The Cosmopolitan of Las Vegas: Arctic Monkeys Perform at The Boulevard Pool. Photo Credit: © RD/ Kabik/ Retna Digital/ erikkabik.com

The car, il ritorno (quasi) trionfante degli Arctic Monkeys

“The car” è un album maturo, dall’animo avvolgente ed elegante, ma a primo impatto lento e ripetitivo. Nulla a che vedere con gli AM a cui eravamo abituati – Voto UVM:3/5

 

Rilasciato dalla Domino Recording Company il 21 ottobre 2022, The Car è il settimo e attesissimo album della celebre band britannica Arctic Monkeys. Scritto interamente dal frontman Alex Turner, e prodotto dal noto collaboratore del gruppo James Ford, ad anticiparne l’uscita sono stati i singoli There’d Better Be A Mirrorball, Body Paint e I Ain’t Quite Where I Think I Am, resi pubblici lo scorso settembre.

Nuovo album, nuovo stile

Il nome del disco, così come il titolo di un brano e la copertina dell’album stesso, si devono all’affascinante fotografia scattata dal batterista Matt Helders, raffigurante una Toyota Corolla bianca parcheggiata sul tetto di un comune, ma suggestivo edificio a Los Angeles.

“Ho avuto il presentimento quando ho visto questa foto per la prima volta che doveva essere la prossima copertina del disco”

ha raccontato Alex Turner in un’intervista.

Complici un blocco dello scrittore e la devastante pandemia del 2019, la band, dopo l’ultimo disco, aveva annunciato l’intenzione di prendersi una pausa dalla musica. Questo lungo periodo di silenzio aveva creato altissime aspettative nei cuori dei grandi fan del gruppo musicale: saranno riusciti i nostri quattro artisti di Sheffield a soddisfarle pienamente?

Secondo noi di UniVersoMe, sebbene si debba certamente riconoscere l’evoluzione della voce e scrittura di Turner, chi si aspettava un ritorno movimentato in pieno stile AM, dal genere prettamente indie e garage rock, rimarrà profondamente deluso.

The car
Alex Turner, cantante e frontman degli AM. Author: David Lichterman; fonte: flickr.com

 

Gli Arctic Monkeys, infatti, rompono il loro silenzio con un album dal tono decisamente più retro, riportandoci indietro nel tempo fino agli anni ’60, epoca in cui eleganza e romanticismo si univano spesso al rock, genere nato qualche anno prima.

The Car, quindi è un album più raffinato, dal sound lounge ed orchestrale, reso possibile grazie all’utilizzo consistente di strumenti ad arco e pianoforte. Sicuramente, però, il suo punto di forza non è l’immediatezza: ad un primo ascolto risulta per certi versi piatto e monotono, ed è solo riavviandolo più volte che si riesce ad apprezzarlo appieno nella sua profondità.

I testi sono infatti particolarmente sentimentali e a volte malinconici, come dimostra l’intro There’d Better Be a Mirrorball, che racconta le vicende di una relazione amorosa ormai destinata a morire, oppure il brano I ain’t quite where i think i am, in cui il leader della band esprime i tormenti che lo affliggono costantemente all’interno dei contesti sociali. Brani come Sculptures of anything goes, invece, sono riflessioni sul mondo dello spettacolo e sulla carriera della band, ultimamente discussa e criticata da molti per il recente cambio di rotta in fatto di genere musicale.

L’evoluzione degli Arctic Monkeys si rende ancora più evidente mettendo a confronto The car con AM, album del 2013. Quest’ultimo, uno dei loro veri capolavori,  è caratterizzato da un sound molto più rock e da tematiche totalmente differenti. Alcuni  dei brani più noti come Arabella,  dedicata ad una figura femminile attraente e seducente, o Do I wanna know? descrivono passioni sfrenate e amori impossibili.

“It’s the intermissionLet’s shake a few handsBlank expressions invite me to suspectI ain’t quite where I think I am “ (I ain’t quite where I think I am)

“Arabella’s got a seventies headBut she’s a modern loverIt’s an exploration, she’s made of outer spaceAnd her lips are like the galaxy’s edgeAnd her kiss the color of a constellation falling into place” (Arabella)

Non è la prima volta, però, che il quartetto britannico ci sorprende con un album così innovativo. La recente transizione di stile si evince già con Tranquility base hotel+ casino, album del 2018, in cui il genere indie rock si mescola insieme all’ atmosfera lounge da piano bar. Ma è sin dal lontano 2006, che con Whatever people say i am that’s what i am not, il gruppo manifesta l’intenso desiderio di andare contro le aspettative della massa, per non ripetere mai quanto fatto in precedenza.

Il cinema nella musica

“Il modo in cui il progetto The Car è stato realizzato, non è diverso da come mi immagino sia il processo creativo per fare un film.” (Alex Turner)

Ciò che caratterizza interamente The Car è il “sound cinematografico”, insieme alle numerose references al processo creativo per la realizzazione di un film e al cinema cult stesso. Un esempio è la terza traccia dell’album, Sculptures of anything goes, ispirata al film di Steven Spielberg, Indiana Jones e il tempio maledetto. Oppure nel brano Jet skis on the moat ritroviamo un riferimento al Cinemascope, lente da ripresa introdotta nel 1953.

Insomma The car è certamente un album molto originale che, anche se a primo impatto potrebbe risultare un po’ lento e ripetitivo, è caratterizzato da una particolare eleganza. Tuttavia non possiamo fare a meno di pensare a come sarebbe potuto essere un nuovo album con il loro vecchio stile energico e vivace.

Ma dopo tutto, una band così imprevedibile come gli Arctic Monkeys, magari in futuro ci potrebbe di nuovo  sorprendere  con un  ritorno al passato!

 

Ilaria Denaro, Giulia Giaimo

di Redazione Recensioni

Approfondimento sul mondo dello spettacolo e letterario; musica, film, serie tv, libri e grandi artisti raccontati in una rubrica poliedrica e con occhio critico.

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