Speciale FRU 2019: diario di bordo – giorni 2 e 3

Vi avevamo lasciati con la prima parte del diario di bordo (se ve lo siete perso, leggetelo cliccando al seguente link https://www.universome.eu/2019/06/07/speciale-fru-2019-diario-di-bordo-giorno-1/) che abbiamo scritto riportandovi i racconti del primo giorno dei cinque speaker (Francesco Burrascano, Giuseppe Cannistrà, Alessio Caruso, Elena Perrone, Ilaria Piscioneri) studenti dell’UniMe che hanno rappresentato Radio UniVersoMe al FRU 2019. A poche ore dalla fine dei lavori del FRU 2019, aggiorniamo le ultime pagine del diario dei nostri ragazzi, ripercorrendo le esperienze vissute negli ultimi due giorni del festival. 

©UVM, FRU 2019 festival delle radio universitarie italiane, Università degli Studi Roma Tre

 

Venerdì 7 giugno si sono susseguite una serie di attività che hanno tenuto impegnati i fruisti dalle 9:30 fino a sera. Sono state affrontate e sviluppate varie tematiche di carattere giornalistico e radiofonico. La mattinata è cominciata con un primo incontro costituito dagli interventi della Prof.ssa Elisa Giomi dell’Università degli Studi Roma Tre, di John Vignola di Rai Radio1, e di Lilith Primavera, cantante e performer che ha presentato il suo video dal titolo “Nuda”. L’obiettivo del workshop era trattare la tematica del sessismo nella musica e mettere in guardia da questo fenomeno molto diffuso. Per saperlo riconoscere, sono state analizzate le caratteristiche dei testi di molte canzoni che risultano trasmettere messaggi misogini e omotransfobici, e si è parlato di come essere in grado di trattare questo argomento in onda. Oggetto di discussione in un altro workshop è stato il ruolo del suono nelle professioni del futuro, incentrato sull’importanza del suono come prima forma di comunicazione.

©UVM, FRU 2019 festival delle radio universitarie italiane, Università degli Studi Roma Tre

Altri momenti particolarmente interessanti e altamente formativi sono stati due workshop di conduzione radiofonica, l’uno condotto da Stefano Pozzovivo di Radio Subasio e l’altro da Tamara Taylor di Radio Veronica/Radio Arancia/Radio Velluto, da cui sono emerse buone pratiche da adottare per saper fare radio. Un primo utile consiglio è quanto sia fondamentale riascoltarsi dopo aver trasmesso ogni puntata; inoltre, non bisogna mai dimenticare che fare radio equivale anche a trasmettere informazioni attendibili di cui si è accertata la fondatezza e veridicità. Per questo motivo, è necessario verificare le fonti delle notizie prima di preparare la scaletta degli argomenti che verranno affrontati in puntata, in modo da garantire un’elevata qualità dell’informazione e contrastare la disinformazione. 

Nel caso in radio venissero ospitati artisti, il suggerimento è di cercare informazioni nei rispettivi fanclub in modo da raccogliere opinioni e reazioni del pubblico che li segue. Altro vademecum per le interviste è quello di non rivolgere domande scontate e banali, ma cercare di riflettere su quelle che possono essere fuori dal comune. È stato anche dato un suggerimento che molti studenti alle prime prese con la radio non si aspetterebbero, e cioè che l’intervista non deve essere preparata troppo nei minimi dettagli prima che avvenga, dato che può prendere direzioni inaspettate e imprevedibili. Il segreto è ascoltare attentamente cosa dice l’ospite nel momento stesso in cui avviene l’intervista, e nel frattempo farsi ispirare per delle idee utili a formulare le domande successive, sulla base delle risposte che vengono date a quelle precedenti. Secondo questo criterio, una volta che lo speaker stabilisce quale sia la prima domanda, si procede con altri quesiti pertinenti al tipo di risposte che vengono date, in modo da poter dare un senso e una linea coerente all’intervista.

La capacità di un bravo radiofonico sta anche nel sapersi adattare e andare a braccio all’occorrenza, senza scadere nell’ovvietà. Semmai, l’aspetto su cui focalizzarsi prima di intervistare è lo studio del personaggio che sarà intervistato. Il rischio in cui non dover incappare è quello di pervenire a un tale livello di confidenza tra intervistatore e intervistato che escluda l’ascoltatore. Occorre sempre tenere a mente che la radio è al servizio degli ascoltatori e che sarebbe bene mantenere costante il coinvolgimento del pubblico. Altre tecniche di conduzione radiofonica che si è ricordato di puntare a perfezionare sono l’uso della voce, l’intonazione, la dizione e la respirazione diaframmatica. Ulteriori accorgimenti che assicurano la buona riuscita della trasmissione sono il pianificare le scalette pensando a dei tempi scanditi e a delle chiuse adeguate, e usare cuffie e microfoni con disinvoltura, ma senza dimenticarsi di mantenere un certo profilo: in radio bisogna essere sé stessi e al contempo indossare una maschera di autorità e credibilità. Infine è emerso il lato costruttivo degli errori, da non sottovalutare: sbagliate sbagliate e sbagliate, solo sbagliando potete imparare e migliorare.

©UVM, FRU 2019 festival delle radio universitarie italiane, Università degli Studi Roma Tre
©UVM, FRU 2019 festival delle radio universitarie italiane, Università degli Studi Roma Tre

I momenti più attesi ma anche più temuti dagli speaker delle radio universitarie presenti al festival sono stati le due speaker challenge, una che si è tenuta sabato e l’altra di domenica, che li ha visti sfidarsi, dai 90 secondi ai 4 minuti a testa, su un testo che era stato consegnato loro qualche ora prima e sul quale avrebbero dovuto impostare il loro spezzone radiofonico.

L’ultima giornata, quella di sabato, è stata caratterizzata da approfondimenti sulla lingua italiana, sul linguaggio e su come comunicare la ricerca in radio. A proposito di quest’ultimo argomento, è intervenuto Marco Motta di Rai Radio3, che ha affermato quanto la scienza faccia integralmente parte della cultura, e per questo meriti di essere menzionata in radio, come si fa in Radio Tre Scienza. Ha inoltre aggiunto che la ricerca è un tema che consente di spaziare moltissimo e suscitare la curiosità degli ascoltatori, rendendo il dibattito quanto più accessibile a tutti. Giulia Alice Fornaro di Agorà Scienza e dell’Università di Torino ha riportato come modello l’esperienza della sua radio universitaria in rapporto alla ricerca. Ha spiegato che grazie al podcast ideato dal Forum della Ricerca di Ateneo dell’Università di Torino (FRidA) dal titolo “Prof fantastici e dove trovarli” (per ulteriori informazioni si rimanda al link http://frida.unito.it/wn_pages/podcast.php/Jun2019/1_prof-fantastici-e-dove-trovarli/), non si ha la pretesa di raccontare lo scibile, ma di ospitare diversi professori e ricercatori che documentino e testimonino come funziona la ricerca. La singolarità interessante della rubrica è proprio la diversità e la ricchezza di proposte che il tema offre: ogni puntata viene costruita in modo molto diverso rispetto alle altre e prende forma a seconda dell’ospite in questione. Sorge spontaneo chiedersi qual è il modo migliore di approcciarsi a un ricercatore in radio. Viene risposto che un presupposto è sicuramente quello di confrontarsi con l’ospite prima della diretta, dando delle direttive su come si svolgerà la puntata e su come comportarsi in radio. Per far dilungare solo quanto basta, una strategia a cui poter ricorrere è quella di fare domande mirate, semplici e dirette.

©UVM, FRU 2019 festival delle radio universitarie italiane, Università degli Studi Roma Tre

Oltre ai momenti prettamente formativi, si sono svolte due sessioni di tavole rotonde sul dibattito tra le radio universitarie e i soci RadUni, in cui ogni partecipante si è fatto portavoce della propria radio universitaria, raccontando qualche progetto particolare che è stato realizzato. Radio UVM ha esposto valutazioni e considerazioni riguardo a un nuovo format introdotto da pochi mesi dal titolo “48/2”, in cui vengono analizzate dagli speaker Francesco Burrascano e Alessio Gugliotta, assieme al Prof. Settineri (docente di psichiatria), le 48 leggi del potere tratte dal best seller americano di Robert Green. Dall’assemblea si sono ricavati, grazie al contributo di RadUni, dei buoni propositi per migliorare e riparare alle eventuali difficoltà di ogni radio. Per le serate conclusive non poteva mancare l’evento di intrattenimento con tanta musica e in più un ospite speciale che sta tanto riscuotendo successo su Instagram con le sue vignette dallo stile satirico: Fabio Magnasciutti.

©UVM, FRU 2019 festival delle radio universitarie italiane, Università degli Studi Roma Tre

Adesso che il festival è giunto alla conclusione, è tempo di bilanci. Alla domanda “Come definireste il FRU con una parola, motivandola?”, le risposte sono eterogenee e ci fanno viaggiare virtualmente nel FRU grazie alla sensibilità dei nostri cinque ragazzi. Per Francesco il FRU era “esplosivo: energia che si respira, l’unione che c’è, emozione che si percepisce. Sento molto questa emozione che si sparge ogni volta che succede una di queste cose: un ospite che parla, oppure quando uno di noi passa all’altro turno alla fine di un’attività, o durante un intervento particolare”. Per Giuseppe il FRU significava “positività: negli occhi di tutti questi ragazzi vedo la positività di credere in un futuro che, seppure difficile, sperano un giorno di poter realizzare”. Per Alessio il FRU era “entusiasmo: nessuno è nessuno e anche quelli che sono qualcuno ritornano nessuno. Siamo tutti sullo stesso piano”. Per Elena il FRU era “diversificato: ci sono tante cose da fare e cercando di incontrare gli interessi di tutti. Si passa dal momento serio al momento in cui si balla, si ride e si scherza, e ci si diverte insieme”. Per Ilaria il FRU è “energia frenetica: è un ambiente fresco e giovane, c’è un fermento generale che colpisce tutti e nessuno si sente escluso. C’è frenesia, e nello scappare da una conferenza all’altra corri veloce perché non vuoi perdertene nessuna; non vuoi lasciarti sfuggire nessuna parola, nessuna emozione.”

Si è soliti dire che “ciò che accade a Roma, resta a Roma”, ma non è questo il caso: i nostri cinque ragazzi erano partiti con un bagaglio pieno di aspettative e curiosità, che durante il FRU hanno riempito con insegnamenti e apporti che sono pronti a condividere con i colleghi della radio, determinati a farla crescere con ambizione e impegno.

Prossima destinazione: FRU 2020! 

Giusy Boccalatte

di Giusy Boccalatte

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