Giornata mondiale dell’epatite. Cosa c’è da sapere sui virus?

La Giornata mondiale dell’epatite si svolge annualmente il 28 Luglio con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prevenzione, diagnosi e trattamento dell’epatite virale. In tutto il mondo sono circa 290 milioni le persone che convivono con l’epatite virale ignare della propria condizione. Ammontano ad 1 milione 400mila i morti di epatite ogni anno.

Si definisce epatite un processo infiammatorio, acuto o cronico, a carico del fegato. Nel caso delle epatiti virali il processo infiammatorio è causato da virus epatitici,  che hanno come organo bersaglio di infezione il fegato. Esistono anche virus epatotropi non epatitici, come ad esempio gli Herpes virus, che possono nel corso dell’infezione dare coinvolgimento epatico, con caratteristiche comunque diverse rispetto ai virus epatitici classici.

Caratteristica che contraddistingue i virus epatitici è l’ampia eterogeneità. Andiamo a vedere quali sono le principali caratteristiche di ciascuno.

Epatite A

Il virus dell’ Epatite A è un virus a RNA della famiglia dei Picornaviridae. E’  in grado di dare unicamente un’ epatite acuta. Ha una diffusione ubiquitaria, ma risente molto delle scarse condizioni igienico-sanitarie. La trasmissione avviene per via orofecale e il virus viene eliminato con le feci indipendentemente dal fatto che il  soggetto sia sintomatico o meno. Incriminati sono il consumo di acqua, ghiaccio e cibi contaminati da feci umane.

Esiste, inoltre, un’altra modalità di trasmissione: infatti, come le altre epatiti virali, HAV rientra nelle MST (malattie sessualmente trasmissibili). Solo In Italia, nel periodo agosto 2016-novembre 2018, sono stati notificati  4014 casi di epatite A, dovute quasi esclusivamente a rapporti omosessuali non protetti. 

Il decorso dell’ epatite A prevede un’ incubazione che va dai 15 ai 50 giorni. La sintomatologia vede la presenza di febbre, ittero e diarrea e una durata dalle 2 alle 10 settimane con guarigione spontanea e senza danni permanenti. In quanto alla prevenzione oltre all’igiene alimentare bisogna ricordare la presenza di un vaccino.

Fonte immagine: nurse24.it

Epatite E

E’ un virus a RNA a singola elica. E’ diffuso soprattutto nei paesi dell’ Est Europa, Africa e America. L’unica modalità di trasmissione è quella oro-fecale, tramite l’ingestione di acqua o alimenti infetti. La modalità di prevenzione più efficace è rappresentate da un miglioramento delle condizioni igienico sanitarie per limitare l’inquinamento di acque e alimenti.

Epatite C

E’ un virus a RNA, appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, genere Hepacivirus. Sono presenti circa sei genotipi maggiori di virus C. Presenta inoltre un nucleocapside e due glicoproteine dell’envelope E1 ed E2, quest’ ultima affine al recettore CD81 presente sugli epatociti.

A differenza di HAV, il principale problema è la cronicizzazione. Si stima che circa l’85% dei pazienti contagiati vada incontro a cronicizzazione in maniera del tutto asintomatica. Clinicamente il HCV non dà quasi mai forme acute sintomatiche si registra un danno epatico mediato dalla risposta immunitaria, il sintomo più comune è l’astenia.

L’esordio di malattia è spesso a distanza di anni con manifestazioni epatiche o extraepatiche. Tra le epatiche troviamo cirrosi o sue complicanze (ascite, sanguinamento da varici o HCC). Tra le extraepatiche troviamo glomerulonefriti membranose, linfomi NH di tipo B, vasculiti crioglobulinemiche miste e artriti, insulino resistenza e diabete.

Modalità di trasmissione e terapia

La trasmissione di HCV è prevalentemente parenterale. A differenza del virus B, si registra una ridotta trasmissione sessuale e ciò è dovuto alla scarsa presenza del virus nel fluido spermatico. Rinomati sono i contagi ospedalieri tramite siringhe e aghi infetti, oppure quelli dovuti a pratiche estetiche scarsamente igieniche quali piercing e tatuaggi, interventi odontoiatrici e trasmissione verticale madre/figlio.

Trovò una larga diffusione su scala familiare, a causa della condivisione di oggetti di uso comune quali rasoi e spazzolini utilizzati dal soggetto infetto. Da ciò nascono le misure preventive: la sterilizzazione degli oggetti di uso comune, sconsigliare pratiche estetiche poco affidabili, ma soprattutto la riduzione numerica dei nuclei familiari hanno posto un freno alla diffusione del virus.

In quanto alla terapia, abbiamo a disposizione dei farmaci in grado di eliminare il virus.  I farmaci sono antivirali ad azione diretta (DAA) per la prima volta in commercio dal 2014.

Epatite B

Il virus dell’epatite B è un virus a DNA e appartiene alla famiglia degli Hepadnaviridae. Ha un diametro di 42 nm ed è caratterizzato da un envelope, un nucleocapside all’interno del quale troviamo il genoma e la DNA polimerasi. Il genoma virale codifica per quattro sequenze antigeniche. Il frammento S codifica le proteine di superficie del virione (HBsAg). Il frammento C codifica per due proteine. La prima è la proteina core HbcAg, non dosabile nel siero, i cui corrispondenti anticorpi sono HbcAb. La seconda è HbeAg che è un antigene non strutturale. Esiste inoltre un frammento X al quale si attribuisce l’azione cancerogena del virus.

Struttura virus epatite B

Modalità di trasmissione e terapia

La modalità trasmissione è analoga a quella del virus C. Unica differenza è data da una probabilità molto più alta di trasmissione per via sessuale. Da segnalare è anche coinfezione del virus difettivo dell’epatite D che avviene sempre in combinazione con il virus B del quale sfrutta le polimerasi. Efficacissima contro il virus B è la prevenzione. Dal 1991 esiste un vaccino obbligatorio contro HBV costruito con tecniche di DNA ricombinante. Le altre modalità di prevenzione sono analoghe a quelle del virus C. Quindi sarà fondamentale evitare promiscuità sessuale, uso di droghe endovenose, utilizzo di oggetti sterili  monouso ed esguire screening pre donazione di sangue. Esistono farmaci molto efficaci nel ridurre la viremia ma incapaci di rimuovere il virus dal fegato. Gli studi dimostrano che questi farmaci non solo riducono la viremia, ma sono in grado anche di contenere le complicanze di cirrosi HBV associata, ad eccezione del rischio di progressione in epatocarcinoma.

Come riportato dal ministero della salute “Riuscire a diagnosticare l’infezione nelle persone inconsapevoli è oggi la sfida principale nella lotta all’epatite” il perseguire questo obiettivo porterà ad una sempre più drastica riduzione delle malattie croniche di fegato virus correlate riducendo vistosamente il numero di complicanze ad esse correlate.

Saro Pistorio

Fonti:

https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=null&id=3841

https://www.istat.it/

Linee guida EASL

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