Immagine di una parte del "Freedom Convoy" (fonte: theworldnews.net)

Canada, Freedom Convoy: la protesta No Vax che ha richiesto l’ausilio di una legge d’emergenza

Da settimane il Canada vive in una situazione di tensione: una protesta No vax nella capitale Ottawa, mentre un cordone di tir fermi paralizza il traffico al confine con gli Usa. Una reazione scaturita in risposta all’imposizione del vaccino contro il Covid ai camionisti che trasportano merci tra il Canada e gli Stati Uniti. La protesta, scoppiata in reazione alla decisione del governo, si è trasformata in un movimento più vasto, attirando manifestanti complottisti ed estremisti contrari al governo di Justin Trudeau.

Immagine di una parte del “Freedom Convoy” (fonte: theworldnews.net)

Il “Freedom Convoy” che sta mettendo in seria difficoltà l’economia

In Canada non erano state fatte proteste se non di piccole dimensioni, fino al 23 gennaio, quando è iniziata quella dei camionisti. I manifestanti hanno creato un cordone di tir, il “Freedom Convoy”, che ha di fatto paralizzato il confine Canada-Usa. A guidarli James Bauder, uomo noto per le sue posizioni negazioniste sulla pandemia e legato ad ambienti cospirazionisti come quello detto “QAnon”.

Nel giro di poco tempo, la protesta ha cambiato aspetto. Ha attirato, nel susseguirsi dei giorni, il sostegno di No vax e molti repubblicani statunitensi, tra cui, addirittura, l’ex presidente Donald Trump. Quest’ultimo ha definito il primo ministro canadese Trudeau “un pazzo di estrema sinistra” che avrebbe “distrutto il Canada con folli mandati anti Covid“.

Posizionatisi davanti al Parlamento, i manifestanti hanno acceso falò, creato saune portatili e allestito anche castelli gonfiabili per i bambini, per continuare a urlare contro il governo, nonostante le temperature polari. Proteste simili sono state registrate anche a Winnipeg, Toronto e Quebec City.

La situazione è diventata tesissima e il primo ministro Trudeau e la sua famiglia sono stati trasferiti, sabato scorso, in un luogo sconosciuto a Ottawa, per evitare rischi.

Per mettere fine al Freedom Convoy, sono stati schierati molti poliziotti per le strade della capitale. Lo scorso 19 febbraio, sono riusciti a spostare i primi veicoli; tuttavia, ancora, la via principale nei pressi del Parlamento è inaccessibile. Negli scorsi giorni, sono stati effettuati quasi 200 arresti, tra cui leader della protesta, come quello documentato anche in diretta Facebook del militante di estrema destra Pat King, e quello di Tamara Lich, sostenitrice del movimento per la secessione della province occidentali dal resto del Paese.

In molti hanno recriminato alla polizia di essere stata troppo aggressiva, avendo effettuato una serie di cariche e impiegando spray urticante. Smentito, comunque, l’utilizzo di gas lacrimogeno.

(fonte: zazoom.it)

Le misure di contrasto adottate dal governo. Si ricorre anche a una legge mai applicata

Quello che ha spinto il governo a reagire severamente è la seria difficoltà in cui sono state messe le aziende del centro di Ottawa, molte delle quali non hanno a lungo ricevuto, appunto, rifornimenti di merce, venendo dunque costrette a chiudere e cessare la produzione. L’Agenzia federale per lo sviluppo economico dell’Ontario meridionale ha tuttavia rivelato che per sostenere le piccole imprese danneggiate dalla protesta, queste possono richiedere fino a 10mila dollari di risarcimento, che verranno attinti da un fondo di 20 milioni di dollari per l’emergenza.

Alla terza settimana di protesta, Trudeau ha fatto una scelta completamente inaspettata: per la prima volta dalla sua istituzione, si è fatto ricorso allEmergencies Act. Una legge approvata nel 1988, che prevede, per poter essere applicata, “situazioni urgenti e critiche”, che mettono in serio pericolo la vita, la salute o la sicurezza dei canadesi. Permettendo al governo di dichiarare le proteste illegali, questa legge consentirebbe alle banche di congelare i conti personali di chiunque sia collegato alle proteste, senza il bisogno di un’ingiunzione del tribunale.

Negli scorsi giorni, Trudeau aveva già dato istruzioni agli istituti bancari canadesi e alle compagnie d’investimento di congelare i conti dei manifestanti, finché non avessero interrotto le proteste.

Foto di Dave Chan/AFP (fonte: kashmirage.net)

In realtà, il primo ministro ha dichiarato che queste misure saranno applicate solo temporaneamente, in maniera molto selettiva e al solo scopo di risolvere e sbloccare le situazioni più critiche. Con l’approvazione dello stato di emergenza il governo potrà attuare questa e anche altre misure, per arrivare più velocemente alla chiusura di questo difficile momento per il Paese.

«Vogliamo mantenere i canadesi al sicuro, proteggere il lavoro delle persone»

ha detto lo scorso 18 febbraio Trudeau in una conferenza stampa, spiegando che l’Emergencies Act conferirebbe alle forze di polizia poteri straordinari per arrestare o multare i manifestanti.

La scelta del primo ministro è stata da molti definita “illiberal” ed ampiamente criticata.

In un post successivamente rimosso l’imprenditore Elon Musk è arrivato addirittura ad accostare ad Hitler la figura di Trudeau. Alcune testate giornalistiche rimproverano a Trudeau soprattutto di non aver sottolineato bene la differenza che intercorre tra la protesta iniziale e gli sviluppi successivi, ricomprendendo dunque i camionisti tra i soggetti complottisti dell’estrema destra. Se da una parte vi sono infatti dei lavoratori onesti che manifestano delle difficoltà dall’altra vi sono unicamente soggetti che puntano ad altri obiettivi, come l’apertura di una crisi di governo.

 

Rita Bonaccurso

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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