#iopensononcopio. Il Docente vince il concorso copiando? Gli studenti rispondono studiando

yeHPWVJSFbsyLxA-800x450-noPadNon prendiamoci in giro, perchè siamo tutti andati a scuola e sappiamo che, prima o poi, funziona così. Ipotetica verifica di una qualsiasi materia, ci prepariamo al massimo, pronti a sostenere la prova per ottenere il miglior risultato e, accanto a noi, quel compagno che si, se la cava, ma alla fine “è bravo ma non si applica”. Passano alcuni giorni ed il Professore riporta in classe quei test di cui tanto bramavamo i risultati: ci appare davanti un 7 quasi regalato, scritto con un rosso che sa di inchiostro finito, di chi per un punto, come si usa dire, ha perso la cappa, mentre sul foglio di quel compagno, si, quello che alla fine “si prepara come può e come va va” troviamo un bel 9, uno di quelli quasi marchiati a fuoco.
Scopriamo che questo “fenomeno” ha copiato: sotto braccio, durante la prova, teneva un testo didattico. Abbiamo le prove, basta così, portiamo il caso all’attenzione dell’autorità competente, “bimbi l’è tutto che bello da rifare”, come si direbbe in Toscana. Quel Professore, però, non solo conferma il 9, ma regala anche una cattedra al nostro compagno, sbattendoci fuori dall’aula. Impossibile? Sarebbe meglio dire, con stupore, reale.
Come illustrato da Centonove prima e Corriere della Sera dopo, Dario Tomasello, Docente associato di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università di Messina, avrebbe vinto, per l’abilitazione, la prova del 2013,  grazie anche alla presentazione di saggi interi copiati dal Professor Giuseppe Amoroso, luminare della materia. A scoprire gli altarini è stato Giuseppe Fontanelli, associato, come lo è Tomasello, alla stessa cattedra ai tempi dei fatti. Tomasello vince quella gara, Fontanelli, più anziano, la perde. Secondo quest’ultimo, infatti, con dati e citazioni raccolte, il figlio dell’ex Rettore dell’Ateneo Peloritano avrebbe prodotto dei volumi in cui sono stati riscontrate parti identiche ai lavori pubblicati proprio da Amoroso in cui, al massimo, come diverse prove divulgate dimostrerebbero, vi erano sinonimi o virgole mancanti in una o l’altra parte, passi quindi praticamente identici. Tomasello ha affermato, in risposta, Ho agito sempre con professionalità e mi sento estraneo ai fatti”, Fontanelli e Amoroso, invece, si dicono pronti a dimostrare la veridicità della accuse con plichi su plichi di materiale.
Diventato Rettore Pietro Navarra, sospesa la chiamata diretta per il docente, le pratiche  di Tomasello sono state inviate direttamente al Miur e la commissione, pochi giorni fa, ha stabilito, come ha riportato Stella sul Corriere del Sera che il giudizio di abilitazione non verrà modificato, di conseguenza una qualsiasi cattedra vagante potrebbe essere assegnata in quanto vincitore del concorso. Sono stati proprio però i ragazzi che hanno frequentato, l’anno scorso, il corso tenuto dal Professore Fontanelli del dipartimento di civiltà antiche e moderne ad alzare la voce, sostenendo di aver preso visione anche loro del “plagio.” Gli stessi hanno prodotto una lettera aperta che si è trasformata in petizione (con oltre 200 firme), “Anche noi, in questa vicenda”, dichiarano, “ci sentiamo parte lesa. Da studenti dell’Università di Messina deploriamo l’atto del plagio che scredita, ancora una volta e in maniera ingiustificata, l’immagine di tutto l’Ateneo. Da studenti di Lettere, riteniamo ancora più ignominioso che tale azione sia stata commessa, nel silenzio, e forse nella complicità di alcuni, da un docente di materie umanistiche il quale dovrebbe tenere sempre a mente che, tra le varie missioni, la Letteratura ha anche quella di essere depositaria e portatrice, nell’animo umano, di verità e bellezza. Da cittadini, esprimiamo, infine, il più vivo sdegno per il fatto che una commissione scientifica non si sia accorta di nulla e anzi abbia giudicato positivamente il lavoro dello stesso in occasione di un concorso pubblico” e ancora “Chiediamo spazio per una rinnovata fiducia, per un futuro cristallino, per una novella società delle brave persone e delle buone cose”.
Gli stessi giovani, sul sito change.org, hanno avviato una raccolta firme chiamata “#iopensononcopio” per dire basta ai soprusi dei “truffaldini” nel campo del sapere, “ci auguriamo”, concludono “possa essere utile a riaccendere il dibattito all’interno del nostro Ateneo e degli altri d’Italia circa la legalità, la trasparenza e la giustizia, valori ai quali noi tutti teniamo molto e che crediamo fortemente debbano essere quelli sui quali si fonda il viver civile di ogni comunità, in special modo quella accademica”. I 15 ragazzi hanno le idee chiare sul loro pensiero da studenti, “Non abbiamo nulla contro il Professor Tomasello, ma realmente non capiamo come sia possibile che un’intera commissione, che il sistema, abbia confermato, nonostante le prove tangibili, l’abilitazione. Sarebbe molto più coerente che il Docente ammettesse lo sbaglio, proponendo egli stesso di poter rifare l’esame e dimostrare le proprie capacità. Siamo preoccupati, non solo in chiave odierna ma soprattutto futura, quanto varrà la nostra laurea in questo ateneo? Chi vorrà ancora iscriversi qui dopo i fatti? Una scommessa che il nostro ateneo può vincere solo con la legalità”.
Claudio Panebianco

 

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