Ci ha lasciati Stephen Hawking

Senza che ce ne accorgiamo, gli oggetti attorno a noi seguono e rispettano puntualmente leggi fisiche ancora non scritte sui libri di fisica. La legge di gravità è stata ideata soltanto nel 18° secolo e non prima.

Eppure non penso che fino ad allora a nessuno sia mai caduto qualcosa a terra. Immagino che le persone non riflettessero molto sul moto dei gravi e si convincessero dell’accaduto credendo a qualche strampalata teoria del cialtrone di turno.

Oggi giorno le cose non sono molto cambiate. Pensiamo di vivere in un’ “Era Scientifica”, ma in realtà siamo molto ignoranti nelle discipline scientifiche e chi ha un minimo di conoscenza pensa che la scienza abbia sempre ragione e possa risolvere qualsiasi suo problema, facendola diventare la più integralista delle religioni.

Vero motore della Scienza è il dubbio.

Uno scienziato deve per prima cosa diffidare su tutto ciò in cui crede e avvicinarsi, senza mai toccare perché impossibilitato, alla verità solo ed esclusivamente attraverso l’applicazione del metodo scientifico.

Hawking sapeva bene cosa significasse essere uno scienziato. Sapeva bene quanto la scienza, la sua amata scienza, poteva sbagliarsi completamente quando si esprimeva. Gli fu diagnosticata la SLA all’età di 21 anni.
Gli diedero 2 anni di vita. La sua determinazione ed il suo entusiasmo lo hanno portato a vivere per 76 anni una vita che sarebbe dovuta durare ben poco. Solo dopo infatti alcuni medici sostennero che la sua patologia reale fosse la meno letale atrofiamuscolare progressiva (PMA), simile nella sintomatologia alla SLA e appartenente al medesimo gruppo di malattie neurologiche, ma che colpisce solo il secondo motoneurone. Se lui avesse creduto alla parola dei medici, i migliori medici di Cambridge, si sarebbe arreso. Magari si sarebbe fatto somministrare qualche palliativo per terminare con dignità la propria vita, e noi non lo avremo mai conosciuto, nessuno starebbe parlando di buchi neri e teoria del tutto in questo momento.

“È quando le aspettative sono ridotte a zero che si apprezza veramente ciò che si ha”- Stephen Hawking

Stephen Hawking è stato uno scienziato famosissimo. Rara specie, poiché la Scienza non porta assolutamente ad avere fama e riconoscenza. Se incontrassimo l’ultimo premio Nobel per la medicina al bar non sapremmo riconoscerlo, eppure la sua scoperta è di un’importanza estrema che potrebbe persino portare alla formazione di
nuove cure.

Molto probabilmente Hawking è diventato famoso più per il suo drammatico stato di salute unito al suo intelletto sopraffino, che per le sue scoperte.
Tuttavia ho sempre apprezzato quest’uomo per il coraggio, la curiosità e la voglia di
vivere. Ci lamentiamo troppo spesso di effimere difficoltà che incontriamo nella nostra vita, che se paragonati alle bellezze dell’Universo, fanno solo ridere.

“Per quanto difficile possa essere la vita, c’è sempre qualcosa che è possibile fare.Guardate le stelle invece dei vostri piedi”- Stephen Hawking

Fa strano pensare che questa frase provenisse da una persona che ha passato la gran parte dei suoi giorni bloccato su di una sedie a rotelle, tracheotomizzato e impossibilitato a respirare autonomamente, assolutamente dipendente dagli altri e da un computer, con l’accento americano, che parlava per lui. Eppure era felice di quello che faceva. Andava avanti nonostante tutto. Non credeva in Dio ma aveva fede nella vita.
Il suo lavoro di ricerca scientifica si concentrava sullo studio dell’origine dell’universo, sulla meccanica quantistica, sui buchi neri e sulla cosiddetta “Teoria del tutto”, una teoria che possa unificare le leggi della fisica meccanica a quelle quantistiche. Non ha mai preso il Nobel semplicemente perché alcuni dei fenomeni, da lui immaginati con la mente, non sono ancora mai stati osservati a causa della mancanza di strumenti adatti.

Un’analoga situazione accadde anche ad Einstein, quando predisse l’sistenza delle onde gravitazionali e solo nel 2016 LIGO, con la collaborazione dell’osservatorio italiano VIRGO, è riuscito a misurarle ed ad osservarle (http://www.universome.eu/2017/03/22/le-onde- gratazionali-miti/).

Tuttavia Einstein scrisse altri articoli scientifici sulla meccanica quantistica che gli conferirono il premio.

Come scienziato Hawking ha anche commesso qualche errore. Nel 1964, lo scienziato Higgs arrivò a formulare, attraverso complicati modelli matematici, l’esistenza di un particolare bosone. Da questo momento in poi nacque una controversia scientifica spaventosa, che vedeva come protagonisti uno schieramento non a favore e l’altro in pieno sostegno all’esistenza di tale particella. Hawking si schierò dalla parte sbagliata ed era assolutamente sicuro che tale bosone non sarebbe mai stato trovato. Tuttavia la particella è stata scoperta nel luglio 2012 al CERN di Ginevra, dopo la costruzione del Large Hadron Collider.

Hawking ammise immediatamente lo sbaglio e sdrammatizzò l’accaduto con queste parole:

“Avevo scommesso con Gordon Kane dell’Università del Michigan che il bosone di Higgs non sarebbe stato trovato. Sembra proprio che io abbia appena perso 100 dollari” – Stephen Hawking

Il 14 marzo, il giorno del Pi greco, ci ha lasciati uno dei più grandi personaggi scientifici che la storia ricorderà. Esempio di vita per tutti noi. Non sprechiamo il nostro tempo in futili questioni. La vita ci sta dando occasioni che nemmeno ci rendiamo conto. Cerchiamo di incuriosirci davanti ai fenomeni che ci capitano intorno a noi e coltivare sempre il dubbio.

“Siamo solo una razza avanzata di scimmie su un pianeta minore di una stella di
media grandezza. Ma possiamo capire l’universo. E questo ci rende molto speciali” –
Stephen Hawking

 

Francesco Calò

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