I sette sistemi emotivi. Autore: Manuel Cappello. Fonte

Dagli studenti per gli studenti: cosa sono i sistemi emotivi e come funzionano?

Negli esseri umani esistono dei cosiddetti circuiti affettivi, regioni sottocorticali presenti in ogni mammifero. Questi circuiti affettivi comprendono i 7 sistemi emotivi/affettivi, che sono: paura, collera, desiderio sessuale, cura, panico/sofferenza, gioco. Questa sfera di emozioni nella specie umana riguarda emozioni complesse che non si limitano semplicemente ai puri istinti primitivi.

Vari stati emotivi. Fonte

 

Indice dei contenuti

 

  1. Anatomia, chimica che regola i sistemi emotivi/affettivi
  2. Definizione di personalità
  3. Cos’è esattamente la comorbidità?
  4. Circuiti cerebrali
  5. La schizofrenia 

Anatomia, chimica che regola i sistemi emotivi/affettivi.

Il sistema della ricerca, ovvero tutti quei meccanismi che ci hanno aiutato nell’adattamento in natura, comprende anatomicamente le vie dopaminergiche (divise tra mesolimbiche e mesocorticali); questo è attivato grazie alla produzione di dopamina (o anche altri neurotrasmettitori, come glutammato o dinorfina). Il sistema della ricerca risulta alterato soprattutto nel momento in cui si sviluppa un disturbo depressivo per l’ipoattività del sistema della ricerca, mentre al polo opposto, quindi nel disturbo maniacale, un’iperattività del sistema.
Nel momento in cui il soggetto che fa uso di sostanze psicostimolanti ne abusa, sarà spinto alla ricerca della sostanza, perché gli psicostimolanti aumentano l’attività di produzione della dopamina creando dipendenza.

Le vie dopaminergiche. Autore: Biagino Cavalli. Fonte

 

Per quanto riguarda il sistema del desiderio sessuale, invece, si tratta di un istinto primordiale animale. Il desiderio sessuale è regolato dalla presenza di alti livelli di testosterone, dalla produzione di vasopressina, estrogeni e progesterone e dalla dopamina. Questo sistema risulta alterato nella depressione, come anche il sistema della cura di cui parleremo adesso.

Da cosa è favorito il sistema della cura? Dall’aumento di ossitocina e dall’aumento di oppioidi endogeni; le alterazioni di questo sistema sono provocate anche da lesioni anatomiche.
La paura è innata in noi e il nostro cervello percepisce stimoli, quindi input che si tradurranno in risposte le quali possono essere somatiche, emotive e di altre varie nature.
Il sistema della rabbia è un sistema particolarmente legato all’aumento di testosterone; viene coinvolto anche il Glutammato e da una diminuzione di ossitocina, serotonina e oppioidi endogeni; legato al sistema della ricerca esiste anche una rabbia predatoria (meno legata ad una risposta emotiva ma più istintiva) e una rabbia affettiva che può essere offensiva, difensiva e/o materna. Panksepp afferma che la base della personalità umana sia legata a questi sistemi emotivi/affettivi.

Definizione di personalità

La personalità è l’insieme dei tratti che si muovono lungo un continuum che va dal normale al patologico; questa si ritrova nella normalità nel momento in cui non assume una piega persistente nell’arco della vita, se così fosse parleremo proprio di patologia. Da questo concetto la Nosografia Psichiatrica ha cercato in prima battuta, con la pubblicazione del manuale diagnostico e statistico di personalità (DSM), di categorizzare i disturbi, ma successivamente si è cercato con l’ultima pubblicazione del DSM 5 di dare una dimensionalità ai disturbi psichiatrici. Esistono, quindi, tre dimensioni psicopatologiche attraverso le quali i disturbi psichiatrici si muovono, e sono la dimensione internalizzante, esternalizzante e psicotica. Da diversi studi condotti sulla personalità si è visto come un individuo possa essere affetto da più disturbi psichiatrici. Si parla in questo caso del concetto di Comorbidità.

Più disturbi mentali ci possono attanagliare. Fonte

Cos’è esattamente la comorbidità?

Si tratta della presenza, all’interno dell’individuo, di più disturbi psichiatrici e fisici. La comorbidità può essere intesa in senso stretto, o in senso esteso, come la presenza di più disturbi all’interno di un arco ristretto di tempo per quanto riguarda il primo; intesa in senso esteso, invece, si riferisce alla presenza di più disturbi psichiatrici durante tutto l’arco della vita.
Grazie agli studi effettuati da Damelin, si è visto come la presenza di un singolo disturbo psichiatrico abbia la probabilità di sfociare in un secondo e in un terzo disturbo psichiatrico danneggiando quelli che sono i circuiti cerebrali.

Circuiti cerebrali

Un danno ai circuiti cerebrali, i quali cooperano in unità o un malfunzionamento di essi, sono causa dei disturbi psichiatrici. I circuiti sono il salience network, default mode network, cognitive control network. Nella schizofrenia il salience network risulta alterato, in quanto il soggetto affetto non è in grado di capire gli stimoli salienti, ovvero gli stimoli principali a cui è sottoposta di norma una persona.

https://en.wikipedia.org/wiki/Salience_network
Rappresentazione dei circuiti cerebrali. Fonte

La schizofrenia

La sintomatologia schizofrenica interessò molti studiosi, i quali prima ancora che venisse coniato il termine schizofrenia, la definirono dementia praecox. La schizofrenia è un disturbo cronico, al quale si associano quadri clinici eterogenei, i quali possono riportare: presenza di sintomi positivi e sintomi negativi; i sintomi positivi riguardano allucinazioni, deliri e comportamento bizzarro. I sintomi negativi, invece, sono anedonia, abulia, apatia e anergia. La schizofrenia ha, di solito, un periodo di insorgenza che va dai 18 a 28 anni.

Modalità di azione dei farmaci. Fonte

 

Esistono due classi di antipsicotici di prima e seconda generazione. I primi, chiamati anche antipsicotici tipici o neurolettici, come la clorpromazina e la clotiapina, bloccano gli effetti della dopamina, ma possono indurre effetti avversi come mancanza di forza, irrequietezza e aumento di peso. I secondi, invece, detti anche antipsicotici atipici, agiscono bloccando sia gli effetti dati dalla dopamina che quelli della serotonina; questi rispetto ai farmaci di prima generazione sono spesso più facilmente tollerabili, infatti non inducono mancanza di forza e di volontà e possono causare solo raramente disturbi del movimento.

                                                                                                                                                              Elisa Bentivogli

Bibliografia

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6476274/

Personality disorders – Symptoms and causes – Mayo Clinic

Comorbidità: cosa significa veramente questo termine (vivavoceinstitute.com)

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