Dottorato honoris causa: intervista a Piero Angela

Stamattina, in un’Aula Magna gremita, è stato consegnato il Dottorato honoris causa in Biologia Applicata e Medicina Sperimentale al dott. Piero Angela. Pioniere di radio e tv in Italia, ha alternato la sua attività di giornalista e conduttore televisivo a quella di scrittore e, in particolare, divulgatore scientifico. Noi di UniVersoMe siamo riusciti a fargli qualche domanda prima che tenesse una lectio doctoralis di “Medicina e Società”, introdotta dal prof. Angileri di Neurochirurgia.

Cosa prova per questo dottorato in Biologia Applicata e Medicina Sperimentale che le è stato assegnato dall’UniMe ?

Intanto ringrazio l’Università di Messina che mi ha conferito il mio primo dottorato dopo le lauree che altri istituti mi hanno dato (dieci). La cosa mi ha piacevolmente sorpreso e so che questa onorificenza arriva per il lavoro che il nostro programma televisivo svolge a beneficio di quelle che sono appunto discipline quali la Biologia e la Medicina.

Che cos’altro le piacerebbe raccontare?

Penso di aver raccontato un po’ di tutto (ride).  Forse farò un libro sulle riflessioni di un vecchietto, riguardo la società di oggi e di ieri, insieme a tutte le persone che nella mia vita ho incontrato. Quando si vive così a lungo, si accumula un’esperienza che si può lasciare ai lettori. Voglio lasciare un “granello di conoscenza”. 

In una intervista parlando di educazione ha citato il motto latino “Ludendo docere”. Cosa, secondo lei, la separa da tutti gli altri divulgatori scientifici?

Mi sono sempre posto il problema della relazione tra la comunicazione e la capacità di ritenere le informazioni dell’ascoltatore. Una nozione una volta letta o sentita, viene processata nel cervello passando per il sistema limbico dove c’è il centro delle emozioni. Se questa area non si attiva, non ci sono le condizioni per fissare quelle informazioni e andare a formare quel groviglio di sinapsi che costituisce il nostro archivio. I mass media attivano ogni giorno questa area: disgrazie, accoltellamenti, liti, titoloni, etc. Mi piace dire che il peggior nemico della cultura è la noia. Dobbiamo arrivare ad una più nobile emotività, stimolando la curiosità nell’ascoltatore con racconti, esempi, sceneggiati, e perché no cartoni animati. Usare un linguaggio alla portata di tutti ed arrivare a tutto il pubblico, altrimenti non ci si può affermare in un panorama così competitivo.

A proposito di ciò: talvolta i più giovani vengono definiti “passivi fruitori del progresso e della tecnologia”. Ritiene che i giovani d’oggi si pongano sufficienti “perchè” ? 

Ma io da piccolo i “perché” me li ponevo per cercare risposte e credo che anche oggi sia così. Forse oggi si è più distratti da tante altre cose come il telefonino o il web dove si offrono cose che colpiscono molto l’emotività e fanno deragliare il soggetto dal compito su cui era focalizzato. Tornando a ciò che diceva prima: Ludendo docere ; i latini riassumevano in due parole tutto quello che le sto dicendo. Bisogna portare l’attenzione sui problemi, ma in modo brillante. Solo così si possono raggiunge anche persone che non hanno gli strumenti culturali per comprendere determinati concetti.

Oggi a pronunciare la sua laudatio è stato un neurochirurgo. Parlando sia di scienza che di informazione, in questi giorni è uscita una notizia un po’ controversa riguardo l’ultimarsi di procedure per il primo trapianto di testa eseguite da un neurochirurgo torinese (come lei): Sergio Canavero. Lei cosa ne pensa?

Queste cose sono già state fatte in passato. Addirittura negli anni ’20 mi ricordo di cani con due teste (una trapiantata sul corpo del suo simile), avevano vari riflessi, abbaiavano ma poco dopo passavano a miglior vita. Oggi ci sono delle persone che per risparmiare su una eventuale ibernazione vogliono farsi congelare solo la testa per poi sfruttare il futuro della biologia molecolare per montarla su un corpo clonato. Io però devo dire che a tutto questo tipo di procedure non credo molto. Il corpo è macchina ben più complessa che un semplice strumento idraulico che si può smontare e rimontare.

Ph. Livio Milazzo

 

Alessio Gugliotta

di Alessio Gugliotta

Nato a Messina, classe 1993, giornalista pubblicista, neolaureato in Medicina e Chirurgia. Ho militato in diverse testate giornalistiche tra cui: "Tempostretto" ed “Il Cittadino di Messina”. Sono un appassionato del corpo umano e amante della Pallacanestro e della musica Hip-Hop. Sono editorialista e cofondatore di UniVersoMe, dove dal 2016 al maggio 2020 ho ricoperto la carica di Coordinatore generale. Il mio obiettivo in questo progetto è la creazione di un’interfaccia fra lo studente e la sua università, che quindi fornisca gli strumenti per orientarsi in quella che è la realtà universitaria nella Città di Messina.

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