Ischia: la natura è matrigna, ma l’uomo è indifferente

Veduta aerea della frana Fonte : Ansa

Sono quasi le cinque del mattino del 26 novembre, quando Casamicciola Terme, un comune dell’isola d’Ischia in Campania, si ritrova a vivere l’ennesima tragedia. Non è la prima volta, infatti, che questa cittadina subisce ingenti danni a causa di alluvioni, terremoti e smottamenti.

Questo sabato, dopo una serie di temporali con piogge intense , una frana è venuta giù dal monte Epomeo, trasportando massi e detriti e trascinando verso il mare tutto quello che incontrava sul proprio cammino, distruggendo circa trenta edifici.  Fino ad ora si contano 8 morti, tra cui due bambini e un neonato, ancora 4 dispersi e più di 250 sfollati.

I vigili del fuoco hanno continuato a lavorare tutta la notte con la speranza di trovare qualche superstite. E oggi inizieranno le immersioni per verificare la presenza di corpi nelle autovetture trascinate.

Le testimonianze di quella notte

Tutto è iniziato poco dopo mezzanotte:

“Ha iniziato a piovere fortissimo verso mezzanotte. Dalle tre abbiamo iniziato a sentire dei boati. È venuta giù la prima frana, poi un’altra verso le 5. Una cosa impressionante, forse peggio dell’alluvione del 2009 e tremendo quanto il terremoto del 2017“.

Queste sono state le parole di una donna che ha assistito alla frana dalla sua casa al terzo piano mentre ospitava gli abitanti dei piani inferiori che erano stati costretti a fuggire dalle proprie abitazioni.

Una notte da incubo che rimarrà impressa negli animi di chi l’ha vissuta, di chi non ha più una casa, di chi ha perso i propri cari. Come Irina, una donna ucraina che vive a Casamicciola da circa venti anni, che dice:

“E’ stata una questione di un secondo. Mio figlio gridava ‘mamma scappa’. Poi non si è capito più nulla“.

Il suo appartamento, oggi, è quasi distrutto.

“Una cosa veramente violenta alla quale mai avrei pensato di poter assistere”, dice un altro testimone.

A fare il giro del web è stato in particolare un video girato durante il salvataggio  di un uomo, ribattezzato “l’uomo del fango“. In quanto appariva ricoperto da fango dalla testa ai piedi, aggrappato a una persiana in attesa dei soccorsi. Era stato trascinato per decine di metri lungo la strada fino ad essere scaraventato dentro un garage. Quando i primi soccorritori hanno raggiunto il luogo della frana lo hanno trovato appena fuori dalla fanghiglia nel tentativo di respirare.  Di seguito la sua testimonianza:

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

“Sono uscito da casa per controllare le coltivazioni nel mio appezzamento di terreno – ha raccontato ai vigili del fuoco che l’hanno soccorso secondo quanto riporta il Corriere della Sera – volevo capire se ci fossero danni. Poi all’improvviso sono stato travolto da una montagna di acqua e fango che mi ha trascinato via. Sono stati attimi terribili, non riuscivo ad aggrapparmi a nulla e non vedevo quasi niente. Poi sono finito in quel seminterrato”

Il sessantenne ha ingerito molto fango e a causa di un trauma da schiacciamento toracico presenta delle gravi lesioni interne.

La risposta delle istituzioni

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato con il sindaco della Città metropolitana di Napoli per esprimere la propria vicinanza alle popolazioni colpite dalla frana, per esprimere riconoscenza per l’opera dei soccorritori e per sincerarsi sull’andamento dei soccorsi.

Il Governo ha stanziato, secondo la proposta del ministro per la protezione Civile, i primi due milioni di euro dichiarando lo stato di emergenza che durerà un anno. Il ministro Nello Musumeci ha spiegato che “seguiranno altri non appena avremo una ricognizione dei danni e delle esigenze immediate“.

Anche la premier Giorgia Meloni si dice vicina agli abitanti di Casa Micciola. Appena sarà possibile visiterà l’ isola per incontrare la comunità. Ma sottolinea l’ importanza di lasciar lavorare i soccorritori e volontari senza disturbare o intralciare il loro lavoro.

Mentre il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, punta il dito conto l’abusivismo sottolineando che “la gente deve capire che in alcune aree non si può abitare”.

 

Come tutte le tragedie, dunque, anche questa si poteva evitare?

Ccà pare Casamicciolaè un detto popolare che, solitamente, viene utilizzato a Napoli per indicare un disastro. Fu proprio Eduardo de Filippo  durante una sua commedia a pronunciare queste parole poi divenute tanto famose. Faceva proprio riferimento ad un evento naturale, in questo caso a un terremoto, avvenuto  nel 1883. Questo sta a significare che da sempre tutti conoscono le caratteristiche geologiche di questo territorio e che, a maggior ragione, dovrebbero tener conto di eventuali problemi che nel tempo potrebbero venire fuori.

Questa è la spiegazione del geologo Francesco Peduto

 “Ischia è un’isola vulcanica, ricoperta in gran parte da uno strato superficiale di materiale vulcanico poco consolidato, o sciolto (come se fosse terriccio per intenderci); quando piove tanto questo materiale, caricandosi di acqua, può franare. È quello che è successo purtroppo in questi giorni.”

Pertanto, la zona colpita dalla frana è già, per sua specifica natura geomorfologica, a rischio. Tuttavia tale rischio “è ampliato da una urbanizzazione anomala”.

Verranno svolte delle indagini dagli organi competenti, ma è bene evidenziare come la tanta pioggia, dovuta anche all’ emergenza climatica degli ultimi tempi, ha avuto maggiore impatto sula questione nubifragio. Per quel che riguarda la  frana, bisogna rimarcare come l’abusivismo coinvolga circa 27mila abitazioni su 60mila presenti sull’isola. E a causa  di queste costruzioni irregolari che  il terreno non riesce a sfogare l’acqua in eccesso.

In queste ore la bufera ha coinvolto il governo Conte-Salvini, che nel 2018 permise una semplificazione delle procedure delle pratiche di abuso edilizio sull’isola. Già nel 2018 non erano mancate le critiche  intorno al decreto e a questo passaggio, infatti  Matteo Renzi aveva avvertito Giuseppe Conte affermando che di abusivismo si muore.

Ischia è completamente in ginocchio. In un messaggio pubblicato sul sito della diocesi, il vescovo di Pozzuoli ed Ischia, mons. Gennaro Pascarella, ha scritto:

“Dovremo, dopo che la tempesta del dolore ci rende più lucidi, fermarci e con franchezza trovare le cause umane di questo disastro. Senza puntare il dito contro nessuno non potremo non chiederci, facendo memoria di un passato non così lontano: Abbiamo fatto tutta la nostra parte, perché questo evento non fosse un disastro annunciato?”. Ora è tempo della vicinanza, del prendersi cura, della condivisione, della prossimità. Ci sono persone ferite e sfollate, c’è chi si è visto risucchiare i suoi cari dalla furia delle acque e del fango. Essi vogliono sentire la nostra vicinanza, fatta non tante di parole, ma di gesti concreti”

 

Serena Previti

di Redazione Attualità

Rubrica di long form journalism; approfondimento a portata di studente sulle questioni sociali, politiche ed economiche dall’Italia e dal mondo.

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