Addio a Little Richard, la star che rivoluzionò il mondo del rock

“Elvis può essere il Re del Rock and Roll, ma io sono la regina.”

Fonte:blogspot.com

Il 9 Maggio ci ha lasciati Richard Wayne Penniman a 87 anni, conosciuto con il nome d’arte Little Richard, considerato come una delle star del rock più famose al mondo. Richard ha avuto grande influenza non solo sulle generazioni di appassionati di musica del XX secolo, ma anche sui suoi colleghi. Grazie a lui il rock prese una nuova forma.

Per via della sua voce particolare e del suo stile trasgressivo, Little Richard è entrato a far parte della Rock and Roll Hall of Fame e alla Songwriters Hall of Fame, posto riservato alle vere stelle del rock, che con la loro arte hanno rivoluzionato il mondo della musica rock e la società stessa.

Biografia

Nasce a Mancon  il 5 Dicembre del 1932, in una famiglia molto religiosa, il terzo di dodici figli. Fin da piccolo è immerso nel mondo della musica, la sua famiglia si esibiva come coro in varie chiese e fin da piccolo dai suoi stessi parenti fu soprannominato War Hawk , per via della sua potente voce.

La sua infanzia e la sua adolescenza furono segnate dal razzismo (erano gli anni della segregazione razziale) ma Richard non si perde d’animo e continua con la sua passione per la musica, andando contro tutti con il suo dono.  Nel 1951 inizia la sua carriera in un studio di registrazione (ma ha poco successo) e nel 1955 avviene la svolta: comincia a creare uno stile tutto suo e immaginabile, impossibile da imitare, fatto di ritmi veloci, jazz, delle volte un po’ di gospel , grida, il tutto accompagnato dalle sue movenze ballerine.

Insomma uno stile unico che ancora in pochi avevano osato mostrare davanti al grande pubblico. Nello stesso anno comincia la sua carriera da attore, che lo porterà a recitare in svariati film.

Fonte: UPI.com

Little Richard fu di grande ispirazione per Jimi Hendrix; lui stesso dichiarò  “vorrei che la mia chitarra fosse come la sua voce”. Durante la sua carriera ebbe anche un blocco artistico che lo porterà a produrre qualche brano meno di successo a confronto con i suoi capolavori antecedenti: ma nessuno dimenticherà Richard, che continuò ad ispirare molti artisti come David Bowie, U2. e comparirà in molti concerti delle leggende del rock come “guest stars”, poiché tutti volevano vedere il suo talento dal vivo.

La sua ultima apparizione fu nel 2013 con il suo ultimo concerto a Las Vegas. Muore il 9 Maggio 2020 a causa di un tumore osseo, a dare l’annuncio è il figlio con un comunicato a Rolling Stones.

Per salire sul palco per fare uno spettacolo, vorrei truccarmi perché sento che la mia recitazione così migliora; il trucco attira l’attenzione verso ciò che sto facendo.

Tutti Frutti

Credo che la mia eredità debba essere che quando ho iniziato nel mondo dello spettacolo, non c’era nulla come il rock ‘n’ roll. Quando ho iniziato con “Tutti Frutti” è in quel momento che in realtà è nato il rock.

 

Fonte: discogs

Furono tante le canzoni di Little Richard che entrarono a far parte della storia della musica ma una in particolare segnò la sua carriera: parliamo di Tutti Frutti, pubblicata  nel 1955 come singolo e nel 1957 inserita  nell’album Here’s Little Richard. La canzone segnò tutta la sua carriera e molti critici la definirono come il suo personale inno, scalando le classifiche non solo americane ma mondiali. La canzone fu scritta assieme a Joe Lubin e Dorothy LaBostrie: quest’ultima dichiarò che il nome della canzone fu preso grazie a un chiosco vicino casa sua che aveva con sé un nuovo gusto di gelato, appunto tutti frutti in italiano.

Eredità

Le persone hanno chiamato il rock & roll “musica africana”. L’hanno chiamato “la musica voodoo”. Hanno detto che avrebbe fatto diventare i bambini folli. Hanno detto che era solo un fuoco di paglia. È la stessa cosa che hanno sempre usato dire dell’hip-hop.

Fonte: Youtube

Come già citato sopra, Little Richard fu di ispirazione per molte leggende del rock ma, oltre a ciò, il suo talento straordinario, il suo stile inimitabile furono un faro di luce per la lotta al razzismo. Difatti ai suoi concerti non c’erano divisioni tra bianchi e neri (ricordiamo che a quel tempo erano presenti i divisori), nei suoi concerti le differenze e l’odio si annullavano.

Tutti noi continueremo a ricordalo come il maggior pilastro del rock e come uno dei più grandi artisti mai esistiti.

Alessia Orsa

 

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