Carta Famiglia, esclusi gli extracomunitari

Un nuovo emendamento alla legge di bilancio, presentato dalla Lega e approvato ieri, esclude gli extracomunitari regolarmente residenti in Italia dalle agevolazioni per le famiglie numerose. La carta famiglia era entrata in vigore nel 2017 e garantiva alle fasce più deboli della popolazione uno sconto fino al 20% su medicine, mezzi di trasporto, alimenti, bollette, eventi culturali e materiale scolastico. Come si leggeva in Gazzetta ufficiale, “Hanno diritto alla carta famiglia tutti i nuclei familiari – italiani e stranieri, regolarmente residenti in Italia – con almeno tre componenti minori di età e con un indice Isee in corso di validità che non superi i 30mila euro“.

Da ora, però, le cose cambiano. Come spiega l’emendamento approvato dalla commissione bilancio della Camera, i nuovi beneficiari della carta famiglia saranno esclusivamente le “famiglie costituite da cittadini italiani ovvero appartenenti a Paesi membri dell’Unione europea regolarmente residenti nel territorio italiano, con almeno tre figli a carico”. Via i cittadini extracomunitari residenti in Italia, in quella che da carta famiglia si trasforma in carta italiani. In compenso, viene eliminato il paletto della minore età dei figli, alzata fino ai 26 anni. Inoltre, scompare ogni riferimento all’Isee. Si tolgono gli stranieri quindi, ma si amplia la platea di potenziali beneficiari italiani, qualunque sia il loro reddito: basta avere tre figli. Secondo i dati dell’Istat, sono 4 milioni gli extracomunitari regolarmente residenti in Italia e che verranno tagliati fuori dal nuovo emendamento alla legge di bilancio.

Il paradosso è che Matteo Salvini, quando viene accusato di xenofobia, dice di avercela soltanto con gli irregolari. “Immigrati regolari che pagano tasse e portano rispetto sono fratelli. Il mio problema è la clandestinità”, twittava l’anno scorso. Togliere loro una forma di sostegno per l’accesso a beni e servizi primari è uno strano modo di mostrare questo riconoscimento fraterno. Lo stato, peraltro, non ci guadagna un euro. Nel provvedimento originario si specifica infatti che “dalla disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Questo perché gli sconti legati alla carta famiglia non sono a carico dello Stato, quanto piuttosto degli esercizi commerciali che possono scegliere in modo libero e volontario se aderire all’iniziativa, attraverso un bollino esposto in vetrina – “Amico della famiglia” in caso di sconto del 5%, “Sostenitore della famiglia” per gli sconti fino al 20.

 

Rachele Fedele

 

 

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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