Da sinistra: presidente russo V. Putin e presidente della repubblica francese E. Macron (fonte: il quotidianoitaliano.com)

Crisi Ucraina: continua la tensione nel Donbass. Nella notte, colloquio Macron-Putin

La crisi che oppone il Cremlino all’occidente sembra propendere sempre più verso lo scoppio della guerra. Nonostante gli sforzi diplomatici di Macron nelle vesti di paciere, gli Usa lasciano intendere che l’invasione dell’Ucraina non sia più imminente, ma praticamente già avviata. Tuttavia, una luce fioca alla fine del tunnel lascia aperto lo spiraglio della risoluzione diplomatica della crisi che da settimane tiene il mondo con il fiato sospeso.

Gli sforzi di Macron 

Gli sforzi dell’inquilino dell’Eliseo sembrano generare i primi frutti: dopo due telefonate al presidente Putin, l’ultima nella notte appena trascorsa, quest’ultimo sembra aver accettato di partecipare ad un vertice con Joe Biden. Per il momento, nulla è ancora, però, deciso, i due presidenti hanno “accettato il principio” di incontrarsi in un summit.

Tuttavia, nelle scorse ore, il Cremlino ha definito prematura l’organizzazione di un vertice Biden-Putin sull’Ucraina, pur lasciando aperta la possibilità di un incontro tra i leader qualora lo “riterranno opportuno“. Al momento, vi è chiara comprensione sulla necessità di continuare il “dialogo a livello di ministri”. Macron ha, però, sottolineato che il verticesi potrà tenere solo se la Russia non invaderà l’Ucraina“.

Per la preparazione bisognerà attendere questo giovedì, giorno in cui è in programma l’incontro tra il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. La priorità per la Francia è ristabilire il cessate il fuoco nell’Ucraina orientale, teatro di un conflitto tra l’esercito ucraino e le milizie filorusse.

“Ogni giorno che passa senza guerra è un giorno guadagnato per la pace”

Civili ucraini durante un addestramento militare in una foresta di Kiev (foto Getty, fonte: fanpage.it)

La tensione nel Donbass 

La situazione nella regione del Donbass, controllata dai separatisti filorussi, “è estremamente tesa” e “non c’è alcun segnale di allentamento di queste tensioni“, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

I separatisti accusano le forze di Kiev di avere ucciso due civili, i primi dalla ripresa dei combattimenti nella regione. I civili, secondo le fonti dei ribelli, sarebbero morti in un bombardamento di artiglieria nel villaggio di Pionerskoye, nell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, a sette chilometri dal confine russo.

Civili di Donetsk, nel Donbass, diretti nella regione russa di Rostov

Ogni incidente come questo rischia di portare a “conseguenze irreparabili“, continua il portavoce del Cremlino Peskov. Come riporta Repubblica, continuano le evacuazioni nel Donbass. Al momento, circa 61.000 tra donne, anziani e bambini provenienti dall’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, sono arrivati in treno nella città sud-occidentale di Voronezh, in Russia.

La profezia di Boris Johnson 

Il primo ministro britannico Boris Johnson, al momento al centro del party-gate durante il primo lockdown, come riporta la Bbc, in merito alla crisi Ucraina-Russia si è espresso con una profezia catastrofica:

“Il piano della Russia di invadere l’Ucraina porterebbe al più grande conflitto in Europa dalla seconda guerra mondiale.”

Secondo il primo ministro, le prove suggeriscono che “il piano è già iniziato“, ha dichiarato Johnson ai margini della Conferenza sulla sicurezza a Monaco. Basandosi sui dati fornisti dagli 007 britannici e statunitensi, secondo il Premier inglese, Putin addirittura avrebbe già dato il via libera al piano di invasione dell’Ucraina da mettere in atto a un suo ordine. Sempre secondo Johnson, le truppe russe, oltre a entrare in Ucraina da est, attraverso il Donbass, avrebbero pianificato un’invasione attraverso l’alleata Bielorussia e la parte centrale del Paese, con l’obiettivo di arrivare persino alla capitale Kiev.

La lista

Gli Usa sostengono che la Russia abbia una “lista neracontenente l’elenco di persone da uccidere o deportare in caso di invasione dell’Ucraina. L’agenzia stampa Afp sostiene che gli Stati Uniti siano sinceramente preoccupati della conseguenza catastrofica “per i diritti umani che si verificherebbe in caso di attacco all’Ucraina“. Washington sostiene di avere informazioni affidabili, che indicano che le forze russe stanno stilando liste di ucraini da assassinare o inviare in campi dopo un’occupazione militare, ma il Cremlino tramite il proprio portavoce ha definito l’ accusa “menzogna assoluta“.

 

 

Elidia Trifirò 

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