Il Fu Mattia Pascal: l'ombra d'un morto

Il Fu Mattia Pascal: l’ombra d’un morto

Mattia Pascal è un bibliotecario, infelicemente sposato e colpevole di un delitto: aver ucciso la sua identità. Soffocato da una vita matrimoniale che non aveva scelto, parte per tentare la fortuna a  Montecarlo. Vince una considerevole somma alla roulette e durante il viaggio di ritorno verso il paese natio, si imbatte in un giornale su cui viene riportata la cronaca di un suicidio avvenuto a Miragno e scopre con stupore di essere stato identificato nel cadavere ormai in stato di putrefazione e quasi irriconoscibile. Mattia Pascal è di fronte ad un bivio: tornare a casa per smentire la sua morte oppure cogliere l’occasione per evadere dalla vita infelice che conduceva a Miragno. Non fu difficile abbandonare la vecchia identità per costruire quella nuova di Adriano Meis. Stabilizzatosi a Roma, Meis non ha documenti, non è riconosciuto dalla legge né tutelato da essa, perciò non può denunciare un furto di cui è vittima nè sposare una ragazza di cui si innamora durante il corso della storia.

 

“Mi guardai attorno; poi gli occhi mi s’affissarono su l’ombra del mio corpo, e rimasi un tratto a contemplarla; infine alzai un piede rabbiosamente su di essa. Ma io no, non potevo calpestarla, l’ombra mia. Chi era più ombra di noi due? Io o lei?” 

Il busto di Luigi Pirandello
Fonte:shutterstock.it

Adriano Meis prova nei confronti della sua stessa ombra odio e amore poiché essa è il riflesso del proprio sé. Essa è la proiezione di un identità che non esiste, che non ha alcuna consistenza nella società.

“L’ombra d’un morto: ecco la mia vita…”

Il protagonista si rende conto ben presto che anche la nuova identità è una trappola. La soluzione più ovvia allora sembra quella di riprendersi la vecchia; inscena il suicidio di Adriano Meis e torna a Miragno. Rientrato al paese natio, Mattia trova una situazione ben diversa da quella che aveva lasciato: sua moglie ha sposato un amico di vecchia data, Pomino: inoltre, i due hanno pure avuto una figlia.

“Mia moglie è moglie di Pomino, e io non saprei proprio d’ire ch’io mi sia.”

Adriano Meis è solo un nome, non ha una storia, non è iscritto all’anagrafe, è poco più che un fantasma e tutto ciò lo esclude dalla vita sociale. Si rende conto che è impossibile reinventarsi una vita diversa da quella che ci è toccata in sorte e che una volta usciti dalla propria “forma”, è impossibile tornare al posto che si occupava prima in società.

Uno schizzo di Pirandello
Fonte:shutterstock.it

“La realtà che io ho per voi è nella forma che voi mi date” afferma Pirandello. La forma che hanno dato a Mattia Pascal i suoi compaesani è quella d’un morto. Lui ha scelto di uccidere la sua stessa identità e adesso si trova in un bivio ancor peggiore di quello iniziale: essere morti senza esserlo. Non gli resta che ritirarsi in una vita condannata al senso di estraneità dal mondo, la cui unica distrazione è la visita saltuaria alla propria tomba. Qualche curioso gli domanda:

“Ma voi insomma, si può sapere chi siete?”

“E caro mio… Io sono il Fu Mattia Pascal.”

 

Alessandra Cutrupia

di Redazione Cultura Locale

Bellezze artistiche e paesaggistiche, personaggi celebri e curiosità messe nero su bianco per raccontare tutto ciò che c’è da sapere sulla città di Messina.

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