Lo scoppio e la densa nuvola di fumo vicino a un parco nella foto diffusa dalla presidenza ucraina. Kiev, 24 febbraio 2022

L’Ucraina accusa la Russia del massacro di Bucha e avverte: “Russia muove truppe in Transnistria”

Il 40esimo giorno di guerra tra Russia e Ucraina si apre con la lunga scia di sangue lasciata dal passaggio delle truppe russe, prontamente smentita dal Ministero della Difesa russo, ma confermata dai video e dalle fotografie che testimoniano le atrocità avvenute nella cittadina ucraina di Bucha, palcoscenico di un massacro ai danni di decine di civili freddati dai soldati russi di stanza nella città a 37 km a nord ovest di Kiev fino allo scorso venerdì. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è detta “scioccatadai resoconti del massacro, poi ha richiesto un’indagine indipendente per approfondire e sostenendo che” chi ha perpetrato crimini di guerra sarà ritenuto responsabile”. Nelle ultime ore si è tornati a parlare della Transnistria per via di un’indiscrezione diffusa dallo Stato maggiore ucraino e riportata da Ukrainska Pravda. Secondo Kiev

“è stato intensificato il lavoro per mobilitare unità di truppe russe con sede nel territorio della regione transnistriana della Repubblica di Moldova al fine di condurre provocazioni e svolgere azioni dimostrative al confine con l’Ucraina”

Le accuse dell’Ucraina 

Nella giornata di domenica, le autorità ucraine e diversi leader europei hanno accusato l’esercito russo di aver massacrato decine di civili a Bucha, a nord ovest di Kiev, durante le cinque settimane di occupazione. Come ha riferito il sindaco di Bucha ad AFP, Anatoly Fedoruk, l’esercito russo ha seppellito 280 persone in fosse comuni, dichiarazione confermata dalle testimonianze dei giornalisti internazionali che negli ultimi due giorni sono riusciti ad entrare a Bucha. Secondo quanto riportato dai corrispondenti, le vie della città sarebbero ricoperte di corpi in decomposizione e di una gigantesca fossa comune scavata nel giardino della chiesa ortodossa della cittadina. Come riporta ilPost, gli abitanti di Bucha raccontano che le violenze e le esecuzioni sommarie sono iniziate già nei primi giorni di occupazione russa.

Soldati ucraini e mezzi militari russi distrutti a Bucha (fonte: ilpost.it)

Le testimonianze dei giornalisti 

Oliver Carroll, corrispondente dell’Economist ha raccontato di avere visto diversi corpi all’ingresso della città. Il New York Times ha raccontato di una donna uccisa con colpi di arma da fuoco durante il primo giorno di occupazione semplicemente perché era scesa in giardino a controllare se i carri armati in giro per la città fossero ucraini o russi. Ancora l’Economist scrive:

“Nove corpi giacciono a lato di un cantiere, altri due nella strada che collega Bucha a Irpin. Tutti avevano fori di ingresso di proiettili nella testa o sul petto, oppure su entrambi. Almeno due di loro avevano le mani legate dietro la schiena. Dall’odore dei corpi in decomposizione, si trovano lì da un bel po’ di tempo”

Il ministero della difesa russo respinge le accuse 

Di tutt’altro avviso è l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov che, stando a quanto riporta la Tass, in risposta ad una domanda formulata da “Newsweekha negato categoricamente il coinvolgimento delle truppe russe nel massacro di Bucha, sostenendo che “non sono state segnalate vittime civili nella città ucraina di Bucha quando era controllata dalle forze armate russe“. Discolpando il proprio Paese ha poi rivolto l’attenzione sul comportamento degli Stati Uniti e dei media americani, accusandoli di aver “ignorato i bombardamenti della città da parte dell’esercito ucraino, che sono seguiti al ritiro delle truppe russe“. L’ambasciatore ha poi aggiunto:

“Questo è ciò che potrebbe aver causato vittime civili. Detto questo, il regime di Kiev sta chiaramente cercando di addossare le sue atrocità sulla Russia”.

 

La Russia chiede una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

La Russia avrebbe avanzato la richiesta di una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, da svolgersi nella giornata di oggi, lunedì 4 aprile, sulle accuse di crimini di guerra di Bucha. Secondo quanto riporta la BBC, Dmitry Polyansky, vice rappresentante russo del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha affermato di aver avanzato la richiesta “alla luce della palese provocazione dei radicali ucraini“. Samantha Power, ex ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, ha così commentato la richiesta della Russia: “La Russia sta attingendo dallo stesso copione che ha già usato per la Crimea e Aleppoed è “costretta a difendere l’indifendibile”. Per questo sta chiedendo una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in modo da poter fingere indignazione e chiederne le responsabilità”.

La mobilitazione in Transnistria

La Transnistria, repubblica indipendente filorussa, al momento ha il solo riconoscimento della Federazione Russa. Considerata la “terra di nessuno” e situata al confine tra l’Ucraina occidentale e la Moldova, “ospita” circa 1.500 soldati russi, ma “non ci sono informazioni che confermino la mobilitazione delle truppe in Transnistria” si legge in una nota. Secondo quanto riporta il Financial Times, anche le autorità della Transnistria hanno negato questo scenario definendo le informazioni diffuse da Kiev “assolutamente false”.

Secondo quanto denuncia lo stato maggiore ucraino, un eventuale intervento via mare nel Budjak colpirebbe una zona adiacente alla Transnistria invierebbe un segnale molto più aggressivo sia nei confronti dell’Europa che della Nato.

Elidia Trifirò 

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