Walter Biot,

Arresto Walter Biot, il militare che vendeva documenti di Stato alla Russia

I carabinieri del Ros hanno fermato, su delega della Procura della Repubblica di Roma, Walter Biot, capitano di fregata della Marina, e un ufficiale dell’ambasciata russa a Roma. I due sono stati raggiunti la sera del 30 marzo, quando sarebbero stati colti in flagranza di vendita di documenti segreti in un parcheggio a Spinaceto, nella periferia sud di Roma.

 

Walter Biot, fonte:Open

Chi è Walter Biot

L’ufficiale, lavorava al terzo reparto dello Stato maggiore Difesa, il reparto sulla “politica militare e la pianificazione”. Si tratta di uno degli uffici della Difesa più riservati nonché a cui sono affidati alcuni tra i compiti più sensibili. È il reparto cui spetta, per esempio, di individuare e sottoporre al Capo di Stato Maggiore della Difesa le problematiche tecnico-militari, le relative soluzioni e tradurre le direttive politiche in tema di sicurezza e di difesa in direttive tecnico-militari. Davanti al gip Biot si sarebbe detto “frastornato e disorientato ma pronto a chiarire la propria posizione“, motivando così la decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il militare ha inoltre contestato la ricostruzione della vicenda ma “ha chiesto tempo per raccogliere le idee”. Nel frattempo la moglie del capitano di fregata ha rivelato al Corriere della Sera che il motivo che ha spinto il marito a trafugare i documenti sarebbe esclusivamente di natura economica. I debiti e le spese per mantenere lo stile di vita della famiglia non sarebbero divenute più sostenibili e le difficoltà si sarebbero maggiormente acuite con la pandemia tutt’ora in atto. <<Disperato per il futuro nostro e dei figli. E così ha fatto questa cosa…>>.

 

Il fatto

Il militare stava dando documenti classificati a un omologo russo di stanza nella capitale e che lavorava presso la sede diplomatica di Mosca in Italia. Quest’ultimo avrebbe dato 5mila euro in contanti in cambio della documentazione. Il denaro è stato immediatamente sequestrato mentre il contenuto del carteggio, indicato con il livello di sicurezza: classificato, riguarderebbe le telecomunicazioni della Difesa. Le accuse mosse contro Biot sono molto gravi: spionaggio politico e militare, rivelazione di segreto e procacciamento di notizie concernenti la sicurezza di Stato. Il militare rischia più di 15 anni di carcere.

 

Ambasciata russa a Roma, fonte: RussiaBeyond

 

L’indagine

Data la rilevanza della vicenda sono stati coinvolti i massimi livelli istituzionali: il presidente del Consiglio Mario Draghi, l’autorità delegata all’intelligence Franco Gabrielli, i ministri della Difesa e degli Affari Esteri Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio, ed infine la procura guidata da Michele Prestipino. La conclusione dell’operazione giudiziaria è stato possibile inoltre grazie all’attività informativa dell’Aisi: l’agenzia informazioni sicurezza interna, che ha guidato l’azione di controspionaggio, ha agito in sinergia con lo stesso stato maggiore della Difesa. Le indagini sarebbero cominciate ben due mesi fa, dopo una segnalazione della stessa Aisi. Secondo quanto emerso dalle analisi sul materiale sequestrato nell’appartamento dello stesso capitano di fregata, il militare avrebbe già passato altri documenti ai russi. Tra questi anche alcuni dossier della Nato, che, se confermati, metterebbero a rischio la sicurezza di tutta l’alleanza atlantica.

Palazzo della Farnesina, sede degli Affari Esteri italiani, fonte: il Secolo XIX

La risposta italiana

Il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio, intervenuto in Senato, ha sottolineato come il fatto debba essere inteso come «un atto ostile di estrema gravità» sul quale, tranquillizza, sono state  già assunti i provvedimenti necessari. Elisabetta Belloni, segretaria generale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha convocato l’ambasciatore russo Sergey Razov per comunicargli l’avvenuta espulsione di due funzionari diplomatici russi accreditati presso l’ambasciata a Roma. Sono Alexey Nemudrov, addetto navale e aeronautico dell’ambasciata russa a Roma, e Dmitri Ostroukhov, impiegato nello stesso ufficio della sede diplomatica. Il primo, materialmente coinvolto, e il secondo che, a quanto si apprende, sarebbe il diretto superiore dell’ufficiale accusato di aver acquisito informazioni riservate in cambio di denaro. Di Maio non ha mancato di sottolineare la sua gratitudine “alla magistratura, ai Carabinieri del Ros, all’intelligence e agli altri organismi coinvolti” per le indagini che hanno portato al successo dell’operazione. Il ministro pentastellato ha inoltre definito Russia e Cina come due <<attori che hanno sistemi politici e valori diversi dai nostri”, da cui “purtroppo provengono ancora sfide, e talvolta minacce.>>. <<Cercheremo comunque di continuare ad agire in linea con la nostra collocazione geopolitica e i nostri valori, ma anche a salvaguardare i nostri interessi fondamentali, che richiedono di mantenere un’interlocuzione critica ma costruttiva con le stesse Russia e la Cina>>.

 

Il ministro degli esteri Luigi di Maio, fonte: Formiche.it

Le reazioni dall’estero

I canali diplomatici di Mosca auspicano che le espulsioni non compromettano le relazioni tra i due. Ma dalla Duma non si nasconde che sarà necessaria una risposta simmetrica a Roma come confermato dal vice presidente della commissione della Duma per gli Affari Internazionali Alexiei Cepa. Nel frattempo l’Italia incassa la solidarietà dal ministro degli affari esteri del Regno Unito Dominic Raab mentre, interrogata sulla questione, l’Amministrazione USA si dice “preoccupata” per l’attività russa.

 

Filippo Giletto

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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