#moltopiùdizan – Presidio A Messina // 17M @Piazza Municipio
17 maggio ore 17
In questo momento storico e politico cruciale per la comunità LGBTQ+ italiana, che da anni aspetta una legge contro l’omobitransfobia, Liberazione Queer+ Messina e Arcigay Makwan Messina decidono di scendere in piazza il 17 Maggio per ribadire che la nostra comunità unita vuole #moltopiùdizan. I fatti recenti della nostra città, la storia di Davide, ci indicano chiaramente l’urgenza di farlo.
Il disegno di legge per la prevenzione e il contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità (conosciuto come DDL Zan) è ancora ostaggio della destra in Parlamento e contrastato dalle forze più reazionarie del Paese. È arrivato il momento di ascoltare la voce delle donne, della comunità LGBTQIA+, del mondo trans-femminista e delle persone con disabilità. Siamo stanchə di subire una narrazione violenta condotta da chi vuole avere la libertà di odiarci, di discriminarci, di picchiarci, di ucciderci e di invisibilizzare i nostri corpi e le nostre vite. Lo diciamo chiaramente: la violenza non è un’opinione.
Pretendiamo che questa legge venga immediatamente calendarizzata e approvata in Senato, senza ulteriori modifiche e senza altri passi indietro. Nonostante questo, sappiamo bene che questo disegno di legge è già un compromesso al ribasso tra partiti e arriva con un ritardo di trent’anni. Al suo interno si propongono aspetti penali e alcuni provvedimenti nell’ambito delle “azioni positive”. Crediamo sia necessaria l’approvazione così com’è del DDL Zan.
Abbiamo un’altra idea di futuro e di società, non abbiamo bisogno di sopravvivere all’interno di un mondo ciseteropatriarcale, razzista, sessista e abilista.
Siamo stanchə di vedere giochi al ribasso sulle nostre vite: il DDL Zan non è che un primo passo e ne esigiamo l’approvazione senza altri compromessi e passi indietro. La nostra presa di parola vale molto di più di chi scende in piazza a difesa del proprio diritto alla violenza che viene spacciata per libertà d’opinione. La nostra presa di parola vale molto di più, perché è di noi che si sta parlando.