Piano vaccini modificato, fase 3 anticipata. Ecco le nuove modalità di somministrazione e prenotazione

Sono cambiati i criteri di distribuzione regionale dei vaccini. La somministrazione agli under 55 avverrà con qualche anticipo.

Coronavirus, vaccino AstraZeneca –Fonte:ilmessaggero.it

Il 3 febbraio, a seguito della distribuzione delle forniture delle dosi di Pfizer-BioNTech e Moderna, si è assistito ad un cambiamento del piano che regola la campagna vaccinale contro la diffusione dell’epidemia da coronavirus. Ciò è avvenuto a seguito dell’esortazione dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) sulla somministrazione del vaccino di AstraZeneca primariamente alla fascia della popolazione tra i 18 e i 55 anni. Questo ha notevolmente contribuito a modificare gli accordi prestabiliti nel mese di dicembre, in cui la visione ottimistica faceva ben sperare ad una capacità maggiore delle aziende farmaceutiche, alla produzione di milioni di dosi necessarie nel più breve tempo possibile.

Inizio della somministrazione dei vaccini

Vaccini anti Covid –Fonte:lombardianotizie.online

Già dal 27 dicembre scorso sul territorio italiano era stata avviata la distribuzione dei vaccini prodotti da Pfizer-BioNTech. La presenza di ritardi riscontrati già dai primi giorni di gennaio e il conseguente rallentamento della diffusione della dose, ha cambiato “le carte in tavola” obbligando le regioni a modificare i loro piani originari.

Campagna vaccinazione anti covid 19 –Fonte:governo.it

L’Italia perciò sta adesso attraversando l’ultima parte della fase 1, in cui i soggetti sottoposti a vaccino sono tutte le persone con un’età superiore ad 80 anni. Il territorio nazionale si presenta però a macchie di leopardo, facendo si che vi siano alcune regioni in cui si è dato inizio alla prenotazione degli appuntamenti, come in Lazio e in Campania, restandone scoperte molte altre che non hanno ancora ben chiare le modalità di coinvolgimento degli anziani.

Motivazioni che hanno comportato i mutamenti del piano

L’incontro del 3 febbraio tra il Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia e i presidenti delle regioni hanno mostrato con chiarezza la complessità delle variazioni dei criteri di distribuzioni delle dosi, focalizzandosi soprattutto sui tempi erogazione delle stesse. È stato previsto che

  • La fase 3 partirà in parallelo all’ultima parte della fase 1
  • La fase 2 sarà caratterizzata da categorie specifiche da sottoporre per prima al vaccino
Speranza convoca il Cts –Fonte:ilmattino.it

La principale motivazione che spiega il perché sia avvenuto questo mutamento sostanziale, risiede nella non garanzia di produzione e della consegna delle dosi della Pfizer previste dal contratto firmato con l’Unione Europea. Ad inizio anno l’azienda già presentava un ritardo del 9% sulla distribuzione delle dosi, causato dagli interventi strutturali nella fabbrica belga di Puurs, necessari per aumentare la produzione nei prossimi mesi. Oltre a ciò è sopraggiunto un ridimensionamento dei numero di flaconi consegnati, causato dall’autorizzazione all’estrazione di sei dosi anziché cinque da ciascun flacone. Rassicurante è il ritorno alla “normalità” avvenuta già dalla scorsa settimana ulteriormente incoraggiata dall’aumento delle dosi prevista dall’azienda dal 15 febbraio.

Vaccino Covid: l’inverno del nostro ritardo –Fonte:repubblica.it

Ad aver influito negativamente al rispetto del patto originario è importante il taglio comunicato dall’azienda del vaccino di AstraZeneca, sviluppato attraverso la collaborazione con l’università di Oxford, dovuto ad alcuni rinvii nei siti produttivi nei Paesi Bassi e nel Belgio contribuendo ad alimentare il clima di tensione con l’Unione Europea. Lo scorso venerdì l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e la Commissione Europea hanno esposto parere favorevole sul prodotto e così l’AIFA ha autorizzato il vaccino consigliando

 “un utilizzo preferenziale, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide”

Si dovrà attendere la prossima settimana per l’arrivo delle prime dosi nel territorio nazionale.

Cambiamenti del piano

Le fasi che caratterizzano la campagna vaccinale rimangono per il numero invariate a quelle presenti nel piano iniziale. Queste si articolano in:

  • Fase 1: operatori sanitari, i dipendenti delle strutture sanitarie e gli ospiti delle RSA, gli anziani con più di 80 anni
  • Fase 2: le persone con più di 60 anni, gruppi a rischio più elevato di malattia grave e il personale scolastico “ad alta priorità”
  • Fase 3:– in contemporanea con la fase 1 – lavoratori presso i servizi essenziali, i detenuti, le persone in comunità e chi soffre di una malattia cronica
  • Fase 4: il resto della popolazione.
Campana vaccinale in Italia –Fonte:tgcom24.mediaset.it

Significativa risulta essere al decisione presa di attuare in parallelo all’ultima parte della prima fase con la terza che comprende:

  • Personale scolastico ed universitario al di sotto dei 55 anni (circa 1 milione e 107 mila)
  • Carcerati e dipendenti del sistema carcerario (97 mila)
  • Lavoratori delle forze armate sotto i 55 anni (551 mila)
  • Individui in comunità (200 mila)
  • Coloro che adempiono “servizi essenziali” (2 milioni e 167 mila)

In totale la fetta di popolazione coinvolta tocca quota di 3 milioni e 894 mila persone in aggiunta ai 4,4 milioni di anziani previsti dalla Fase 1.

Come avverrà la nuova distribuzione

A seguito della riunione, si è stabilito che le consegne non avverranno più basandosi sul parametro demografico della popolazione, bensì ci si focalizzerà sul fabbisogno effettivo che necessita ogni regione.

Dall’inizio del processo di vaccinazione in Italia sono state somministrate 2,2 milioni di dosi di cui 867 mila richiami. Ciò mostra come gli obiettivi iniziali a cui puntava il ministro Roberto Speranza siano andati in fumo, facendo si che il paese ottenesse solo un numero pari alla metà dei 16 milioni di dosi AstraZeneca predisposte all’origine.

Somministrazione dei vaccini nelle regioni –Fonte:ilgiornaledivicenza.it

Affinchè ci possa essere una più rapida somministrazione, il Governo tenterà di stipulare un nuovo accordo nazionale con i medici di famiglia, il cui compromesso dovrà essere stabilito su base regionale. Questa trattativa ha avuto avvio da poche ore e già la prima bozza di protocollo trova dei nodi sui dovuti compensi da dovergli retribuire. Si è pensato perciò ad un riconoscimento pari a 10 euro a dose somministrata negli studi medici e a quota 28 euro per quelle a domicilio. Tale progetto secondo Bonaccini costituirà il punto cruciale poichè

Non c’è tempo da perdere, le regioni sono pronte a offrire la massima collaborazione perché la campagna vaccinale ritorni ai ritmi delle prime settimane e anzi venga velocizzata”

Come potersi prenotare

Coronavirus, potenziato il numero 1500 –Fonte:ilgazzettinovesuviano.com

La prenotazione potrà avvenire attraverso un’app o il numero verde nazionale. Sarà perciò necessario inserire tutti i dati necessari, in modo da rendere più celere la fase di accettazione della domanda. Una volta ottenuta la data per la somministrazione della dose, vi si dovrà presentare presso la sede abilitata alla distribuzione del vaccino, dotati di documento di identità. Sarà poi necessario restare per un periodo sotto osservazione in modo da poter intervenire in caso in cui il soggetto abbia sviluppato alcuni effetti collaterali al farmaco.

Giovanna Sgarlata

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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