OSCAR 2016, #OscarSoPolitical

Ogni anno il grande cinema di Hollywood si prende una serata di pausa per tirare le somme sui film che hanno riempito le sale di tutto il mondo e per dare un giusto riconoscimento alle personalità che si sono contraddistinte per il lavoro svolto. Questo in un unico show di una notte che, di anno in anno, colleziona sempre più telespettatori da tutto il mondo (nonostante le differenze di orario) e che spesso e volentieri si trasforma in un grande palcoscenico mondiale dove poter affrontare temi di interesse comune raggiungendo un alto numero di persone. E questo per molti è uno dei limiti di questa grande manifestazione che si allontana dalle tematiche prettamente cinematografiche per dare spazio ad opinioni su argomenti politici.

L’88esima edizione degli Oscar non è stata da meno. Le premesse del resto non hanno fatto presagire uno svolgimento “regolare” della manifastaione. Infatti i giorni che hanno preceduto la cerimonia di premiazione sono stati caratterizzati da una polemica sollevata da alcuni personaggi di colore di spicco ad Hollywood (Spike Lee, Will Smith e Jada Pinkett Smith tra i più attivi) che sottolineavano come tra tutti i nominati di quest’anno non ci fossero attori di colore. Anzi l’assenza di personalità afroamericane tra i nominati era estesa a quasi tutte le categorie. Si è creato così l’hashtag #OscarSoWhite che ha fatto si che inizialmente molti attori (anche bianchi) potessero decidere di boicottare la cerimonia e successivamente che L’Academy rivedesse le regole di selezione dei nominati agli Oscar.

Veniamo alla serata in se. La polemica infatti non è rimasta circoscritta al di fuori del Dolby Theatre che ospita la cerimonia (al di fuori della quale si è anche svolta una manifestazione pacifica), ma anche all’interno del teatro. Per tutta la serata, infatti, il conduttore Chris Rock (attore afroamericano) ci ha scherzato su. Questo all’inizio poteva anche essere divertente e interessante per il modo in cui veniva affrontato un argomento così scottante all’interno della cerimonia. Le battute sulla vicenda sono diventate però ripetitive e ridondanti, con sketch e battute dello stesso Chris Rock che più che divertire hanno stancato e fatto storcere il naso ai più. A dare un senso a tutto questo ci ha pensato la presidentessa dell’Academy, Cheryl Boone Isaacs (che tra l’altro è di colore), la quale ha parlato del bisogno della commissione dell’Academy di differenziare i componenti per rispecchiare il carattere multirazziale degli Stati Uniti e più in generale del mondo.

Naturalmente la scorsa notte si è parlato anche di Cinema. I pronostici non sono stati smentiti anche se c’è stata qualche sorpresa. Tra i vincitori spicca sicuramente “Mad Max: Fury Road” che ha fatto incetta di premi tecnici arrivano complessivamente al 6 statuette. Segue “The Revenant” con 3 statuette tra cui l’atteso Oscar al miglior attore per Leonardo Di Caprio che ha sfruttato l’occasione per sensibilizzare la platea e i telespettatori sui problemi legati al surriscaldamento globale, tema da sempre caro a Di Caprio. Vittoria anche per il regista del film, Inarritu, che ha vinto la sua seconda statuetta di fila come miglior regista eguagliando un record imbattuto dagli anni 50. Inarritu nel suo discorso si è soffermato sul riconoscimento delle diversità razziali e sulla valorizzazione delle minoranze native americane, tematica presente anche nel suo film. Record assoluto per il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki che vince il suo terzo Oscar di fila. La statuetta per il miglior film va invece al dramma giornalistico “Il caso Spotlight” che ha denunciato gli abusi dei preti sui minorenni sferrando anche, in sede di ringraziamenti vari, un piccolo attacco alla Chiesa Cattolica. Tra i discorsi memorabili ricordiamo anche l’attacco fatto dallo sceneggiatore del film “La grande scommessa”, Adam McKay, che, probabilmente rivolgendosi al candidato presidente Bernie Sanders, ha detto:”Non votate per chi prende soldi da i più ricchi”.

Serata degli Oscar che ha comunque regalato momenti emozionanti. Per il nostro paese è stato un momento di forte emozione quando per la migliore colonna sonora è stato premiato il Maestro Ennio Morricone per il lavoro fatto nel film di Tarantino (grande escluso della serata) “The Hateful Eight”. Il maestro che all’età di 87 anni vince il suo primo Oscar dopo 6 nominations, ha dedicato il premio alla moglie Maria in un discorso caratterizzato da un emozione tangibile dal suo tono di voce. Per lui standing ovation da parte di tutto il teatro in riconoscenza al lavoro svolto per il cinema con le sue straordinarie musiche. Altro momento commovente è stata la performance di Lady Gaga che con la sua canzone “Til It Happens to You” che ha emozionato tutta la sala.

Di seguito tutti i vincitori della serata:
MIGLIOR FILM: Spotlight
MIGLIOR REGIA: Alejandro Gonzales Inarritu
MIGLIOR ATTORE: Leonardo DiCaprio
MIGLIOR ATTRICE: Brie Larson
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA: Mark Rylance
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA: Alicia Vikander
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE: Spotlight
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: La Grande Scommessa
MIGLIOR FILM STRANIERO: Figlio di Saul
MIGLIOR FILM ANIMAZIONE: Inside Out
MIGLIOR FOTOGRAFIA: The Revenant
MIGLIOR SCENOGRAFIA: Mad Max: Fury Road
MIGLIOR MONTAGGIO: Mad Max: Fury Road
MIGLIOR COLONNA SONORA: Ennio Morricone (The Hateful Eight)
MIGLIOR CANZONE: Writing’s on the Wall (Spectre)
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI: Ex Machina
MIGLIOR SONORO: Mad Max: Fury Road
MIGLIOR MONTAGGIO SONORO: Mad Max: Fury Road
MIGLIOR COSTUMI: Mad Max: Fury Road
MIGLIOR TRUCCO: Mad Max: Fury Road
MIGLIOR DOCUMENTARIO: Amy
MIGLIOR CORTO DOCUMENTARIO: A Girl in the River: the price of
forgiveness
MIGLIOR CORTO: Stutterer
MIGLIOR CORTO D’ANIMAZIONE: Bear Story.

Nicola Ripepi

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