una caccia al tesoro, un gap colmato oggi tra le possibilità che si aprono davanti ai nostri occhi con la rete.
Spiega l’importanza della multidisciplinarità ringraziando la Sba (Sistema bibliotecario di Ateneo) che ha consentito lo streaming, e la docente di statistica, la prof.ssa Alibrandi, che segue il lavoro di più discipline all’interno della rivista, sottolineando l’importanza di un lavoro di gruppo in cui partecipano svariate figure, di diversi settori, varie discipline senza le quali non sarebbe possibile la realizzazione di un buon prodotto finale.

La collaborazione di tutti è necessaria ad individuare punti di forza e debolezza del lavoro. Anche noi studenti inconsciamente partecipiamo da spettatori passivi quando siamo lettori, e attivi quando effettuiamo tesi di Dottorato.
A seguire, l’interessante intervento della dottoressa Benedetta Alosi (SBA di Ateneo) sulla revisione parietaria con una prospettiva nuova di evoluzione e cambiamento per i giovani che abbraccia l’open science.
Fa una panoramica di modi alternativi di fare revisione scientifica oltre a quello tradizionale (revisione prima della pubblicazione). Il metodo di revisione tradizionale non tiene conto dell’apporto che la comunità può dare al dibattito su quei temi che tratta o sulla scienza.
L’open peer review invece è un processo di revisione aperta vissuto come dibattito e confronto. Lo scopo di una pubblicazione di una rivista, soprattutto online e open access, è la promozione della circolazione libera delle idee. Le riviste chiuse e a pagamento limitano la circolazione delle idee. Le riviste aperte la favoriscono, ovviamente con norme che la regolamentino e licenze di copyright.

Fare scienza è comunicarla. Si dice, appunto, che se un pittore fa un opera d’arte ma la tiene chiusa nella sua stanza, quest’ultima non è più arte, ma diventa arte nel momento in cui la si rende disponibile e fruibile a tutti .”

Aula Cannizzaro – ©GiuliaGreco 2019

Successivamente, si è passati alla rassegna delle varie tipologie di peer review.
L’open peer review è una sezione dell’open science che non vuole mettere a disposizione solo il prodotto finale, ma includere anche la condivisione di tutti i passaggi per dare solidità e trasparenza alla scrittura scientifica. In alcune piattaforme esiste proprio un continuum per la review.
La revisione dell’articolo scientifico è un momento dinamico, non chiuso.
Tra i vantaggi: un’opportunità per i giovani nelle tesi di dottorato con onori e oneri che aumento la qualità del prodotto. Evitare i pregiudizi e le faziosità tra chi scrive, salvaguardare l’integrità e trasparenza della scienza.
Attenzione però al rischio che si potrebbe correre. Occorre sempre distinguere tra scienza vera e falsa. La dottoressa Aloisi cita il caso della correlazione tra autismo e vaccini di Andrew Wakefield, rifiutato da un’importante rivista, polemica attuale che ancora persiste sui vaccini. Lo stesso British Medical Journal, autorità nel campo delle pubblicazioni mediche, afferma che è una grande bufala. L’impatto per la collettività e la grande responsabilità che ha il revisore verso numerose vite e sull’informazione pubblica, esiste anche in ambito farmacologico.

È intervenuto anche il dottor Nunzio Feminò (Sba di Ateneo), evidenziando “l’importanza della ricerca bibliometrica nelle fonti e delle fonti stesse come strumento rilevante per la revisione parietaria.” Ha affermato come la citazione sia come strumento di qualità, così come l’indice H (qualità e autore) e i valori citazionali facendo anche riferimento ai vantaggi e ai limiti delle più importanti banche dati: web of science, Scopus, Google scholar, Software publish or perish, Google books.

Il Professor Settineri ha ribadito che non è necessariamente vera il legame tra alto impact e qualità.
Ha condiviso e raccontato la sua esperienza di clinico, quando prima di editare il giornale si occupava di scienze nuove che anni fa non venivano prese in considerazione. La clinica è diversa dall’esattezza anche rispettando la statistica e la matematica. Il professore ha messo in guardia dalla presenza di regole da conoscere necessariamente nel mondo della ricerca scientifica, e nel mondo accademico. La mancanza di conoscenza di tali regole espone ad un grosso rischio, che è l’abbandono dell’amore per la scienza.

Inoltre, si è dibattuto il tema del referaggio dell’articolo scientifico dal punto di vista statistico, curato dalla Professoressa Angela Alibrandi.

Relatori – ©GiuliaGreco, Aula Cannizzaro 2019

“Il bello della ricerca è il continuum in cui ognuno aggiunge un mattoncino”.

La dottoressa ha fornito ottimi consigli utili per gli autori delle riviste. Ha spiegato che il metodo statistico è basato su un obiettivo: ogni autore prima di scrivere deve avere un obiettivo e chiedersi qual è il contributo aggiuntivo che apporta ai precedenti studi. Ciò presuppone una maggiore rewiew e un ulteriore approfondimento del tema che si vuole trattare.

Ha sottolineato anche l’importanza della pianificazione e dei metodi, di un ordine, di orientare la scrittura verso un senso logico che predispone ad una chiarezza che verrà percepita dal lettore. Consiglia di scrivere meno e meglio, e di prefiggersi come scopo la qualità, non la quantità.

A seguire sono intervenuti il Dottor Emanuele Maria Merlo, in qualità di Journal Manager, Fabio Frisone, in veste di assistente Journal della rivista MJCP, che ci hanno riportato la loro esperienza in questo ambito.
Il dottor Merlo si è soffermato sull’analisi dei ruoli dei diversi membri della rivista, invitando a ragionare intorno alla parola chiave riassuntiva dell’incontro: openpoiché afferma che l’1/3 dei soldi destinati alla ricerca si spendono per contributi che il 90% della gente non legge.

In chiusura, ricco di spunti e stimoli di riflessione è stato l’intervento dal titolo “La rivista come strumento di cultura, recensioni e rubriche”, curato dall’assistente Journal Fabio Frisone, volto a far capire quanto sia interessante e al contempo impegnativo il ruolo del referee. Per garantire accuratezza, completezza e originalità al nuovo contributo bisogna interiorizzare e far proprio il contributo, per poi consegnarlo al pubblico di lettori. Non è sufficiente una sola lettura del lavoro. Fare il referee non è solo curare la forma e il suo contenuto, ma anche interiorizzare la cultura.
Il secondo aspetto su cui ha posto l’accento è la potenzialità divulgativa dell’Open Journal. La parte divulgativa non è indispensabile in una rivista, ma per la MJCP lo è. Vengono fatte una o più recensioni di un libro pertinenti al numero della rivista. Nel loro ultimo numero hanno recensito il libro “The bible as dream” di Murray SteinPresidente dell’International Association for Analytical Psychology (iaap), membro della Chicago Society of Jungian Analysts, e impegnato nella pratica clinica privata. Editore di Jungian Analysis. Hanno scritto inviando a questo autore la loro recensione, instaurato dunque una corrispondenza, ed è stato lo stesso autore che si è offerto di scrivere un pezzo per la loro rivista. Ecco la prova della divulgazione come amore per la scienza e la cultura, per lo scambio di idee, e per il confronto.

Anche l’illustre Professor Sergio Baldari, direttore del dipartimento BIOMORF Messina, professore ordinario, e direttore della scuola di specializzazione di medicina nucleare ha speso delle parole in merito a una questione molto controversa, eppure molto comune. Il professore ha spiegato che in clinica molti pazienti arrivano con informazioni talvolta scorrette rilevate dal web, ed entrano nel panico quando il medico dà un’opinione diversa da quella che ci si aspettava.

I poveri pazienti finiscono con il domandarsi: “qual è l’informazione giusta? Quella dei medici o quella diffusa senza criterio online?

Desk – ©GiuliaGreco, Aula Cannizzaro 2019

Il Professor Settineri infine saluta affettuosamente gli studenti presenti in aula, con un auspicio:

“Vi auguro tanto successo; successo non significa essere importanti, avere successo significa essere felici. Ed essere felici significa rendere felici gli altri con il vostro prodotto.”

Per tutti i giovani studenti di medicina ha rappresentato un’occasione costruttiva di dialogo per l’università, che dovrebbe essere sempre un ambiente in cui fioriscano idee, in cui le persone, come fossero tante molecole, interagiscano tra loro reagendo e scambiandosi energia, idee, contenuti e, una volta avvenuto questo contatto, non essere più quelli di prima, ma migliori. Si è trattato di un’esperienza per cui essere grati, grazie alla quale si può veramente dire di “essere stati seduti sulle spalle dei giganti”, come disse Newton.

Daniela Cannistrà

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