Crono falce e Messina
Crono Fonte: https://fabelwesen.net/wp-content/uploads/2014/05/Kronos.jpg

Crono: il dio che diede vita a Messina

Gaia per primo generò, simile a sé,
Urano stellato, che l’avvolgesse tutta d’intorno,
che fosse ai beati sede sicura per sempre. […]
con Urano giacendo, generò Oceano dai gorghi profondi,
e Coio e Crio e Iperione e Giapeto,
Teia, Rea, Teti e Mnemosine,
e Foibe dall’aurea corona e l’amabile Teti;
e dopo di questi, per ultimo, nacque Crono dai torti pensieri, il più̀ tremendo dei figli, e prese in odio il gagliardo genitore.

 Esiodo, Teogonia, vv.126-128; 133-138.

Messina ha origini assai remote e sono molteplici le leggende che trattano della sua nascita.

Quella più accreditata ne attribuisce il merito a Orione, gigante cacciatore figlio di Poseidone, mentre molte altre, più verosimili perché ancorate ai fatti storici, riconducono la fondazione della città ad alcune antiche popolazioni greche.

Esiste, però, un’ulteriore ipotesi, da non molti vagliata e quasi sconosciuta: quella di Crono.

 Scopriamola insieme!

Il mito di Crono

Figlio della Terra e del Cielo, Crono – nella mitologia romana Saturno – è una divinità preolimpica, titano della fertilità, del tempo e dell’agricoltura.

Secondo il mito, il padre Urano, considerando i figli delle mostruosità, cominciò a trangugiarne i corpi, spingendo l’accorata madre Gea ad architettare il suo omicidio.

Costruendo dapprima una falce dentata, Gea decise di affidare l’arma all’ultimo e il più tremendo dei suoi pargoli, proprio Crono, istigandolo, una volta avvicinato il genitore, a colpirlo.

Così avvenne: Crono tagliò il suo phallo e questo cadde sulla terra. Il sangue che ne fuoriuscì bagnò le coste siciliane, rendendole d’allora fertilissime, e generò la dea Afrodite.

Saturno e Urano
Giorgio Vasari e Cristofano Gherardi, Saturno o Crono mutila il cielo Urano, 1555 ca, olio su tavola, Firenze, Museo di Palazzo Vecchio. [1]

La falce di Crono e Zancle

Il mondo, come abbiamo appena appreso, deve i suoi natali ad un’evirazione.

Sembra, però, che Esiodo non abbia l’esclusiva su questa versione: anche la teogonia ittita, quasi nove secoli prima, raccontò di uno scontro primordiale fra divinità ancestrali, conclusosi con una castrazione. In esso, però, fu protagonista una taglierina di rame.

Che quella di Crono fosse una rivisitazione?

 

Dove si trova?

Qualunque sia la reale fonte del mito, ciò che in tanti, nel corso dei secoli, si sono chiesti è: dov’è finita la falce?

Gli Ittiti dicevano di averla nascosta al sicuro sul Monte Hazzi, dimora del dio della tempesta Teshub e sacro luogo di culto.

Ai tempi, però, erano in molte le località che prendevano il nome di drepanon, ovvero falce. Ciò, come nel caso di Trapani, di Cipro, di Corinto e di Istanbul, era dovuto alla loro morfologia, caratterizzata da promontori ricurvi e una chiara similitudine con l’utensile. Il fatto è abbastanza rivelatorio e indicativo.

Si dà il caso che anche la stessa Messina rientrasse nel novero delle città con questa denominazione.

Essa era stata chiamata dai greci Zancle, che significa proprio falce, e il suo paesaggio, esattamente nel porto e in prossimità del Braccio di San Ranieri, ne rappresentava e ne rappresenta tutt’ora una perfetta e naturale riproduzione.

A riprova di ciò, le monete con la raffigurazione di Crono, coniate nella colonia di Imera, e il poema Aitia, di Callimaco.

In esso, l’autore, riportando la testimonianza della musa della storia Clio, narrò di come i fondatori di Zancle avessero eretto torri di legno attorno all’area falcata, in quanto proprio lì la falce, con la quale Crono aveva reciso gli attributi del padre, era stata conservata.

Un primato di cui poterci fieramente vantare!

Braccio di San Ranieri e Forte del San Salvatore
 Il Braccio di San Ranieri e il Forte San Salvatore, luogo che secondo le leggende custodisce la falce di Crono [2]

La tomba di Crono

Ribelle, salvatore e, a sua volta, divoratore di figli.

Il destino di Crono era stato predetto dal suo stesso padre: avrebbe replicato i suoi errori e da un suo discendente sarebbe stato privato del trono e sconfitto.

È una storia che, fra orrore e curiosità, tutti noi abbiamo imparato a scuola.

Sapevate, però, che la tomba del crudele titano Crono pare trovarsi, anch’essa, a Messina?

Esattamente a Fiumedinisi, presso il Monte Scuderi, legato al toponimo Mons Saturnius.

Tra Monte Scuderi e il Braccio di San Ranieri esiste anche un collegamento visivo: da entrambi, infatti, è possibile osservare la falce..

Monte Schuderi e tomba di Crono
 Monte Scuderi, dove si troverebbe la tomba di Crono [3]

Valeria Vella

 

 

 

Fonti: https://giannibonina.blogspot.com/2015/07/la-falce-di-crono-e-sotterrata-messina.html

Ignazio Caloggero, Culti Miti e Leggende dell’Antica Sicilia, Centro Studi Helios, 2018

Immagini: 

1 – https://eclecticlightdotcom.files.wordpress.com/2020/06/vasarimutiliationuranus.jpg

2 https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/19/Hafeneinfahrt_Mariendenkmal%40Fort_San_Salvatore_Messina_20171018_02.jpg/800px-Hafeneinfahrt_Mariendenkmal%40Fort_San_Salvatore_Messina_20171018_02.jpg

3 – https://www.naturalmentesicilia.it/images/riservafiumedinisi.jpg

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