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Si può predire l’aggressività di un soggetto osservandone il volto?

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Il volto è ciò che principalmente ci contraddistingue: piccole differenze nei tratti facciali possono suscitare reazioni diametralmente opposte in un osservatore. L’attrazione, la fiducia o la diffidenza sono influenzate dalle caratteristiche del viso di un’altra persona. Ma il nostro parere corrisponde alla realtà? Sarebbe possibile stimare l’aggressività di un soggetto soltanto guardandolo in faccia?

Negli anni in molti hanno provato a dare una risposta scientifica a queste domande. Sfortunatamente definire associazioni ben precise non è semplice. I tratti fisionomici da analizzare sono tantissimi e difficilmente possono essere esaminati separatamente in quanto si influenzano a vicenda.

Il rapporto tra la larghezza e l’altezza del volto per predire l’aggressività

Nel tentativo di predire l’aggressività, una proposta che possa tenere conto di più caratteristiche è quella del rapporto tra larghezza e altezza del volto (fWHR: facial width to height ratio). La larghezza è misurata tra gli zigomi, l’altezza è misurata dal margine superiore della bocca al margine inferiore dalle sopracciglia.

Uno studio del 2009 ha dato conferma del fatto che gli osservatori reputassero più aggressivi i volti che presentavano un rapporto aumentato. Altri studi successivi hanno poi confermato la stessa evidenza. Ciò può indicarci che stimare la potenziale aggressività di un soggetto sulla base delle caratteristiche del viso potrebbe essere vantaggioso per la sopravvivenza. Quest’analisi ha un razionale comportamentale: chi è arrabbiato o aggressivo tende ad abbassare le sopracciglia e alzare leggermente le labbra, riducendo l’altezza e alzando quindi il rapporto.

fWHR di personaggi famosi
© Youtube – Manlytq – fWHR di personaggi famosi

Una teoria simile venne ipotizzata oltre un secolo fa

Fu un medico e antropologo italiano, Cesare Lombroso, a gettare le basi secondo cui il comportamento e il temperamento potessero essere previsti sulla base della fisionomia. Egli formulò delle osservazioni pseudoscientifiche per cui alcuni uomini possano presentare delle tendenze criminali fin dalla nascita e manifestarlo attraverso delle caratteristiche ben precise. Queste includono, per esempio, delle sopracciglia sporgenti o una mandibola particolarmente pronunciata.

Nel secolo scorso la teoria venne ritenuta quasi un modello in ambito criminologico, pur non essendo suffragata da dati reali. In effetti questi tratti antropometrici possono influenzare il rapporto tra larghezza e altezza del viso. L’attuale analisi di questo rapporto da parte degli studiosi può contribuire a dare il giusto valore alla teoria storica.

Chi ha un rapporto maggiore è davvero più aggressivo?

Si è tentato di trovare una risposta a questa domanda con lo studio di discipline sportive. In particolare l’analisi si è basata su dati come cartellini, penalità e sanzioni che possano in qualche modo essere riflesso dell’aggressività degli atleti.

Un primo studio del 2008 ha analizzato il fWHR nei giocatori di hockey. Il rapporto risultava essere aumentato nei giocatori più irregolari durante le partite, che in particolare passavano più tempo fuori dal campo a causa delle penalità. Nel 2014 è stata osservata un’associazione tra il valore e la performance di combattimento in atleti di uno sport di combattimento (MMA). Ciò è dimostrazione, quindi, che maggiore è la larghezza del loro volto maggiori sono i risultati sportivi in combattimento.

Nel 2018 però un ampio studio su giocatori di calcio mette in dubbio l’associazione tra il fWHR e l’irregolarità nello sport, contraddicendo quanto sostenuto prima. Non c’è alcuna associazione tra la caratteristica del volto e il numero di cartellini gialli o rossi assegnati, né sui falli commessi.

Non sembrano esserci differenze tra donne e uomini

Nonostante alcuni studi affermassero che vi fosse una differenza significativa nell’analisi del rapporto tra donne e uomini, i risultati sono stati contraddetti da un lavoro del 2013. L’esame di una popolazione di 4960 persone non ha trovato alcuna associazione tra il fWHR e il sesso. Inoltre questo studio ha valutato un’eventuale associazione con l’aggressività al di fuori del contesto sportivo. Sono stati messi a paragone un campione di prigionieri condannati per vari crimini con un gruppo di cittadini incensurati, non trovando alcuna differenza significativa della caratteristica del volto.

Anche se, più o meno consapevolmente, sviluppiamo delle opinioni sulla base della fisionomia dei soggetti non c’è una conferma inequivocabile del fatto che possano effettivamente essere fondate, almeno per quanto riguarda la possibilità di valutare l’aggressività dal volto.

Insomma, sulla base delle informazioni scientifiche fin’ora a nostra disposizione, mai giudicare un libro dalla copertina!

Antonino Micari

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