Black Friday sì, Black Friday no: come le aziende stanno rispondendo e le polemiche in corso

Oggi è venerdi, l’ultimo del mese di novembre, ed ormai tutta Italia sa cosa significhi: è arrivato il Black Friday.

Se in precedenza questa iniziativa coinvolgeva pochissime imprese nel territorio italiano, da circa tre anni a questa parte si è allargato il raggio di influenza, diventando uno dei momenti dell’anno più attesi dai consumatori. Ma come ogni usanza che si rispetti, non mancano i contrari a queste pratiche, problematica per ragioni etiche ed economiche, preferendone una nuova versione che tenga conto dell’ambiente e dei più bisognosi.

Origini del Black Friday

Chiariamo fin da subito che questa “tradizione” ha origini in America. Prevede che questo venerdì di sconti pazzi arrivi il giorno seguente al Ringraziamento ( festa osservata negli USA e in Canada in segno di gratitudine verso Dio per quanto ricevuto durante l’anno trascorso), celebrato il quarto giovedì di novembre. Ma a cosa si riferisce il nero? L’origine del termine nero rimane incerta. Secondo alcuni farebbe riferimento ai registri contabili dei negozianti compilati a penna, usando l’inchiostro rosso per i conti negativi, quello nero per i conti in positivo. Riscontrando nel venerdì dopo il Ringraziamento conti che finivano sempre in nero ( in attivo). Per altri, il colore nero sarebbe derivato dal traffico stradale in occasione delle grandi offerte, verificatosi per la prima volta a Philadelphia nel 1961  il giorno dopo del Ringraziamento.

Il caso della Patagonia

fonte: envi.info-Black friday sostenibile: il caso Patagonia -
fonte: envi.info-Black friday sostenibile: il caso Patagonia –

Le prime campagne contro il Black Friday si vedono nel 2011, nel New York Times , quando fu pubblicata una pubblicità che conteneva la foto di una giacca di pile con una scritta: «Don’t buy this jacket», cioè “Non comprate questa giacca”. La pubblicità era di Patagonia, il marchio di abbigliamento sportivo, e sotto la foto elencava alcuni degli effetti negativi che la produzione di abbigliamento ha sull’ambiente, apparentemente contro gli interessi della stessa Patagonia. La Patagonia ha fatto da esempio per moltissime catene commerciali, che nel corso degli anni hanno dato una nuova vita al Black Friday, trasformandolo come un momento per sensibilizzare su temi importanti come quello ecologico e promuovere iniziative di beneficenza.

Una nuova veste del Black Friday

Molte aziende hanno preso le distanze dal Black Friday rinunciando agli sconti e intraprendendo campagne comunicative e di marketing del tutto innovative. Vediamo alcuni esempi.

Miir, un marchio americano di borracce ha deciso di donare l’intero ricavato del Venerdì nero a progetti di sfondo sociale, così come Davines, marchio di prodotti per la cura del corpo, donerà i guadagni delle vendite online a un’associazione per la protezione delle api.

Freitag, marchio svizzero produttore di borse e zaini con materiali di scarto, ha avviato una iniziativa molto particolare per il 27 novembre, con la creazione della piattaforma SWAP, che prevede di mettere in contatto persone stufe del loro zaino dando la possibilità di scambiarlo con altri. Spiega Freitag: «il concetto di “community” è preferibile a quello di “consumo” e la frenesia dello scambio è più sostenibile della mania dello shopping»

Anche Ikea si è lasciata andare a nuove proposte. Se fino all’anno scorso per il Black Friday era solita partecipare con promozioni, quest’anno invece invita i clienti a portare nei negozi della catena, i propri mobili ikea usati in cambio di un buono regalo da spendere entro due anni.5 Reasons to not Participate in Black Friday This Year and Beyond - Fashion Revolution : Fashion Revolution

Anche l’iniziativa di Fashion Revolution, ha promosso una campagna che inviti a non fare acquisti in questi giorni, suggerendo azioni di responsabilità sociale e ambientale da parte delle aziende.

Il caso Amazon

fonte: La stampa -Dalla Francia all'Inghilterra mobilitazioni contro Amazon -
fonte: La stampa -Dalla Francia all’Inghilterra mobilitazioni contro Amazon –

Amazon negli ultimi giorni è stato al centro di contestazioni. In un periodo particolare come quello che stiamo vivendo oggi a causa del Covid-19, la Francia ha deciso di rinviare di una settimana il Black Friday, per attendere l’apertura dei negozi, evitando che solamente i colossi online possano trarne vantaggio dai ricavi di  questi sconti pazzi, più di quanto già non lo facciano. In Francia si sono moltiplicate le iniziative per contrastare il colosso del commercio online,  a causa del timore per le conseguenze fiscali, occupazionali ed ambientali osservabili. L’appello di queste petizioni online si rivolge a tutti i cittadini invitandoli a comprare nei negozi locali, aiutando piccole e medie imprese. La lista delle persone che hanno aderito all’iniziativa è molto lunga con esponenti del mondo politico come Matthieu Orphelin ( ex membro del partito di Macron), ma anche della cultura. La replica da parte di Amazon non è tardata ad arrivare sostenendo di aver aiutato il mondo dell’occupazione, creando oltre 9 mila posti di lavoro in Francia. Al contrario nel documento si afferma che per ogni posto di lavoro creato da Amazon ne scompaiono almeno 2,6. A questo si aggiunge la questione fiscale riguardante tutti i paesi dove opera il colosso, il quale riesce riesce a spostare gran parte dei profitti nei paesi con tasse molto basse. Mentre i costi vengono diretti nei paesi dove si possono ottenere maggiori agevolazioni fiscali.

Anche l’Antitrust Ue si è espresso nei confronti di Amazon. Secondo Bruxelles quest’ultimo avrebbe abusato della sua posizione dominante sia in Germania che in Francia. Avrebbe utilizzato i tantissimi dati sugli utenti di cui dispone per avvantaggiarsi sui rivenditori più piccoli. Come annunciato  in conferenza stampa la commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager. 

Eleonora Genovese

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

Leggi Anche...

La vita di Pio La Torre e la necessità di riappropriarsi della nostra Sicilia

Tra gli enti pubblici a cui sono assegnati il maggior numero di beni confiscati alla …