Rkomi foto originale fonte: repubblica.it

A bordo del taxi di Rkomi

Taxi Driver è una coinvolgente corsa dentro sé stessi che non delude mai- Voto UVM: 4/5

Siamo a bordo di un taxi e l’autista ci guarda come per dire: «Dove vuoi che ti porti», ma sembra che le uniche parole che riusciamo a dire abbiano a che fare con la nostra storia, con ciò che sentiamo. Ci lasciamo scivolare tra le auto, gli alberi e i km di una città che nemmeno ci importa. Ed è un po’ come urlare «Presto! Mi faccia salire, insegua quell’auto o i miei sogni!»,  un po’ come una scena di un film americano.

Rkomi ci porta a bordo del suo nuovo album, Taxi Driver, in cui i passeggeri, compreso l’autista, si raccontano nei testi delle canzoni. Dal primo brano, intitolato INTRO:

Faccio questo adesso, guido dal tramonto all’alba, a volte anche quando è festa. È stressante in effetti, ma almeno mi tiene la mente occupata.
Accompagno le persone nei loro pensieri così tante volte durante la settimana… Tanto da farmi coinvolgere, immedesimare.

Rkomi per Rtl – fonte: rtl.it

Qualcosa da combattere

Sembra che Rkomi questa volta voglia richiamare alle nostre menti un ricordo, un progetto, risalente al 1976: Taxi Driver, un film diretto da Martin Scorsese. Questa volta però, al contrario di quella pellicola in cui il giovanissimo Robert De Niro cercava di combattere i suoi demoni e le sue paure post-guerra del Vietnam, all’interno dell’album Mirko riflette sulla difficoltà dei sentimenti e dell’approccio con se stesso facendoli diventare un tutt’uno nei diversi testi.

Uno dei più chiari riferimenti al film che possiamo trovare è dato dal brano, anch’esso intitolato TAXI DRIVER, in cui esordisce con:

Canzoni viaggiano in taxi
per ripulire le strade
vengono fuori la notte gli animali più strani
io che invocavo un diluvio che prese me per ostaggio

Parole simili che troviamo anche nel film di Scorsese, in cui si afferma:

“Vengono fuori gli animali più strani, la notte: puttane, sfruttatori, mendicanti, drogati, spacciatori di droga, ladri, scippatori. Un giorno o l’altro verrà un altro diluvio universale e ripulirà le strade una volta per sempre”

A metà tra l’interpretazione di De Niro e l’introspezione, con una sola differenza: il diluvio di Mirko non ha a che fare con l’intera società ma con il pianeta dei sentimenti più profondi di ogni uomo.

Rkomi per radio città del capo – fonte: radiocittadelcapo.it

Nelle profondità di un sound

Altro giro, altra corsa, nuovi mondi e tante personalità. Taxi Driver prende spunto anche da un album di Ed Sheeran, ovvero No.6 Collaborations Project Cassette: un lavoro che coinvolge tantissimi artisti, creando un album misto.

Un’ottima idea che Rkomi remixa in una produzione ricca, visionaria, con accenni di rock, rap ma anche pop che fanno da cornice a suoni sempre diversi e di grande impatto. Di sicuro, l’amore è il tema che rimane come punto fermo dell’intera produzione 2021, nonostante le diverse sfumature e i molteplici riferimenti a situazioni differenti tra loro.

Nel brano accompagnato da Tommaso Paradiso, ovvero HO SPENTO IL CIELO, sorge un chiaro riferimento alla figura della donna angelo, musa ispiratrice dei grandi poeti del dolce Stilnovo come Dante.
Donna che travolge, accompagna ed eleva gli stati d’animo agendo su un piano totalmente soprannaturale. L’effetto che fa è simile a quello delle parole del testo:

A me non fa paura
averti cosi vicino
a me non fa paura
ma paura da morire

Altri riferimenti a Dante e alla Divina Commedia vengono ritrovati in PARADISO VS INFERNO, altro feat con Roshelle:

Non sono Dante, l′Inferno, il mio inferno è un altro

E continua, qualche battuta successiva, sulla stessa scia:

E persino Dio ha il suo Inferno è l’amore che ha per l′uomo

Rkomi foto originale – fonte: repubblica.it

A farci la guerra

Situazioni intime anche in DIECIMILAVOCI con Ariete, in cui vige un botta e risposta continuo, quasi non volesse finire. Un cerchio che si chiude in un fastidioso pensiero di qualcuno che possa minacciare la coppia, più di quanto già entrambi non lo facciano tra loro. Una guerra, una battaglia aperta in cui le parole bruciano dentro e lasciano le stesse ferite di uno scontro con armi.

Pagine vuote che provo a riempire, ho fatto un casino senza farmi sentire. Non sopporto che ci minaccino

PARTIRE DA TE: chi sarà stavolta il passeggero di questa corsa? Nessuno.
Questo brano viaggia in direzione ostinata e sola ed il conducente prova a destreggiarsi tra i suoi pensieri, facendo scivolare come pioggia ciò che sente. Il pre-ritornello si arrende di fronte ad una domanda:

Lascia che tu sia una mia fantasia prima che riapra gli occhi e ti portino via.
La mente è il nostro hotel, ma tu in che stanza sei?

Per poi lasciare spazio ad immagini, piccole promesse, forti visioni che ritroviamo nella seconda strofa:

E non lascerò mai poggiare la tua testa sul letto senza la mia mano dietro, abbiamo il pomeriggio, la tua pelle è come porcellana
le tue labbra sono chewing gum da masticare, zitti!
E tu sei così bella che a volte fai male

Ma chissà se questa è davvero la verità dei fatti o solo ciò che vorrebbe vedere il cuore.

Annina Monteleone

 

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