#Restiamoacasa e la Terra respira: l’impatto ambientale delle misure restrittive

Crolla l’inquinamento atmosferico. In parte l’aria è più pulita, ma le polveri restano e sono legate alle condizioni meteo. Le condizioni meteo di questi giorni però certamente tendono ad aiutarci.

Il legame tra Coronavirus e inquinamento sta stimolando molte considerazioni. L’effetto delle restrizioni alla circolazione sulla qualità dell’aria e il legame tra inquinamento e diffusione del virus sono oggetto di interpretazioni piuttosto discordi. Ma i dati parlano chiaro e dicono che con le restrizioni alla circolazione introdotte per combattere la diffusione del Covid-19, l’inquinamento in atmosfera si è decisamente ridotto.

Più il Coronavirus si espande, più diminuiscono i livelli di inquinamento atmosferico e di CO2 in decine di città e regioni del pianeta, in primis in Cina e Italia del Nord. La nuvola visibile di gas tossico che era piazzata sopra le centrali elettriche industriali è quasi scomparsa. Infatti, i livelli di smog si sono ridotti notevolmente quando le fabbriche hanno chiuso e le immagini satellitari mostrano un calo significativo dell’inquinamento atmosferico anche in Italia.

In particolare il fermo delle attività umane in pianura Padana, una delle aree più inquinate d’Europa, stanno rendendo visibili “a occhio nudo” la diminuzione di alcuni inquinanti, tra cui il temibile biossido di azoto (NO2), che da solo causa ogni anno la morte precoce in Italia di 14.600 persone sulle 76.200 complessive per inquinamento e polveri sottili, secondo le stime dell’EEA, l’Agenzia europea dell’Ambiente.

Le analisi elaborate dagli esperti del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), stimano una riduzione del 50% per le emissioni di NO2 nella Pianura Padana, in seguito al rallentamento della produzione nei siti industriali e al calo del traffico su strada, che da solo è responsabile del 53% circa delle emissioni totali di ossidi di azoto.

Si prevedono presto cali simili negli Stati Uniti, dove la metà di tutti i viaggi in auto sono per e da gli uffici o le scuole: infatti, secondo la BBC il monossido di carbonio, emesso per lo più dalle macchine, è diminuito del 50% come conseguenza della riduzione del traffico, in media del 35% su scala globale. A New York le emissioni di CO2 sono già diminuite del 5-10% e si accompagnano a un consistente calo di quelle di metano. In base a proiezioni, il gruppo di ricerca della Columbia University aspetta per le prossime settimane il livello più basso di CO2 dal 2009, dopo la crisi finanziaria.

Tuttavia i dati, sottolineano da più parti gli esperti europei e italiani, vanno interpretati con accuratezza e nel tempo, non nell’immediato, in quanto sono variabili e determinati anche dai venti e dal regime meteorologico. Variazioni che rendono difficile rilevare e caratterizzare le tendenze nel breve periodo.

Certo è che purtroppo di Coronavirus ci si ammala e si muore, così come di inquinamento atmosferico. E gli abitanti della pianura Padana e della Lombardia stanno pagando un prezzo altissimo di vite umane, su entrambi i fronti.

 

                                                                                                                                                          Piero Cento

 

 

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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