Polemica emendamento su Bonus cultura. Annunciate delle novità: nessuna abolizione

Da diversi giorni ormai è in corso una polemica che gravita sui social e non solo: lo scorso 9 dicembre i deputati del centrodestra Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Forza Italia), hanno presentato un emendamento alla legge di Bilancio 2023, per cancellare il bonus cultura e usare il costo annuo di 230 milioni per sostenere in altri modi il mondo della cultura e dello spettacolo. I giovani, uniti a tutto il mondo del libro italiano – autori, editori, librai, cartolibrai, bibliotecari – hanno immediatamente chiesto a gran voce al parlamento e al governo di ritirare la proposta di cancellazione della 18App.

Fonte: Key4biz

In effetti, le proteste sembrano essere andate a segno: la nuova Carta della Cultura si farà, prevedendo addirittura un incremento dei fondi, e rispondendo finalmente alla reale richiesta di conoscenza dei giovani e alle necessità degli operatori del settore. La misura terrà inoltre conto dell’ISEE e includerà meccanismi antifrode. In ogni caso, l’opposizione ha colto l’occasione per parlare di “frettolosa retromarcia”.

 

18App e Carta Cultura, le differenze

Il Bonus Cultura, noto anche come Bonus Cultura 18app, è un’iniziativa per promuovere la cultura tra i giovani: un buono di 500€ da spendere in cinema, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, teatro e danza, prodotti dell’editoria audiovisiva, corsi di musica, corsi di teatro e corsi di lingua straniera, nonché abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale (come si legge sul sito ufficiale 18app.italia.it).

In seguito alla registrazione sull’app, vengono generati dei buoni di spesa elettronici, con codice identificativo, associati all’acquisto di uno dei beni o servizi consentiti. Ciascun buono è individuale e nominativo e può essere speso esclusivamente dal beneficiario registrato.

Tale bonus difficilmente verrà abolito: l’emendamento che sembrava abrogarlo, a firma Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, dovrebbe essere infatti riformulato. A tal proposito il neoministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, assicura l’arrivo di un nuovo provvedimento che possa sostituire adeguatamente la 18App.

Dire che vogliamo abolire la 18App è una fake news, contesta Sangiuliano, esprimendo la volontà di introdurre una soglia ISEE che escluda persone appartenenti a famiglie con redditi elevati”, per poi appoggiare l’emendamento alla Manovra che è stato firmato da tutto il Centrodestra:

“L’emendamento è del Parlamento – afferma il ministro – ma reputo si debba fare una riflessione. È necessario ridefinirla e rinominarla (la 18App, ndr), affinché questo strumento diventi realmente una modalità di consumi culturali per i giovani orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica”.

Il ministro Sangiuliano. Fonte: Il Giornale d’Italia

Carta Cultura” – così è stata soprannominata la nuova agevolazione – avrà dunque due importanti differenze riguardanti il sostegno, anche in questo caso, ai consumi culturali dei giovani, che però terrà conto dell’Isee e conterrà un «meccanismo anti-truffa». In altre parole, mira a garantire benefici per i redditi medio-bassi, e ad impedire frodi da un valore complessivo che, a detta del presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, si aggirerebbe attorno ai 9 milioni di euro.

 

Le proteste dell’opposizione

L’emendamento in questione non ha suscitato disapprovazione solo nell’opposizione: all’indignazione del Terzo Polo e del Pd e all’appello firmato da otto sigle (dall’Associazione Italiana Editori alla Siae), si erano infatti aggiunte le critiche di alcune frange della maggioranza. Ad esempio, i capigruppo di Forza Italia, Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, si sono augurati una «riformulazione dell’emendamento» nella salvaguardia dell’obiettivo ultimo, vale a dire finanziare i consumi culturali dei più giovani.

Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva, è intervenuta nella trasmissione “L’imprenditore e gli altri”, condotta da Stefano Bandecchi, su Cusano Italia Tv:

“Vedremo nelle prossime ore cosa vuole fare il governo. Dal punto di vista comunicativo c’è una retromarcia rispetto a quanto detto nei giorni scorsi. Ma il tema qui non è togliere un provvedimento fatto dal governo Renzi, è una cattiva abitudine che quando cambia un governo si prova a cancellare i provvedimenti. Io credo che questo sia uno strumento importante, i numeri dicono che ha funzionato per i giovani ma anche per il settore. In queste ore di dibattito non è emerso che, se il tema fosse davvero aiutare le famiglie più deboli, si sarebbe dovuto finanziare con la legge di bilancio il Family Act nella sua legge delega rispetto al contributo delle spese educative delle famiglie che è basato sull’Isee”.

 

La risposta alle polemiche della Meloni

La premier Giorgia Meloni fa chiarezza sul bonus e sull’importanza attribuita dal governo all’avvicinamento dei giovani alla cultura, spiegando che l’intenzione del governo è di rivedere la misura e di limitarla, al momento, ai redditi più bassi, rendendola così più impattante:

“Questi 500 euro al compimento dei 18 anni vengono riconosciuti a tutti, indipendentemente dal reddito. Io penso che non ci sia ragione per la quale i figli di un milionario, di un parlamentare, mia figlia se domani compisse 18 anni, non potrebbero rinunciare ai 500 euro per comprare dei libri o dei contenuti culturali. Credo che la stessa misura, concentrata su chi ha i redditi più bassi possa essere molto più impattante“, ha detto la Meloni nel corso di una diretta Facebook. “Credo che vada introdotto un limite al reddito – ha aggiunto – di chi accede a questa misura e che occorra lavorare un po’ sulle truffe, perché se ne sono viste diverse. Confermiamo di voler apportare modifiche alla norma senza però levare risorse da questa destinazione“.

 

Scoperte frodi da milioni di euro

Nel contesto di una polemica dell’opposizione alquanto superficiale il deputato di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone, ritiene piuttosto assurdo che i governi precedenti non abbiano mai vigilato sulle numerose frodi legate alla 18app, motivo per cui non esisterà più (senza che questo influisca sugli esercenti legali del servizio).

Pochi mesi fa, la Guardia di Finanza ha scoperto una frode che ha portato a pagamenti fraudolenti di quasi 1 milione di euro nella provincia di Lecce. Un fenomeno distorto che ha interessato l’intero Paese, arricchendo esercenti disonesti e i loro complici, che reclutavano i diciottenni sui social e offrivano loro la possibilità di monetizzare il 70% del voucher o di acquistare prodotti come computer, tablet, smartphone e televisori, esclusi per legge dal beneficio.

Fonte: AGI

Come si legge su Agi, i meccanismi più usati per le truffe sono stati i seguenti:

• Compravendita su internet attraverso piattaforme come Instagram, Facebook, Telegram;
• Conversione del bonus cultura in voucher da spendere in un periodo temporale successivo alla scadenza del periodo di validità:
• Acquisto di apparecchiature elettroniche non consentite dalla normativa, come smartphone, tablet, e console;
• Simulazione dell’acquisto di un bene consentito, poi restituito in cambio di un altro bene;
• Furto di identità digitale Spid per accedere alla piattaforma 18 App e generare il codice del buono da spendere.

Sempre stando ai dati della Guardia di Finanza, nel triennio considerato, le truffe hanno rappresentato il 3,85% della spesa complessiva del bonus cultura: su 639 persone controllate, in 501 casi sono emerse irregolarità mentre sono state 299 le persone segnalate alla magistratura.

 

Che ne sarà dei 2004?

Sulla base dei dati raccolti in 6 anni di applicazione del finanziamento 18app, con una spesa totale di circa 1 miliardo di euro, sia i ragazzi che le ragazze preferiscono particolarmente acquistare i libri, soprattutto quelli cartacei, a cui va per l’appunto la parte più rilevante delle risorse spese, nonostante l’ampia gamma di possibilità di scelta.

Fonte: AGI

Ad esempio, i nati nel 2003 (i diciottenni del 2021) hanno finora speso 37 milioni di euro in acquisti in libreria e altri 56 milioni in acquisti online, ma comunque in favore delle pubblicazioni cartacee. Sempre in base ai dati dell’ultimo anno, non vanno male nemmeno gli ebook, a cui sono andati circa 2 milioni dal 2021 fino ad oggi. A questi si aggiungono anche circa 300 mila euro in audiolibri. Più in generale i ragazzi da sempre spendono circa l’80% del loro bonus cultura nei prodotti della filiera del libro. Al secondo posto viene la musica con il 15% circa e il restante 5% suddiviso tra cinema, teatro, danza ed abbonamenti ai quotidiani.

Emendamento e dati a parte, non si sa, però, ancora quale sarà il destino del bonus per i nati nel 2004. Questo perché il regolamento non è mai stato attivato sul sito del ministero della Cultura come avveniva normalmente negli anni precedenti, nonostante la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

Gaia Cautela

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