In Europa verrà istituita per la prima volta un’università cinese

Che l’influenza cinese sia divenuta, nel corso degli ultimi anni, un fattore rilevante non solo a livello economico ma anche a livello cultura è impossibile negarlo. Mai come in questo periodo  il baricentro degli interessi globali combacia in tutto o in parte con le coordinate della capitale Pechino. Qui il governo di Xi Jingping, al potere dal 2013, ha dedicato gran parte dei propri sforzi per riabilitare agli occhi del mondo l’idea di Cina investendo ingenti somme, oltre che in progetti destinati a ridisegnare il panorama degli equilibri economici e geopolitici mondiali (vedi la cosiddetta “Nuova Via della Seta”), anche nella diffusione del modello culturale cinese.

E’ in quest’ottica che dobbiamo analizzare la notizia di questi giorni circa l’apertura di una sede distaccata dell’Università Fudan a Budapest.

il Presidente cinese Xi Jingping, fonte: cfr.org

 

Un campus per 6 mila studenti nel 2024

L’Università Fudan ha sede a Shanghai ed è una delle più prestigiose università cinesi. Nel QS World University Rankings, una classifica delle migliori università mondiali, è stata posizionata al 34° posto ed è considerata sinonimo di eccellenza nel Paese orientale. La sede, secondo quanto previsto nell’accordo stipulato lo scorso mese dal governo ungherese, verrà aperta a Budapest nel 2024. Per la costruzione del campus è già stata autorizzata una donazione pari a 2,2 milioni di euro. Il progetto è di quelli ambiziosi e dovrebbe arrivare a regime ad ospitare circa 6 mila studenti ripartiti in diversi corsi di studi quali relazioni internazionali, medicina ed economia.

Sede di Shangai dell’Università Fudan, fonte: ChinaAdmissions

 

Un Ungheria più vicina alla Cina che all’Europa

Sarà la prima università cinese ad aprire in un paese dell’Unione Europea, e l’annuncio non può che mettere in evidenza i legami sempre più stretti, sia in campo economico che diplomatico, tra l’Ungheria di Viktor Orbán e la Cina di Xi Jingping. Le relazioni tra i due paesi si sono progressivamente approfondite nel corso degli ultimi anni, con una brusca accelerazione da quando alla guida dell’esecutivo ungherese si è insediato il suo attuale premier. La politica di Orbán, che si è caratterizzata per un governo di tipo autoritario, è sempre più lontana da quella dell’Unione Europea (nonostante continui a sfruttarne i fondi).

Solo l’anno scorso l’Ungheria ha accettato un prestito di quasi 2 miliardi di euro da Pechino per la costruzione di una ferrovia che unisse Budapest e Belgrado. Il tutto avvenuto con la successiva secretazione della documentazione e dei contratti stipulati. Infine, è di pochi giorni l’annuncio da parte del governo ungherese di essere vicino a un accordo per una fornitura di vaccino contro il coronavirus con la casa farmaceutica cinese Sinopharm. Sarebbe l’unico paese dell’Unione Europea a rifornirsi del vaccino cinese.

 

il Presidente Orbàn, fonte: Askanews

Il pericolo di un educazione non libera

L’annuncio dell’apertura della nuova sede dell’Università Fudan non è certamente stato accolto senza critiche. In particolare in un momento in cui la maggior parte dei paesi occidentali, tra Europa e Stati Uniti, inizia a guardare con sfavore le istituzioni accademiche cinesi. Queste ultime sono infatti tacciate di un eccessiva compromissione con il regime che governa il Paese. Molti centri culturali, che presentano varie sedi in diversi paesi, sembra fossero alle dirette dipendenze del governo di Pechino. Non mancano accuse di propaganda a favore del regime cinese e, in alcuni casi, perfino di spionaggio. É il motivo per cui negli Stati Uniti, per esempio, sono stati chiusi alcuni Istituti Confucio, istituzioni per la diffusione all’estero della lingua e cultura cinese.

La stessa Università Fudàn nel 2019 ha eliminato dai suoi regolamenti l’impegno a rispettare la “libertà di pensiero” inserendo contestualmente una clausola secondo cui la stessa “aderisce alla leadership del Partito comunista cinese e realizzerà appieno la politica educativa del Partito”.

 

Per un’Università che dai c’è un’Università che togli

Infine, è curioso come l’istituzione della sede distacca dell’Università Fudan arrivi un anno dopo la chiusura della sede di Budapest della Central European University (CEU). L’università, che al momento della decisione del governo era la migliore dell’Ungheria secondo le classifiche internazionali, era stata fondata dal finanziere e filantropo George Soros, un convinto sostenitore dell’europeismo. La chiusura è sta dovuta all’approvazione di una legge che, in teoria, puniva le università che operavano senza le dovute licenze, ma che in realtà mirava quasi esclusivamente a colpire la CEU. Questa legge, lo scorso ottobre, è stata dichiarata dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea come incompatibile con il diritto comunitario.

Filippo Giletto

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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