Shonda Rhimes colpisce ancora. L’ideatrice delle pluripremiate serie quali Grey’s anatomy e Scandal, non perde un colpo e ci regala (questa volta nelle vesti di produttore) ”How to get away with muder” conosciuto in Italia come “Le regole del delitto perfetto”.
La serie è un thriller giudiziario con protagonista Annalise Keating (Viola Davis), stimato avvocato e docente di diritto penale presso la Middleton University. Sceglierà cinque dei suoi migliori studenti che la affiancheranno insieme a Bonnie e Frank, suoi associati, nei vari processi. Le loro vite saranno legate da un oscuro segreto.
La prima stagione si basa sull’omicidio di una studentessa, Lila Stangard, un caso contorto e intrigato, dove nulla è come sembra.
Il punto forte della serie è senza dubbio Viola Davis, che vanta all’attivo due nomination agli Oscar, quattro ai Golden Globe e vincitrice nel 2015 di un Emmy come “migliore attrice in una serie drammatica” proprio per “le regole del delitto perfetto”.
La sua perfomance è impeccabile, decisamente una spanna sopra rispetto a tutti gli altri interpreti. Viola porta sullo schermo una donna dalla duplice identità: determinata, forte e travolgente nelle vesti di avvocato e di docente, ma quando torna a casa e nella sua stanza si toglie il trucco e la parrucca, compare il suo lato umano, la sua fragilità tenuta ben nascosta che non mostra (quasi) a nessuno.
Il personaggio di Annalise tiene in secondo piano gli altri protagonisti che nella prima stagione sono ancora troppo poco caratterizzati, descritti con leggera superficialità.
L’espediente narrativo del flash forward è molto interessante, veniamo catapultati in avanti, ci viene mostrato ciò che accadrà, quasi come uno spoiler, ma come detto prima nulla è come sembra. La suspense e i continui colpi di scena avvolgono lo spettatore in una spirale di bugie, misteri intrighi e tradimenti.
Accendete la televisione e mettetevi comodi, il delitto è servito.