Compendio per superare l’alcol test e trovare il proprio cocktail ideale

Quella sera, mentre ci provavi con quella ragazza in discoteca, lui era lì a farti coraggio.
Quel pomeriggio, a quel noioso aperitivo pieno di gente elegante, lui era con te, e ti aiutava a vedere meglio il lato divertente delle cose.
Quella notte di Agosto dell’anno scorso, quella notte della quale non ricordi nulla ma che ai tuoi amici piace tanto raccontare, è stato “grazie” a lui che hai perso la testa, le chiavi e il cellulare.
Lui compare nell’80% delle foto in cui sei taggato su Facebook, ed è sempre così fresco e colorato che, se la spensieratezza potesse trasformarsi da stato d’animo a cosa, senza dubbio si trasformerebbe in lui, il tuo cocktail preferito.

Ma sei sicuro che ti piaccia ciò che bevi?
Arriva l’estate, aumenta il caldo e cresce la sete, una sete che l’acqua non può sedare, una sete che non è solo uno stimolo fisiologico ma che diventa, se hai 20 anni e hai passato l’inverno a consumare evidenziatori e neuroni su dei libri più grandi di te, un’esigenza complessa che solo un mese di relax delirante potrà sedare, prima che arrivi Settembre e che la scrivania ti reclami nuovamente.
La definizione di relax delirante comprende mille sfumature di passatempi, mille modi in cui impiegare il proprio tempo (finalmente) libero, tra viaggi improvvisati o tanto attesi, tra serate in spiaggia e mattinate inesistenti, tra nuovi incontri e amicizie finalmente ritrovate.
Ma, se sulla costituzionalità del tuo diritto di divertirti non hai mai dubitato, sei invece proprio certo che il cocktail che ordini sempre, in discoteca o all’apericena, sia in assoluto quello più giusto per te?
Sei sincero nel dire che il menù di un locale non ti ha mai ricordato, per la sua incomprensibilità, il quaderno di appunti che ti ha prestato una volta quel tuo collega delle prime file?
Non ti è realmente mai capitato, alla domanda “Tu cosa prendi?” di fare scena muta come a un esame che avevi tentato disperatamente di preparare nelle quattro notti prima, e di copiare poi spudoratamente, come durante un test a risposta multipla, la risposta del tuo amico?
Se magari qualche dubbio lo hai avuto, forse è il momento di guardarti intorno e di imparare alcune cose sugli alcolici, che miglioreranno il tuo rapporto con la “vita notturna” e ti permetteranno di superare in questa sessione estiva (almeno) “l’alcol test”.

Un’occasione, un cocktail. Bisogna partire dal presupposto che ogni momento della giornata e ogni circostanza in cui ci si trova richiedono qualcosa di diverso,che si tratti dell’outfit o del tasso alcolico di ciò che si beve.
Non ci possiamo godere appieno un tramonto e un aperitivo rinforzato in riva al mare con addosso uno smoking, ed è difficile resistere al collasso se ci presentiamo a un #summerparty con addosso il nostro cappottino preferito: allo stesso modo, se alle 7 di sera accompagniamo le noccioline e le patatine con un Invisibile, (cocktail appartenente agli After Dinner, meglio noto come “4 bianchi”, composto da Rum bianco, Triple Sec , Gin e Vodka classica o aromatizzata alla frutta) probabilmente credendoci invisibili anche noi ci verrà all’improvviso una gran voglia di rotolarci nella sabbia, e se in una serata in discoteca optiamo per un Rossini (Cocktail sparkling, ossia frizzante, tipicamente da aperitivo, costituito da prosecco e purea di fragole) dopo un po’, a causa delle bollicine che stimolano l’appetito, ci verrà sicuramente voglia di mangiare qualcosa o, in mancanza di stuzzichini, qualcuno.

Le classificazioni. La prima cosa da fare quindi è un’infarinatura di scienza di comprensione dei menù, imparando che i cocktails, che per noi sono spesso solo “forti” e “leggeri” o “buoni” e “da vomitare”, possono essere in realtà classificati in base a 4 criteri, che sono la struttura, la capacità, la temperatura a cui devono essere serviti e il momento in cui è preferibile consumarli.
Fra questi il criterio più utilizzato è l’ultimo, tanto che in quasi tutti i menù le bevande alcoliche si trovano suddivise in Pre-dinner , cioè cocktail da aperitivo, After-dinner ,cocktail da dopo cena, Long Drink e Any Time , simili e adatti un po’ a tutte le occasioni, con una gradazione alcolica raramente superiore ai 30 gradi, mentre una categoria a parte è costituita dai Mangia e Bevi, cocktails di frutta.
Tali categorie prendono spunto dalle 5 che la IBA,l’associazione mondiale di barman, adottava fino al 2010 nella suddivisione dei cocktails della lista ufficiale IBA. Queste erano:
1)Pre-dinner, suddivisi in Dry e Medium.
2) After-Dinner, o Sweet, caratterizzati da un gusto particolarmente dolce.
3)Long Drinks, un tipo di cocktails con gradazione alcolica moderata, intorno ai 20 gradi.
4) Popular
5)Special.
Quando, nel 2011, la lista ufficiale è stata rimodulata, anche questa suddivisione è entrata in disuso, e i 77 cocktails della lista attuale sono divisi in The Unforgettables, Contemporary e New Era Drinks.
Ma in cosa si differenziano fra loro?
Indimenticabili aperitivi. La maggior parte dei cocktails della categoria “Unforgettables”, ossia, indimenticabili, sono cocktails perfetti per l’aperitivo e sono per lo più amarognoli e dalle origini antiche, come l’Americano (definito il padre del Negroni), il Manhattan (risalente all’800, a base di Whisky e Vermouth), il Dry Martini (quello che bevevano le nostre mamme, fatto di gin, dry vermut e un po’ di limone e con all’interno un’oliva verde) e il Sidecar (pare risalente alla seconda guerra mondiale, fatto di Brandy, Cointreau e succo di limone). Tra quelli della stessa famiglia ma più dolci e in tutti i sensi più “giovani”, degno di nota è il Daiquiri (adatto un po’ a tutta la giornata, ha origini caraibiche ed è fatto di rum, succo di limone e zucchero).

Nottate “contemporanee”. Alla seconda categoria, quella dei “Contemporary”, appartengono tutti i cocktails più famosi e diffusi, quelli più richiesti, quelli buoni il pomeriggio ma che diventano perfetti per una nottata al lido,quelli adatti a tutti, ai festaioli e ai tranquilloni che preferiscono sorseggiarli seduti a un tavolino.
In una serata “easy” tra amici, l’amico goloso potrà ordinare un Black Russian (Vodka, liquore al caffè e una farcitura di crema di latte, digestivo, ovviamente d’estate shakerato con ghiaccio), l’amica che si crede un po’ una fashion blogger potrà sorseggiare un Cosmopolitan (Il cocktail di Sex and The City, fatto di Vodka, limone, Cointreau, succo di lime e di Cranberry) e l’intrepido della comitiva potrà fare lo spavaldo sulle spalle del suo povero fegato con un French75 (una “bomba” a base di assenzio, gin e calvados).
Che poi sia sera o finalmente notte, chi cerca un cocktail dal sapore innocente e non troppo amaro può optare per un Cuba Libre (Long drink, sapiente mix di Rum, coca cola e lime) o un Long Island (Long drink, con Tequila, Rum bianco, Triple Sec, Vodka e succo di limone spremuto fresco, sciroppo di zucchero e coca cola), mentre chi vuole letteralmente bere il gusto dell’estate può scegliere un Mai-Tai (Long drink che sa di esotico,ottima combinazione di Rum bianco e scuro, Orange Curaçao, sciroppo di orzata e succo di limone, servito di norma con un trancetto di ananas e delle foglie di menta), un Japanise (Midori, Cointreau e limone) o un Mojito (simbolo della vacanza al mare, il top per gli amanti della menta, a base di Rum bianco, succo di lime, menta e zucchero di canna, esistente anche nella versione Black, con liquirizia, e Red, con fragole,e appartiene insieme a Caipirina e Caipiroska ai cosiddetti “pestati”, cioè quei cocktail contenenti lime e zucchero di canna pestati con un pestello prima dell’aggiunta della vodka piuttosto che del Rum o del Cahaca). Più leggeri ma estremamente freschi e dissetanti il Sex On the Beach e il Tequila Sunrise (il primo costituito da Vodka, sciroppo alla pesca, succo di Cranberry e succo d’arancia e il secondo da succo di arancia, Tequila e sciroppo di granatina).

Se ti senti coraggioso. Quelli desiderosi di provare qualcosa di nuovo invece, al bar come in discoteca, potrebbero trovare il loro cocktail ideale nella terza categoria, New Era, che comprende esperimenti in Italia poco noti, come il Vampiro (il figlio più piccolo del Bloodly Mary, è fatto di Tequila, succo di pomodoro, di arancia e di lime, con l’aggiunta di mezza fettina di cipolla tritata, di un cucchiaio di miele, di un po’ di salsa Worchestershire, sale e perfino peperoncino), il B52 (servito anche “acceso”, ossia infuocato in superficie, composto da Kalhua, Bailey’s Irish Cream e Grand Marnier) o il Pisco Sour (contenente Pisco, limone,sciroppo di zucchero e un bianco d’uovo).

Creatività si, ma con cautela. Infine, è ovvio ma è bene precisarlo, non tutti i cocktails proposti sono replicabili in casa, (e poi perché farli a casa se si può uscire?) e spesso in realtà si rischia, anche nei locali, di non trovarli tutti o di non trovarne nemmeno uno. Questo succede perché alcuni barman dal talento notevole hanno deciso, un giorno e in qualche parte del mondo, di darci dentro con la creatività e di modificare con un tocco personale tutte le ricette. Fino a qui tutto bene, ma da quando baristi senza alcun attestato e senza un minimo di talento hanno deciso di imitarli, è sempre più facile ritrovarsi con bicchieri colmi di detersivo per piatti shakerato con disinfettante.
Il consiglio ultimo quindi, per trovare il vostro cocktail ideale, è di non fidarvi troppo e subito di chi vi promette di stupire positivamente le vostre papille gustative, perché la vita, e soprattutto l’estate di uno studente, sono davvero troppo brevi per bere cocktails sgradevoli. Provate, sperimentate, assaggiate, ma informatevi sempre sulla composizione di ciò che bevete e sulla qualità..
Un pomeriggio o una sera poi, quando meno ve lo aspettate, potreste trovarvi tra le mani senza sapere bene né come né perché proprio lui, quello giusto, quello che continuerete a scegliere, fra tanti, anche una volta finita l’estate. E sarà amore.

Laviniarita Parisi

di Redazione UniVersoMe

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