Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue dal 2019, fonte: newsmondo.it

“Sofa gate”, dura reazione dell’Europa ad Erdogan

Non si è placata nel corso dei giorni la polemica circa il comportamento tenuto dal presidente turco Recep Erdogan nei confronti della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Un torto che agli occhi dei molti è sembrato non solo essere rivolto all’istituzione europea, di cui la von der Leyen è esponente e rappresentante, ma soprattutto alla donna. Le immagini che la vedono in piedi senza un posto dedicato né indicato, mentre Erdogan e Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, si accomodano sulle due poltrone centrali quasi incuranti, hanno messo in secondo piano gli argomenti trattati nel corso del vertice tra l’Ue e il governo di Ankara.

L’incontro di Ankara, con Erdogan e Michel al centro e von der Leyen defilata , fonte: iefimerida.gr

I temi dell’incontro di Ankara

Dopo l’indecoroso siparietto iniziale, in cui alla reazione muta ma indignata di Ursula von der Leyen che chiedeva spiegazioni e indicazioni su dove accomodarsi, alla presidente è stato assegnato un divanetto. Dopo essere stata collocata a tre metri di distanza, di fronte al ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, declassata dal posto che le spettava secondo il protocollo diplomatico, si è potuto dunque iniziare il meeting. I temi dell’incontro non erano infatti sicuramente di scarso rilievo. Sul tavolo dei lavori, imbastiti dopo mesi di tensione tra Ankara e Bruxelles dovuti al comportamento delle navi turche che, in violazione del diritto internazionale, cercano gas e petrolio nelle acque della Grecia e di Cipro, vi è il problema dei migranti. Sulla gestione dei flussi l’Ue ha garantito nuovi finanziamenti al governo turco per l’assistenza ai rifugiati al fine di limitarne l’ingresso all’interno del territorio comunitario. Altro focus quello concernente i diritti umani: il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica non ha mancato di destare più di qualche preoccupazione in seno ai vertici europei.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue dal 2019, fonte: newsmondo.it

<<Sono profondamente preoccupata per il fatto che la Turchia si sia ritirata dalla Convenzione di Istanbul. Occorre proteggere le donne e proteggere i bambini dalla violenza>>, ha detto davanti ai giornalisti la presidente della Commissione europea.

 

Le reazioni dall’Ue al “sofagate”

La Commissione, non avendo il suo ufficio di protocollo preso parte al viaggio diplomatico, ha incolpato il Consiglio e la Presidenza turca della responsabilità circa l’accaduto. Nell’occhio del ciclone anche il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, reo di essere rimasto impassibile dinnanzi all’umiliazione della collega. <<Non mi sono alzato in piedi perché avrebbe creato un incidente diplomatico ancora più grave>> la sua giustificazione. << Ho riavvolto nella mia testa 150 volte la scena. Mi rammarico profondamente per la situazione e per il quadro disastroso che ne è emerso. Siamo stati guidato dal protocollo dei turchi, i servizi erano stati informati di come sarebbero stati disposte le sedie ma non in questo modo distanziato e con il dettaglio visivo con cui ci siamo trovati di fronte. Sembra che i servizi del protocollo non abbiano avuto accesso alla sala il giorno prima. Ammetto che in quel momento ero convinto che reagire, in qualunque modo, presentasse il rischio di mostrare una forma di paternalismo. Forse è stato un errore da parte mia >>. Così, interrogato sull’accaduto, avrebbe risposto Michel a “50 minutes avec” sul canale belga Ln24.

Il Ppe (Partito Popolare Europeo), la principale formazione politica all’interno dell’Europarlamento, ha commentato la vicenda sottolineando come l’Ue sia apparsa per l’ennesima volta disunita e umiliata davanti a provocazioni esterne.

fonte: keeptalkinggreece.com

Le risposte di Ankara

Non sono piaciute ai vertici del governo turco le critiche e i commenti da parte dell’Europa. <<la Turchia non è un Paese che riceve ospiti per la prima volta>> ha commentato stizzito il ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu. A chi accusa sul mancato rispetto del protocollo diplomatico è stato risposto che sono state rispettate alla lettera le norme concordate nell’incontro preparatorio. Alcune fonti, sentite da Middle East Eye, sono andate oltre: secondo queste, la disposizione delle sedie sono state concordate con lo staff di Michel, giorni prima dell’incontro.

il ministro per gli Affari Esteri Mevlut Cavusoglu, fonte: Kalthimerini

Le parole di Draghi sul sofagate e il caso Turchia-Italia

Duro anche il commento da parte di Mario Draghi. Le parole del presidente del Consiglio italiano rischiano di sfociare in un vero e proprio caso diplomatico. Il Premier, interrogato sulla vicenda, non ha infatti esitato a definire il presidente turco come “un dittatore di cui però si ha bisogno“.

<< Non condivido affatto il comportamento di Erdogan. E’ stato un comportamento di cui mi dispiace moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione Ue, Von der Leyen, ha dovuto subire”, ha detto Draghi. “Con questi chiamiamoli dittatori bisogna essere franchi nell’espressione della visione della società ma pronti a cooperare per gli interessi del Paese. Bisogna trovare l’equilibrio giusto”, ha aggiunto.

Condanniamo con forza le inaccettabili parole del premier nominato italiano sul nostro presidente eletto”, ha detto su Twitter il ministro degli Esteri turco, Mevlüt Cavusoglu. Quest’ultimo ha anche definito “impudenti” le parole di Mario Draghi. Alle accuse è seguito il sostegno unanime di tutte le forze politiche italiane nei confronti del nostro premier.

Filippo Giletto

 

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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