Proteste a Parigi per la legge sul clima, a pochi giorni dall’Ora della Terra

“Macron, ta loi en cartoni, c’est nouvelle jaune” recitava uno degli slogan della manifestazione di ieri a Parigi: “Macron, la tua legge di cartone è una spazzatura gialla”.

Proteste contro modifiche delle proposte per la legge sul clima (fonte: video.virgilio.it)

Parliamo della Loi Climat et Relience, la legge Clima e Resilienza, voluta dal presidente Macron e presentata come una delle iniziative più importanti del suo mandato.

Per la sua formulazione, il presidente aveva istituito, nell’ottobre 2019, una Convenzione di 150 cittadini estratti a sorte, la “Convention Citovenne sur le Climat“.

Un modo per far partire proprio dai cittadini “una rivoluzione” dello stile di vita dei francesi, favorendone uno più sostenibile a livello ambientale. Un esperimento di democrazia partecipativa, pensato in seguito al movimento dei Gilet gialli, che aveva sconvolto la Francia proprio nel 2019.

Macron ha, dunque, affidato agli stessi cittadini il compito di pensare a delle misure per ridurre del 40% le emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

 

Il presidente aveva anche assicurato i 150 della Convenzione di portare in Parlamento le proposte senza che queste subissero delle modifiche.

Corteo contro Macron (fonte: la Repubblica)

Per oggi, 29 marzo è stato previsto l’arrivo in Parlamento. Proprio a un giorno dall’appuntamento con l’Assemblea francese, i manifestanti si sono fatti sentire, per quello che è stato giudicato come una sostanziale “edulcorazione” delle proposte.

I cortei che si sono riversati nella capitale hanno, dunque, manifestato per quella che sembra essere una promessa infranta. Secondo gli attivisti, con le modifiche apportate, la nuova legge sul clima non sarebbe utile al raggiungimento degli obiettivi fissati dagli Accordi di Parigi del 2015.

Ben 149 le proposte che erano state avanzate, tra cui: l’eliminazione graduale entro il 2030 degli sgravi fiscali sul diesel per gli autotrasportatori e l’attuazione di un’ecotassa regionale per i veicoli pesanti; il divieto di pubblicità per le imprese inquinanti e menù vegetariani nelle mense, punto che ha suscitato polemiche con le giunte comunali dei Verdi, motivo per il quale il governo non vuole andare oltre una sperimentazione.

L’attivista Cyril Dion, garante della Convenzione, ha denunciato una presunta interferenza delle lobby industriali che avrebbero giocato un ruolo importante nella modifica delle proposte:

“Non ci sono negoziati possibili con il clima, e una corsa contro il tempo” ha dichiarato.

La co-presidente, l’economista Laurence Tubiana, la quale aveva partecipato ai negoziati per gli Accordi di Parigi, si è unita ai manifestanti del corteo di Montpellier:

“Francesi chiedono di più ai loro deputati e al loro governo – ha detto – Serve una vera legge ambiziosa sul clima la cui componente sociale sia il perno di questa transizione necessaria.”.

Finora sono circa 7mila emendamenti presentati per la formulazione della nuova legge. Tra questi anche misure simbolicamente forti, come l’abolizione dei voli nazionali in caso di tragitti alternativi con il treno lunghi meno di due ore e mezza, ho il divieto di affittare appartamenti senza isolamento termico entro il 2028. A proposito di “efficientamento energetico”, tra le proposte anche quella della completa ristrutturazione di 20 milioni di case, ampiamente ridimensionata.

 

In Parlamento, la maggioranza si è divisa e il cammino si preannuncia tormentato.

 

L’Ora della Terra

Intanto il 27 Marzo, pochi giorni prima delle manifestazioni a Parigi, si è celebrata in tutto il mondo l’Earth hour, l’Ora della Terra, per il tredicesimo anno consecutivo.

La prima iniziativa, realizzata nel 2007, coinvolse la sola città di Sydney.

L’evento è promosso dal Wwf a livello globale, è un simbolo molto potente per la sensibilizzazione alla lotta ai cambiamenti climatici, una delle più grandi piaghe del nostro tempo.

Speak Up For Nature”, “Parla per la Natura” è stato lo slogan di quest’anno.

L’iniziativa prevedeva luci spente dalle 20.30 per un’ora. Ben 192 Paesi hanno aderito, mentre milioni di persone hanno partecipato individualmente, spegnendo le luci nelle proprie case.

Trecento i Comuni italiani che hanno deciso di partecipare. Così, sono rimasti al buio anche il Colosseo, l’Arena di Verona e Palazzo Vecchio a Firenze.

Il Colosseo al buio per l’Ora della Terra (fonte: la Repubblica)

Mattarella, ha conferito all’Earth hour la Medaglia del Presidente della Repubblica. Inoltre, le più importanti istituzioni nazionali, quali il Senato, la Camera dei Deputati e la Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno dato il proprio patrocinio all’iniziativa, così come l’Anci – l’Associazione Nazionale Comuni Italiani – grazie alla quale effettivamente l’iniziativa ogni anno ha sempre più risonanza.

La natura non può più attendere, siamo in ritardo. Sarebbero, dunque, senza dubbio condivisibili da chiunque, più sensibili o meno a tali tematiche, le parole del presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi:

“Il Wwf chiede a tutti di “dar voce alla natura”, di pretendere che si dia il giusto valore al nostro capitale naturale che alla base della nostra salute, del nostro benessere, del nostro cibo, della nostra acqua, della nostra aria, in una parola, della nostra vita. Difendere la biodiversità significa difendere il futuro dell’umanità e la qualità della nostra esistenza sul Pianeta. Allora tutti insieme “Speak up for nature” con la consueta ora di buio, che rappresenta la richiesta forte, decisa ed inequivocabile di un futuro diverso. Per tutti noi e per chi verrà dopo di noi”.

 

Rita Bonaccurso

 

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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