Abbatti Lo Stereotipo- Gli studenti di Farmacia

Passano le settimane e i nostri viaggi tra i vari dipartimenti continua. Vento in poppa, noi, paladini della giustizia, non ci fermiamo mai.  Con le nostre tutine in silicone e i mantelli che si trascinano tutta la lordìa dei marciapiedi, prendiamo a pugni gli stereotipi di tutto il mondo abbattendoli per sempre.

E oggi, studenti e studentesse di ogni dove, abbattiamo gli stereotipi sugli Studenti in Farmacia.

 

  • Sei un po’ in ritardo, dunque? Farmacia è 3 anni.

‘’Veramente sarebbero 5 gli anni, Farmacia è una magistrale, sono assolutamente in corso.’’

“SE VABBE’.”

Ma se vabbè cosa, ignorante e troglodita? Allora, ve lo diciamo chiaro e tondo una volta per tutte: FARMACIA È CINQUE, C-I-N-Q-U-E, five, cinq, cinco, vyf (detto in africano antico, secondo google traduttore) ANNI. Ci sono, ovviamente, i corsi di specializzazione, i master, i dottorati e tutto quanto ma sono cinque lunghi, temibili, estenuanti anni.

Chiaro il concetto? Noi lo facciamo per voi, prima che uno studente in farmacia vi stacca gli occhi e decide di vedere cosa succede se prova ad adeguarli alla funzione di supposta.

 

  • Ma quindi la tua più grande aspirazione è fare il commesso?

E la tua più grande aspirazione, invece, è alitare in giro senza un motivo apparente? Ora, analizziamo la cosa per bene. Se la mia più grande aspirazione fosse fare il commesso, fermo restando che è pur sempre un lavoro e quindi, come tale, santo e benedetto; SECONDO IL TUO CERVELLINO DA SCIMMIA RIMBAMBITA, avrei studiato tutto questo tempo?

Per dire, eh.

Con tutto il rispetto, avrei mandato a 18 anni il curriculum da Zara e bon. Fine.

Avete idea delle conoscenze che bisogna avere per gestire e lavorare in una farmacia? Per potere vendere determinati prodotti, sì anche cosmetici, o determinati farmaci? (veramente nemmeno io l’avevo, ecco la bellezza DELL’INFORMAZIONE, scimmiette adorate)

Avete idea che bisogna conoscere le molecole che compongono ognuno di essi, le loro funzioni e i loro effetti collaterali o di interazione, prima di venderli ad un cristiano?!

O pensate che ci si limita a dare scatole ad muzzum? E certo, no? Tanto, se ti do il viagra per combattere la diarrea è la stessa cosa.

 

  • Aaah, ma quindi sei ricco, hai una farmacia!

Beh, no, non si ha per forza una farmacia. E quando si dice questo, ‘’no, non ho una farmacia’’, il seguito del discorso è il punto 2.

Sicchè, l’ebete di turno, dalla sua genuina ignoranza, chiede ‘’e cosa ci fai allora, con la laurea?’’

Coriandoli. Sono un appassionato del carnevale quindi mi diletto a prendere lauree a caso così da poter trasformare libri, tesi e pergamene in coriandoli.

CI FARO’ ALTRO, NO? Avete mai sentito parlare di informatore farmaceutico? Dei rappresentati? O di farmacia clinica? Avete presente quelle grandi strutture dove dentro ci stanno le persone malate che hanno bisogno di farmaci? Pensate, forse, che c’è un grande Dio che li sparge a ondate dal cielo? Oppure, i ricercatori? La formula ‘’studi condotti sui topi’’, non vuol dire che sono i topi a sperimentare nuove molecole, giusto per essere chiari.

(ma anche se avessi una farmacia e fossi ricco sfondato, mi chiedo quanto devo aspettare prima che ti fai i c***i tuoi)

  • Perciò ve lo insegnano a leggere la scrittura dei medici?

Ovvio. C’è una materia che si chiama ‘’Medichese’’ e, allegato, il vocabolario medichese- italiano e italiano- medichese.

Questa domanda è proprio la battuta dell’anno. Decine e decine di simpaticoni pensano che sia il modo più simpatico per rompere il ghiaccio. Perché è, per noi tutti, TERRIBILMENTE DIVERTENTE passare ore a decifrare la scrittura di quei colleghi COSI’ PIGRI da non avere nemmeno la decenza di scrivere un minimo per bene.

No, loro si stancano, sono di fretta e quindi fanno 4 segni. E bisogna capirli. E, NO, non lo insegna nessuno a decifrarli, se non il sudore freddo che scorre dietro il collo le prime volte, con il terrore di dare al paziente l’augumentin invece che il losartan.

 

  • Un giorno, quindi, potrai passarmi i farmaci ‘’BUONI’’ sotto banco?

Quel giorno ti passerò un farmaco tanto buono che non ti sveglierai mai più.

 

Elena Anna Andronico

di Elena Anna Andronico

Elena Anna Andronico, Membro del Consiglio fondatore di UniVersoMe e co-responsabile di Radio UniVersoMe. Classe 1993, studio Medicina e Chirurgia e mi occupo della rubrica ''Scienza e Ricerca'' insieme al collega Gugliotta. Ho diverse passioni, dalla fotografia al pianoforte, dal nuoto alla scrittura. Quest'ultima, seppur è stata sempre un gioco, mi ha permesso di farmi conoscere attraverso la pubblicazione di un romanzo nel 2013. Ad oggi ho lavorato per RadioStreet, scritto per vari blog e testate giornalistiche no- profit. Il mio grande sogno è la chirurgia.

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