La pillola anti-Covid: un’arma in più, ma dopo il vaccino

Molnupiravir è il nuovo termine che presto entrerà a far parte dei vocaboli di tutti i giorni.
E’ il primo antivirale efficace contro SARS-Cov-2, in fase di revisione prima dell’immissione definitiva in commercio.

  1. Cos’è il Molnupiravir
  2. Lo studio condotto
  3. Risultati clinici ottenuti
  4. Chi può assumerla
  5. Cosa dice l’EMA
  6. Cosa aspettarci
  7. A cosa servirà la nuova pillola
  8. Conclusioni

Cos’è il Molnupiravir

Molnupiravir era stato sviluppato all’Università di Emory negli Stati Uniti per trattare l’influenza, dimostrandosi efficace anche contro altri virus, tra cui SARS-CoV-2.
Le case farmaceutiche Merck e Ridgeback Biotherapeutics, con i dati pubblicati, mostrano la sua efficacia e la buona tollerabilità nell’uomo.
Molnupiravir è un inibitore della RdRp, RNA polimerasi RNA dipendente, enzima che permette la replicazione del virus. Il farmaco, bloccando l’enzima, impedisce che il virus si replichi e che la carica virale aumenti.

Lo studio condotto

Uno studio clinico in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo (sostanza priva di attività farmacologica) ha reclutato pazienti con documentata infezione da SARS-CoV-2 e con sintomi insorti nei primi 7 giorni. Il primo gruppo di pazienti ha ricevuto la somministrazione del nuovo farmaco Molnupiravir, mentre il secondo ha ricevuto placebo, per 2 volte al giorno per 5 giorni.

Risultati clinici ottenuti

Al 3° giorno, su 202 pazienti trattati, la percentuale di virus isolata era significativamente ridotta nei soggetti che hanno ricevuto il farmaco (1.9%) contro i soggetti che hanno ricevuto placebo (16.7%).
Il 5° giorno nei soggetti trattati con Molnupiravir (800 mg) non si rilevava più alcuna percentuale del virus, a differenza di coloro che hanno assunto placebo dove la percentuale di virus rilevato era del 11.1%.
Inoltre un particolare meccanismo molecolare spiegherebbe l’ampio spettro d’azione dell’attività antivirale di Molnupiravir. Sembra che il farmaco induca degli “errori” nella replicazione dell’RNA virale (patrimonio genetico), non garantendo pertanto una corretta replicazione del virus. Ha dimostrato notevole efficacia contro le varianti Gamma, Delta e Mu.

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Chi può assumerlo?

Il farmaco sarà presto disponibile in formulazione orale, una compressa da assumere 4 volte al giorno per 5 giorni. Il vantaggio è proprio questo, può essere tranquillamente assunta da casa, senza ricovero ospedaliero.
Ad oggi l’indicazione è per soggetti adulti con infezione da SARS-CoV-2 lieve-moderata e con almeno 1 fattore di rischio di evoluzione in malattia grave.
La compressa, se assunta nelle fasi iniziali dell’infezione, permette di ridurre i ricoveri e soprattutto i decessi fino al 50%.

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Cosa dice l’EMA?

Il 25 ottobre l’EMA (Agenzia Europea per i medicinali) ha avviato la più importante “rolling review” (revisione continua) per  autorizzare l’immissione in commercio del farmaco e dovrà fornire all’UE, nel più breve tempo possibile, le raccomandazioni per l’eventuale uso precoce del farmaco in situazioni di emergenza.

Cosa aspettarci?

Molnupiravir, se approvato, sarà il primo antivirale efficace contro il SARS-CoV-2, con un ottimo profilo di tollerabilità e scarsi effetti collaterali.
Certamente il suo ingresso in commercio NON sarà un’alternativa al vaccino!
L’obiettivo futuro
, come tutti speriamo, è l’eradicazione totale del virus così come accaduto in passato con il vaiolo, la poliomielite e la difterite.

A cosa servirà la nuova pillola?

Essa darà la possibilità di “trattare” quei pazienti con infezione lieve-moderata e con almeno 1 fattore di rischio di evoluzione in malattia grave. Mentre il vaccino “previene” che il soggetto contragga l’infezione, la pillola tratta i soggetti che hanno già contratto la patologia. Ci chiediamo “come mai anche i vaccinati possono infettarsi?”. I fattori possono essere molteplici, ma quel che è certo è che non si può assolutizzare. Che uno o più soggetti vaccinati risultino positivi non implica che tutti i vaccinati possano infettarsi. E, in ogni caso, ciò avviene molto più raramente che nei non vaccinati.
Sappiamo anche che il vaccino potenzia le difese immunitarie contro il virus, pertanto, qualora il soggetto si infetti, salvo casi particolari, la vaccinazione fa sì che la presenza del virus venga contrastata.
Inoltre, un soggetto vaccinato infetto avrà una carica virale bassa, tale da poter infettare difficilmente chi gli sta attorno.
Motivi per i quali oggi, trovandoci in uno stato di emergenza globale, il vaccino è la prima arma contro il Covid-19.

Dalla somministrazione di Molnupiravir sono esclusi ad oggi, salvo eventuali studi futuri, i pazienti con infezione grave in atto, gravati da importanti patologie associate (scompenso cardiaco, diabete, obesità, insufficienza renale cronica…) e con difficoltà respiratoria, poichè necessitano di un trattamento intensivo esclusivamente ospedaliero.

Tuttavia, a tal proposito, il 15 novembre Pfizer ha annunciato un altro antivirale efficace proprio contro l’infezione grave da SARS-CoV-2.

Conclusioni

Certamente la medicina non è la scienza dell’assoluto, si basa sulle evidenze, su ciò che i medici in corsia vedono quotidianamente.
Gli studi sono fatti su grandi numeri, pertanto possiamo aspettarci che un soggetto giovane-adulto, vaccinato, in buone condizioni di salute e con una buona risposta immunitaria, se infetto, verosimilmente non trasmetterà l’infezione.
Ovviamente teniamo conto di tutte le possibili eccezioni del caso, purtroppo non sempre prevedibili, considerando che sarebbe impensabile studiare i meccanismi molecolari di risposta al virus, diversi da soggetto a soggetto.

Alessandra Nastasi

Bibliografia

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34641339/, https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34381216/

https://www.aifa.gov.it/-/covid-19-aggiornamento-ema-hma-su-molnupiravir

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