…il pesce spada nasconde una storia tutta messinese?

Lo Stretto di Messina è un luogo di transito di moltissime specie marine, dai cetacei ai pesci più comuni come tonni e palamite. Protagonista indiscusso è però il pesce spada, uno dei simboli di Messina.

Ma qual è la sua storia e cosa significa davvero per la nostra città? 

Il mito del pesce spada e la tradizionale pesca messinese

Strettamente legato alla storia di Messina è il mito del pesce spada: si racconta di un popolo greco, i Mirmidoni, che nello scenario della guerra di Troia, per vendicare la morte di Achille, decisero di lasciarsi annegare in mare. A quel punto la dea marina Teti, madre proprio di Achille, li trasformò in pesci dotati di spada proprio per ricordarli come valorosi guerrieri.

Questo sembra ricollegarsi a un’abitudine propria del pesce spada che poco ha a che fare con le leggende: quando la femmina viene arpionata il maschio non la abbandona e le rimane vicino, cadendo anche lui nella trappola dei pescatori. Di questa coppia, detta “a parigghia” parla anche Domenico Modugno nella sua canzone “U pisci spada”:

E pigliaru la fimminedda, drittu drittu ‘n tra lu cori,
E chiangia di duluri.
E la varca la strascinava
E lu sangu ci curriva,
E lu masculu chiangiva.
(…)
Amuri miu,
Si tu mori vogliu muriri
‘Nsemi a tia, si tu’ mori amuri miu
Vogliu muriri.
Il pesce spada – Fonte: gds.it

 

Oggi la pesca del pesce spada rimane un evento tradizionale messinese: praticata già nel II secolo a.C. e raccontata anche dallo storico greco Polibio, vede oggi l’utilizzo di un’imbarcazione di origine araba, la Feluca (attualmente utilizzata anche con altri scopi, come in occasione della processione di San Nicola e del presepe di Ganzirri), con al bordo un equipaggio di cinque rematori più il famoso “lanzaturi”, l’arpioniere.

La pesca del pesce spada – Fonte: nauticareport.it

Un gesto di rito che accompagna la pesca è l’incisione di quattro croci sulla parte destra del corpo del pesce, detta “a Cardata ra cruci”. Si tratta probabilmente di un segno di rispetto e riconoscimento del valore di combattente proprio del pesce spada.

Un mito…di pietanza

Il pesce spada è diventato fonte di ricchezza, tanto per il commercio quanto per il palato di intere generazioni di messinesi.

Questo prodigioso pesce (la cui qualità è tra le migliori al mondo) si presta infatti a numerosissime ricette. La più tipica per Messina potrebbe essere proprio quella delle braciole di pesce spada: “muddicate” e condite con varie spezie, generano un mix di consistenze tale da poter assaporare ogni qualità del prezioso alimento.

 

Braciole di pesce spada alla messinese – Fonte: terramadre.it

Un’altra ricetta sempre gustosa e tipicamente estiva è quella che unisce al pesce spada un’altra specialità siciliana, ossia la caponata. Non tutti forse sanno che quest’ultimo alimento era infatti solito consumarsi a base di pesce, in particolare di “capone”, termine siciliano con cui si identificava la lampuga (pesce dalla carne pregiata consumata dall’aristocrazia siciliana). Questo piatto unico, unito a del buon pane casereccio, è una gustosa ricetta da poter consumare in casa nelle giornate afose o in spiaggia poco dopo un bagno rilassante.

Caponata di pesce spada, con melanzane e pomodorini in agrodolce – Fonte: giallozafferano.it

 

Ecco dunque spiegato il perché del suo ruolo da protagonista: oltre a far parte della fantastica biodiversità dello Stretto di Messina, il pesce spada porta con sé storia e usi culinari di un popolo, il nostro, che ancora una volta si mostra fedele alle proprie origini e ricco di un passato fatto di miti e tradizioni mai del tutto dimenticate. 

 

Cristina Lucà, Salvatore Nucera

Fonti:

Wikipedia.org

Discovermessina.it

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