“Per gli studenti fuorisede questa situazione è drammatica”. La nota dell’Associazione Gea Universitas

Riceviamo e pubblichiamo una nota diramata dall’Associazione Gea Universitas sulla condizione degli studenti fuori sede durante la pandemia.

Dall’entrata in vigore del decreto governativo dell’10 marzo 2020, tutte le attività didattiche sono state sospese”, ha annunciato quasi un mese fa il Premier Giuseppe Conte.
Per via della crescita esponenziale dei contagi, l’Italia è stata dichiarata “zona rossa”. Stop agli spostamenti e blocco di ogni manifestazione, chiusura delle aziende preposte alla produzioni di beni, non considerati di primaria importanza, sospensione delle attività didattiche nelle Scuole e nelle Università.

Sorge spontaneo, in un contesto drammatico come quello che stiamo vivendo negli ultimi giorni, pensare alle migliaia di studenti fuori sede che hanno fatto rientro nelle loro abitazioni, abbandonando tutti gli appartamenti situati nelle città dove frequentano i corsi di laurea d’appartenenza.
Quasi uno studente universitario su tre, sceglie di frequentare un ateneo fuori sede, cioè situato fuori dalla città di residenza, da ciò possiamo dedurre che una fascia prospicua della popolazione studentesca sia costituita per l’appunto da studenti fuorisede.

All’interno delle molte famiglie italiane, genitori e studenti, non hanno più la possibilità di poter lavorare o di avere uno stipendio fisso, come lo era nei mesi precedenti. E far fronte ad ulteriori spese, anche se minime, sta diventando un macigno troppo pesante da poter affrontare e sopportare.
“Nella realtà Messinese, molti sono gli studenti fuori sede provenienti dalle Province Siciliane e Calabresi, e ad oggi, in quanto studentessa fuori sede, sto riscontrando tutte le problematiche a cui siamo stati sottoposti, in un frangente drammatico come questo – ha sottolineato Federica Maria Sacco, studentessa fuori sede e coordinatrice dell’Associazione Gea Universitasmolte sono le famiglie e gli studenti che dall’oggi al domani, si ritrovano a non poter più incassare lo stipendio. Famiglie che già facevano sacrifici enormi per poter mantenere gli studi dei propri figli fuori città. Così, migliaia di studenti come me, stanno provando in questi giorni a dar rilievo alla realtà giovanile in cui ci troviamo, tramite petizioni o articoli di giornale, ma nel nostro piccolo stiamo cercando di dare un contributo alla Voce di un’intera popolazione studentesca. Ovviamente tenendo conto anche delle esigenze dei vari locatori“.

Il Governo Italiano, per far fronte a tale emergenza sanitaria, ha adottato misure straordinarie. Nel Decreto “Cura Italia”, sono state introdotte misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per lavoratori, famiglie e imprese. Ma ad oggi, nessuna misura è in grado di tutelare i diritti degli studenti fuorisede, ancora ad oggi non è una tematica ritenuta di così considerevole importanza, da trovarvi una soluzione.
Noi studenti continueremo a farci sentire- conclude Federica– fin quando non vedremo la realizzazione di qualcosa di concreto“.

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