Internet può essere il nemico peggiore degli studenti

Oggi internet può essere visto come uno strumento in grado di migliorare lo studio di moltissimi universitari, grazie alle grandi possibilità che offre in termini di ricerca del materiale.

Ma può rappresentare un ostacolo per lo studente? La risposta è sì!

Uno studio pubblicato sul Journal of Computer Assisted Learning e condotto presso l’Università di Swansea dal gruppo del Prof. Phil Reed e dal gruppo del prof. Roberto Truzoli dell’ Università di Milano, ha dimostrato che gli studenti che utilizzano eccessivamente la tecnologia digitale sono meno motivati nell’affrontare il loro corso di studi e sono più ansiosi durante i test e gli esami.

Lo studio ha coinvolto 285 studenti di corsi di laurea in ambito sanitario, scelti in base al loro uso delle tecnologie digitali, le loro capacità di apprendimento, le motivazioni, l’ansia e la solitudine.

Il 25% del campione ha dichiarato di trascorrere più di quattro ore al giorno online, il resto da una a tre ore al giorno. Gli studenti vanno in rete soprattutto per i social network (40%) e la ricerca di informazioni (30%).

I risultati dimostravano una relazione negativa tra l’uso di internet e lo stimolo a studiare.

Inoltre gli studenti sostenevano che la tecnodipendenza inficiasse la produttività e la loro capacità di apprendimento e aumentasse l’ansia per gli esami da sostenere e la solitudine.

Il Professor Truzoli spiega: «La dipendenza da internet compromette una serie di capacità come il controllo degli impulsi, la pianificazione e la sensibilità alla ricompensa. Tali lacune potrebbero rendere più difficile lo studio».

Non è importante solo lo studio, ma anche la solitudine

Nel mirino FacebookSnapchatInstagram, messi sotto studio dall’Università della Pennsylvania (Usa) che dichiara di avere rilevato un legame causale tra la quantità di tempo speso con questi social media e l’aumento di depressione e solitudine.

Pubblicato sul Journal of Social and Clinical Psychology, lo studio è stato guidato dalla psicologa Melissa G. Hunt e ha coinvolto 143 studenti universitari che sono stati controllati sui tempi di dedizione a Facebook, Instagram e Snapchat anche verificando i consumi della batteria del cellulare. Sette i risultati misurati tra i quali paura di essere tagliati fuori, ansiadepressionesolitudine.

Da qualche anno si parla diFomo” per definire la paura di restare senza connessioni, dall’inglese Fear Of Missing Out.

«Alla fine, quello che è emerso – dice la dottoressa Hunt – è che usando meno del consueto i social si ha una significativa diminuzione della depressione e del senso di solitudine. E questo accade in modo più sensibile in quei ragazzi che erano più depressi quando sono stati arruolati nello studio».

Internet può portare a vere e proprie dipendenze

Si può inserire nel gruppo delle “dipendenze senza sostanza” nelle quali si instaura un’assuefazione per ciò che si fa e mentre lo si fa. Come tutte le dipendenze, anche quella da Internet crea problemi nella vita sociale, lavorativa e personale, isolamento e, alla sospensione, si possono evidenziare sintomi di astinenza.

La letteratura internazionale è concorde nell’affermare che nel determinismo della dipendenza da Internet esiste una vulnerabilità biologica di base.

Infatti in queste persone i circuiti cerebrali coinvolti nel meccanismo della ricerca di ricompensa, della gratificazione e del piacere sembrano attivarsi in modo diverso rispetto a chi non sia predisposto. Su questa predisposizione biologica andrebbero poi ad agire fattori psicologici che portano all’uso della rete come unica dimensione comunicativa della propria realtà o come sistema compensatorio ad una realtà poco gratificante.

Il trionfo del narcisista

I social possono influire su altri tratti della personalità. In particolare sembra che quelli in cui è possibile postare immagini e selfie (Facebook, Instagram, Snapchat) possano amplificare alcuni tratti di personalità tra cui il narcisismo.

Nello stesso studio condotto da Reed e Truzoli sui giovani tra i 18 ed i 34 anni, si conferma che l’uso dei social enfatizza la percezione, da parte delle persone con tratti narcisistici, di essere al centro dell’attenzione. Grazie alla mancanza di una censura reale in rete, queste persone possono presentarsi in modo grandioso e realizzare fantasie di onnipotenza, scollandosi sempre più dalla realtà e creando i presupposti perché i tratti narcisistici in alcuni casi arrivino a diventare un disturbo di personalità.

Alla fine dei conti, come qualsiasi cosa nella vita, la verità sta nel mezzo: per sfruttare al massimo le potenzialità e i benefici di questa tecnologia l’equilibrio e il buon uso sono la ricetta migliore.

Carlo Reina

 

 

 

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