Inchiesta Wind-Tre. Ecco come avveniva la maxi truffa telefonica da 12 milioni di euro

La procura di Milano ha aperto un’inchiesta riguardante le truffe nei confronti di migliaia di utenti delle compagnie telefoniche, i quali si sono visti addebitare dei servizi a pagamento senza mai averne dato il consenso.

A raccontare il tutto è uno degli 11 indagati, Gabriele Andreozzi, responsabile di una delle società al centro dell’inchiesta. Una truffa corrispondente a 12 milioni di euro . L’operazione era molto semplice, bastava visitare una qualunque pagina web, cliccando sbadatamente sui banner pubblicitari, per abbonarsi ad un servizio a pagamento come l’oroscopo, il meteo o il gossip  in modo da permettere di svuotare il credito residuo ad insaputa del cliente. Un sistema corrotto che non si è fermato nemmeno di fronte all’emergenza covid.Truffa telefonia, nelle carte il racconto del meccanismo: “Avevamo liste con migliaia di numeri sui quali attivare servizi a pagamento”

Al centro di questo sistema illecito vediamo coinvolta prima fra tutte la compagnia telefonica Wind-Tre, presso la quale è stata condotta una perquisizione con conseguente sequestro di materiale nella specifica sede legale a Milano (Rho ) da parte della guardia di finanza.
Ma in tali operazioni illecite, sembrerebbero coinvolte anche altre compagnie telefoniche, anche se si aspettano maggiori accertamenti a sostegno dell’ipotesi.
Per quel che riguarda la mega truffa da parte della Wind-Tre, quello che è certo è che le truffe venivano realizzate attraverso il cosiddetto “0 click” (zero click): i servizi aggiunti a pagamento venivano attivati senza che l’utente cliccasse o si iscrivesse a nulla.

“Dopo aver fatto altre analisi, abbiamo avuto conferma che era possibile attivare utenti utilizzando delle liste di numerazioni, queste ci vennero passate con cadenze trimestrali abbiamo utilizzato 2 o 3 liste al massimo, ciascuna lista conteneva centinaia di migliaia di numerazioni Wind dichiara Andreozzi il 4 novembre scorso al sostituto procuratore Francesco Cajani.

Queste truffe telefoniche non solo prevedevano delle liste con i recapiti da truffare, ma anche liste di utenti esclusi da queste attività; una Blacklist che forniva contatti che per ragioni di politica interna a Wind era prudente non attivare.  Tra gli 11 indagati rientra anche Luigi Saccà ex dirigente Wind e figlio dell’ex direttore generale della Rai Agostino Saccà accusato insieme ad Andreozzi di frode informatica ai danni dei consumatori, intrusione abusiva a sistema telematico e tentata estorsione contrattuale.Rho, perquisizioni nella sede di Wind-Tre: si indaga per truffe ...Erano due le procedure possibili, secondo il racconto di Andreozzi: il sistema attraverso banner pubblicitari che senza un click permettevano l’attivazioni di servizi Vas ( servizio a valore aggiunto), sistema utilizzato fin da subito, noto nell’ambiente dei Csp non solo di Wind ma di tutti gli altri operatori; un secondo sistema messo in atto dalla metà del 2018 prevedeva l’adescamento delle vittime direttamente da liste di numeri  in cui l’attivazione era automatica. A riguardo anche lo stesso procuratore di Milano Francesco Greco  racconta di essere stato vittima del sistema, accorgendosi di pagare 20 euro al bimestre per l’acquisto di giochi con addebito verso società of shore.
Questa indagine “è il sintomo di una situazione che deve essere sottoposta al controllo”, ha concluso il procuratore.

 Eleonora Genovese

 

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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