Macron rieletto all’Eliseo: sconfitta nuovamente Marine Le Pen al ballottaggio

Proprio come nel 2017, Emmanuel Macron ha battuto al ballottaggio Marine Le Pen nella corsa per l’Eliseo, tra il plauso dello schieramento contrario alla destra sovranista e dei principali leader alleati occidentali. Rispetto ad allora però lo ha fatto da presidente uscente, in un contesto significativamente differente e dopo una campagna elettorale concretamente iniziata solo dopo il primo turno di due settimane fa. A non essersi ripetuto invece è stato il conclamato trionfo che il leader di En Marche potè allora vantare di avere ottenuto contro l’avversaria, al tempo doppiata nelle preferenze ed ora solamente tenuta ad una debita ma non cospicua distanza (58,5% per Macron e 41,45% per Le Pen).

 

La festa di Macron sotto la Tour Eiffel

“Sono il Presidente di tutti, qui si apre una nuova era”

Ad accompagnare l’annuncio del risultato è stato prima il boato festoso dei sostenitori di Emmanuel Macron e subito dopo l’Inno alla Gioia di Beethoven, sulle cui note il rieletto presidente francese e la moglie Brigitte si sono presentati allo Champ-de-Mars, sotto alla Tour Eiffel. Una scelta, quella del tema musicale, già proposta nel 2017 e che sottolinea il primo punto di contrasto con Marine Le Pen essendo l’inno dell’Europa unita. Presentatosi alla folla ha voluto ringraziare gli elettori ed in particolar modo quelli appartenenti ai diversi schieramenti politici che hanno deciso di puntare su di lui nel corso del secondo turno delle elezioni: “li ringrazio non perché condividono le idee, ma per avere sbarrato la strada all’estrema destra“. “Sarò debitore per questo voto nei prossimi anni e prometto che quelli che seguiranno non saranno il proseguio dei cinque appena conclusi ma una nuova era per tutta la Francia“.

Sostenitori di Macron festeggiano l’esito del ballottaggio, fonte:donnesulweb.it

Toni ovviamente opposti per Marine Le Pen che però, nonostante la delusione, ha etichettato il risultato di domenica come “una forma di speranza”. La seconda sconfitta consecutiva della leader del Rassemblement National è coincisa con il miglior risultato dell’estrema destra francese nella storia della Quinta Repubblica, un dato che certamente avrà un peso specifico di non poco conto nel futuro prossimo della vita politica del paese transalpino.

Una vittoria dell’Europa?

Negli ultimi mesi il presidente francese ha cercato di riempire il vuoto lasciato dall’ex cancelliera tedesca Angela Merkel prendendo le redini delle relazioni internazionali dell’Unione Europea. Proprio per questo una sconfitta di Macron e la conseguente vittoria dell’euroscettica Marine Le Pen avrebbero comportato quasi certamente il punto più basso della storia recente dell’UE e con esso il definitivo declassamento della stessa ad attore di secondo piano sulla scena internazionale. Timori svaniti già con i primi exit poll che hanno evidenziato sin da subito un forte vantaggio del presidente uscente e definitivamente tramontati con la conclusione dello spoglio. Non a caso i principali leader europei, oltre ad essersi complimentati per la vittoria, hanno voluto sottolineare il peso specifico che tale risultato porta con sé. Il primo con cui Macron ha avuto una conversazione telefonica è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha parlato immediatamente di un risultato sinonimo di “un voto di fiducia sull’Europa“, sentimento ripreso anche dal premier spagnolo Pedro Sanchez e da quello portoghese Antonio Costa. Complimenti giunti anche dal Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Quest’ultimo in un tweet ha detto: “In questo periodo tormentato abbiamo bisogno di un’Europa solida e di una Francia impegnata nella maniera più assoluta per una Ue più sovrana e più strategica. Possiamo contare sulla Francia per altri 5 anni”.

 

 

Anche il premier italiano Mario Draghi ha definito la vittoria di Macron come una splendida notizia per tutta l’Europa. “Italia e Francia sono impegnate fianco a fianco, insieme a tutti gli altri partner, per la costruzione di un’Unione Europea più forte, più coesa, più giusta, capace di essere protagonista nel superare le grandi sfide dei nostri tempi, a partire dalla guerra in Ucraina. Al presidente Macron vanno le più sentite congratulazioni del governo italiano e mie personali”. Ad unirsi al coro è stato anche il presidente russo Vladimir Putin, di cui Macron è stato interlocutore privilegiato nel corso delle fasi iniziali della guerra, che ha voluto mandare i propri complimenti: “Vi auguro sinceramente successo nella vostra azione pubblica e anche buona salute e prosperità”.

Una vittoria senza trionfo

Scacciato il rischio dell’estrema destra adesso si deve fare i conti con la realtà dei fatti, una realtà in cui appare chiaro che la Francia non è unita, anzi. Lo stesso Macron nel suo discorso allo Champ-de-Mars ha immediatamente ammesso che “gli anni che verranno non saranno affatto semplici” e che sente il dovere di venire incontro ai sentimenti manifestatisi chiaramente nel corso di queste elezioni. Si è infatti trattato delle elezioni con la più alta percentuale di astensionismo (il 28%) dal 1969, quando gli elettori di sinistra si rifiutarono di presentarsi alle urne in segno di protesta. Un dato frutto della crisi della percezione democratica del sistema e di una sempre più rimarcata frammentazione del panorama politico francese che ha permesso la rielezione di Macron unicamente per impedire la vittoria della Le Pen. Ad oggi accanto allo schieramento del presidente (centro destra) vi sono unicamente i due blocchi di estrema destra (Le Pen) e di estrema sinistra (Mélenchon), uno scenario che, in vista delle elezioni legislative del 12 e 19 giugno, rende concreto il rischio di una cohabitation. Una possibilità che indebolirebbe non poco la posizione della Francia nello scacchiere europeo, essendo che il capo dell’esecutivo sarebbe “ostaggio” di una maggioranza parlamentare di segno diverso dal suo.

 

Filippo Giletto

di Filippo Giletto

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