Coronavirus: le regioni più severe hanno registrato meno contagi. La Lombardia all’ultimo posto per numero di provvedimenti

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Sono passati oramai più di due mesi dal primo Dpcm di Conte (8 marzo 2020), con il quale si inaugurava la Fase 1 e il periodo di quarantena su tutto il territorio nazionale. Da allora, tirando le somme, è risultato lampante che il covid-19  ha colpito le regioni del Belpaese in maniera disomogenea: infatti se da un lato abbiamo un Nord Italia dilaniato dall’emergenza coronavirus, dall’altro il meridione è rimasto perlopiù stazionario. Ciò è dovuto sicuramente in parte alla posizione geografica e ai collegamenti infrastrutturali di ogni regione, che ne determinano una maggiore difficoltà nel raggiungerla e quindi un maggiore isolamento. Nondimeno secondo una ricerca del Centro Studi di FB&Associati, la prima società di lobbying e advocacy fondata in Italia nel 1996, potrebbe non essere solo questa la motivazione. A pesare, infatti, sul contenimento dei contagi sarebbero state anche le ordinanze varate dalle singole Regioni. Si tratta di una mole di provvedimenti impressionanti: in totale 468 nel periodo compreso tra il 24 febbraio ed il 25 aprile.

 

(Corriere della Sera)

 

Il Centro Studi ha voluto misurare l’impatto avuto da queste ordinanze e, come anticipa il Corriere della Sera, il risultato è sorprendente. Le Regioni che sono state meno colpite dalla pandemia sono anche quelle che hanno varato più provvedimenti. In particolare, si tratta di Abruzzo (49 ordinanze), Toscana (40), Campania (39), Calabria e Lazio.
Se da un lato alcuni governatori hanno sostenuto che il contenimento dei casi sarebbe dovuto proprio alle maggiori restrizioni imposte, dall’altro sembrerebbe che Regioni omologatesi alle restrizioni del governo centrale siano riuscite a limitare, comunque, il numero dei contagi”, si legge nello studio. Al contrario, le Regioni che hanno contato più vittime per il coronavirus sono in fondo alla classifica della produzione di ordinanze. La Lombardia ha adottato solo 9 provvedimenti, il Veneto appena 14, il Piemonte 13 e l’Emilia-Romagna 18.
(TPI.it)

 

FB&Associati on Twitter: "FB & Associati cerca un Campaign and ...

 

Inoltre lo studio si sofferma sulle difficoltà circa la cooperazione tra Stato e Regioni sulla Fase 2. Alcune perplessità sono relative all’articolato sistema di competenze previste dalla Carta Costituzionale nel rapporto fra governo centrale ed enti regionali, in merito alle forze centripete di alcuni governatori che rischiano di rendere ancor più critica la gestione di questa seconda fase della pandemia. Ciò si è manifestato qualche settimana fa (ad esempio) con la Governatrice della Calabria Santelli, la quale attraverso un’ordinanza regionale aveva optato per la riapertura anticipata di bar e ristoranti con servizio al tavolo, salvo poi essere annullata in parte dal TAR. Dunque questo è stato solo il primo di molti altri casi che si potrebbero ripresentare nelle prossime settimane, qualora vi fossero delle divergenze e delle differenti vedute tra Regioni e Stato. Con quest’ultimo che invece di preoccuparsi di consolidare il proprio consenso, dovrebbe guardare all’esigenze e alle richieste dei suoi cittadini, che non possono essere evidentemente le stesse dalla punta al tacco dello stivale.

 

Santoro Mangeruca

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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