Il caso di Assia Montanino: il confine tra invidia e “presunte” raccomandazioni

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Altre turbolenze in vista per i pentastellati; a far adirare l’opinione pubblica questa volta è la nomina di Assia Montanino, da parte del vicepremier Luigi Di Maio, come capo segreteria dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico; con uno stipendio lordo annuale di 72mila euro. Le critiche rivolte alla neo segretaria sono la totale assenza di curriculum ed il fatto di essere concittadina del leader di MS5. La giovane si è difesa dalle accuse sui social asserendo: “Lavoro al Ministero del Lavoro come Capo segreteria. Stesso ruolo ricoprirò a breve al Ministero dello Sviluppo economico. Due ministeri, uno stipendio solo, pur avendo diritto a due stipendi – spiega -. La cifra netta che prendo mensilmente, pari a circa tremila e trecento euro, copre un impegno che va ben oltre i tempi previsti nel contratto, e che si protrae 7 giorni su 7, senza limiti di orario. E con responsabilità importanti. Il fatto di avere ‘solo’ 26 anni credevo che fosse un elemento positivo e non di demerito, in un Paese in cui non si fa altro che dire: ‘Largo ai giovani’. Vengo dallo stesso paese del ministro Di Maio e questa è stata senza dubbio una ‘fortuna’ – sottolinea – perché così lui ha conosciuto diversi anni fa mio padre, che si era appena ribellato contro gli usurai, e mi ha dato un’opportunità, come l’ha data ad altri studenti universitari per uno stage presso la vicepresidenza della Camera. Mi sono guadagnata stima e fiducia di tutti lavorando sodo per anni. E così continuerò a fare con grande serenità”.  Pensavo che i tempi bui in cui un ex Ministro del lavoro accusava i giovani di essere dei buoni a nulla fossero passati, invece noto che è una mentalità diffusa, sia in ambienti che si definiscono di destra, sia in ambienti che si professano di sinistra”. Come donna, ha poi osservato, che in molti articoli e fotografie private pubblicate ‘c’è un sessismo nemmeno troppo velato’. Purtroppo certi media contribuiscono non solo a diffondere falsa informazione, ma anche a inchiodare l’Italia a un medioevo culturale”.

Che l’Italia non fosse un Paese per giovani lo si era capito da tempo, ma arrivare ad accusare e screditare una giovane ragazza solo perché è riuscita a trovare un lavoro non sarà esagerato? Più che indignati, questa volta non saremo forse un po’ troppo invidiosi? Quasi certamente molti di voi penseranno che queste parole sono inappropriate; poiché il modus operandi di tale assunzione è probabilmente ambiguo, altri che non vi è l’esperienza necessaria per ricoprire il ruolo assegnatole; ma in fondo questo mal costume, tutto italiano, non ci è nuovo. Tuttavia in questo breve intervento, l’intenzione non è quella di giustificare o tanto meno di giudicare quanto accaduto, ma di informare i cittadini come vengono spesi i soldi pubblici. Se sia giusto o meno lasciamo che sia il tempo a dirlo, il quale ha l’indissolubile capacità di far venire tutti i nodi al pettine. Non ci resta che attendere e sperare di poter smentire tutti quegli “invidiosi”.

 

Santoro Mangeruca

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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