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Carne “sintetica”: cos’è veramente e perché fa paura?

La cosiddetta “carne sintetica” (più correttamente chiamata “carne coltivata”) ha tanto fatto parlare nelle ultime settimane a causa della legge istituita recentemente sul consumo di questi alimenti. La verità è che si tratta esattamente della stessa carne che consumiamo oggi, ciò che cambia è la modalità e l’ambiente in cui è coltivata. Infatti, è ottenuta in laboratorio da cellule staminali prelevate direttamente dagli animali vivi, invece che attraverso il classico processo di allevamento e macellazione. Vi spieghiamo più in dettaglio di cosa si tratta.

  1. Il processo di produzione
  2. Perché produrre carne coltivata?
  3. La percezione dei consumatori
  4. Conclusioni

Il processo di produzione della carne coltivata

La carne coltivata è come la carne che comunemente consumiamo, ma con la differenza che è prodotta in vitro  in laboratorio tramite il prelievo di cellule staminali da animali vivi. Le cellule staminali sono cellule in grado di specializzarsi in modo da rigenerare tessuti per qualsiasi organo appartenente ad organo specificato.

Queste cellule vengono messe in un terreno di coltura adeguato che contiene tutti i nutrienti necessari alla crescita, al differenziamento e, infine, alla loro specializzazione in tessuto muscolare, tessuto connettivo e grasso, ossia i costituenti della carne animale.
I nutrienti presenti nel terreno sono gli stessi del cibo che comunemente diamo al bestiame da allevamento, quindi: proteine, carboidrati (come il glucosio), vitamine, sali minerali (come fosforo, calcio, sodio e potassio) e acidi grassi.

La crescita di queste cellule avviene nei bioreattori, ovvero apparecchiature in grado di fornire le condizioni ideali per la crescita delle cellule, che provvedono al mantenimento di parametri adeguati alla loro crescita (tra questi vi sono pressione, ossigenazione e temperatura). I bioreattori vengono già largamente utilizzati nell’industria alimentare, ad esempio per la produzione di yogurt a partire dal latte.

Processo di produzione della carne coltivata. Fonte: ResearchGate

Perché produrre carne coltivata?

L’industria alimentare è uno dei settori che più emette inquinanti ai giorni nostri (tra cui il metano prodotto dai ruminanti). Gran parte del suo impatto si deve proprio alla produzione di carne. Al momento, circa tre quarti  dei terreni deforestati sono indirizzati all’allevamento di animali, alla produzione di mangime e al pascolo. Di questi circa il 30% della superficie terrestre è utilizzato per l’allevamento, il 33% per la coltivazione di mangime per il bestiame e il 26% per il pascolo.

L’allevamento del bestiame e la produzione di mangime a livello intensivo hanno un grande impatto sull’aria e sull’acqua destinata a uso civile. Essi sono causa di emissioni di azoto e fosforo, emissioni di ammoniaca (che causano le piogge acide) e della contaminazione dell’acqua da pesticidi. In aggiunta, negli allevamenti intensivi vengono usate enormi quantità di antibiotici e sostanze chimiche somministrati agli animali che vivono spesso in ambienti sovraffollati e malsani.

Inoltre, secondo le previsioni, la popolazione mondiale nel 2050 potrebbe crescere fino a circa 9,7 miliardi, portando ad un aumento della produzione di cibo del 70% per poter sfamare ogni individuo. Questa è una condizione sicuramente critica per il futuro.

 

La percezione dei consumatori

Uno dei più grandi ostacoli per il via libera alla produzione e distribuzione di carne coltivata è proprio la narrazione che ci sta dietro da parte dei media. Questa alternativa alla carne “normale” è da molti considerata innaturale (da qui il nome improprio di “carne sintetica“). D’altro canto però, la carne che consumiamo ad oggi, ottenuta attraverso il processo di allevamento e macellazione, è tutto tranne che naturale. Basti pensare ai motivi sopra elencati: somministrazione di antibiotici e ormoni agli animali d’allevamento, oltre che il confinamento, la crudeltà sugli animali e la selezione artificiale.

In realtà, la produzione in piastra di carne coltivata si basa su un processo naturale. Ciò che è diverso è l’ambiente in cui avviene lo sviluppo, ovvero i bioreattori, e la modalità ma rimane identica alla carne comune a livello cellulare.

La percezione dei consumatori nei riguardi della carne coltivata, secondo vari studi, cambia molto in base a culture, paesi e gruppi di persone presi in considerazione. Degli studi hanno evidenziato come i “Millennials” e la “Gen Z” siano le generazioni più propense a provare la carne coltivata.

 

Carne coltivata in commercio. Fonte: TastingTable

Conclusioni

La produzione di carne coltivata rimane un tema controverso e con molte sfaccettature da considerare. Se in alcuni paesi la produzione e distribuzione di carne coltivata è qualcosa che avviene già da tempo o a cui è stato dato il via libera (come USA e Singapore), in Italia il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che vieta la produzione e immissione sul mercato di alimenti e mangimi “sintetici”.

L’opinione pubblica si divide sul tema, c’è chi la proverebbe e la vede come un’alternativa valida e chi invece la boccia totalmente. L’Unione Europea considera la carne sintetica come un “novel food“, dunque deve essere valutata dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) prima di ottenere un’eventuale approvazione. In poche parole, ci vorrà ancora molto tempo prima che la carne coltivata possa arrivare sulle nostre tavole. Nel frattempo, sarebbe ideale lasciare che gli scienziati possano valutare i reali impatti della carne coltivata su larga scala, senza precluderci la possibilità di avere una valida alternativa alla carne da allevamento.

Francesca Aramnejad

 

Bibliografia:

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/carne-sintetica-ecco-perche-ci-serve

https://www.mdpi.com/2071-1050/15/5/4009

https://gfi.org/science/the-science-of-cultivated-meat/deep-dive-cultivated-meat-scaffolding/

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0195666323000491?via%3Dihub

https://www.cucchiaio.it/sostenibilita/cos-e-la-carne-sintetica-e-che-differenze-ci-sono-con-carne-vegetale-e-carne-stampata/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9931865/

https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/10408398.2022.2132206?journalCode=bfsn20

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